venerdì 22 settembre 2017

La Bosnia tra negazione, elezioni e genocidio

Potrà sembrare incredibile, ma in Bosnia Erzegovina nessuno ha mai pensato di approvare una legge che impedisca di candidarsi ai criminali di guerra. Un vuoto che dura da oltre quattro lustri. Ora finalmente, tra polemiche e stupidità varie, è in corso un dibattito in materia presso la Camera dei rappresentanti, una delle due camere dell’Assemblea parlamentare nazionale, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Se la proposta passasse, si dovrebbe procedere alla riforma sia della legge elettorale che del codice penale, cose quanto mai auspicabili, seppure con colpevole ritardo. Sempre con immenso ritardo, il Partito socialdemocratico oggi all’opposizione – alla ricerca dei consensi sperperati follemente negli ultimi dieci anni – ha finalmente deciso di presentare un progetto di legge che introduca nel codice penale il reato di negazione del genocidio in riferimento agli orrori di Srebrenica.
Se per la prima riforma è possibile la netta opposizione dei parlamentari serbo-bosniaci, per la seconda proposta è quanto meno scontata e sarebbe sorprendente e quasi sconcertante il contrario…