Dopo
circa tre ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale
di Brescia ha pronunciato una condanna a vent’anni ai danni di Hanefija Prjić, meglio
noto come comandante Paraga, il leader
paramilitare che il 29 maggio 1993 dette l’ordine di uccidere a sangue freddo
sulla via che collega Gornji Vakuf con Travnik, la cosiddetta “strada dei
diamanti”, i tre volontari italiani Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti.
Alla strage scamparono per miracolo, fuggendo disperatamente nei boschi, altri
due nostri connazionali, Agostino Zanotti e Christian Penocchio. Paraga era
stato condannato in primo grado all’ergastolo e la procura bresciana aveva
chiesto la conferma della condanna anche in appello.
Ora
il destino di Paraga è appeso a questioni procedurali e, qualora si decidesse
di considerare parte della condanna i 13 anni e quattro mesi già da lui scontati
in Bosnia e i due anni di carcerazione già affrontati in Italia dopo l’estradizione
dalla Germania, dove il criminale di guerra era stato arrestato, l’uomo che
diede l’ordine di giustiziare a sangue freddo gli innocenti volontari italiani potrebbe
presto tornare un libero cittadino. Soddisfazione è stata espressa dal legale
italiano di Paraga, mentre uno dei sopravvissuti all’esecuzione, Agostino
Zanotti, come sempre si è sforzato di trovare il lato positivo nella condanna,
seppur grandemente ridotta, esprimendo come sempre la sua fiducia nella legge.
Rimangono invece a oggi ancora a piede libero i responsabili materiali dell’eccidio,
uno dei quali sarebbe stato individuato ma non arrestato.