Sono passate poche ore dal lancio della prima bomba a
idrogeno da parte della Corea del Nord. Un ordigno dalla forza e dagli effetti
spaventosi, circa cinque volte più potente della bomba sganciata dagli Stati
Uniti su Nagasaki il 6 agosto del 1945. Il test di ieri ha provocato due scosse
di terremoto; la prima, di magnitudo 6,3, e l’altra pari a una magnitudo 4,6,
sono state rilevate dal China Earthquake Network Center secondo cui l'ipocentro è
stato misurato a «zero chilometri», a conferma della natura artificiale
dell'onda sismica.
Si
teme l’avvio di un’escalation, con prove di forza da parte del regime
nordcoreano e conseguenti reazioni da parte dei confinanti sudcoreani nonché
del Giappone e degli Stati Uniti.
In questo clima di trepidante attesa un pensiero non
egoista va alla popolazione nordcoreana, imprigionata in una dittatura senza
scampo: per questo riportiamo le parole di Alex Zanardi che ha curato la
prefazione di “Mass Games. Fuga dalla Corea del Nord” di Daniele Zanon.
“Mass Games è
un libro bello e coinvolgente. Una storia d’avventura che affronta temi
classistici come la sete di libertà, l’amicizia e il coraggio. Può sembrare un
racconto da accostare ad altre storie che parlano di regimi inventati e che si
snodano attorno a scenari fantasiosi. Se non fosse che Mass Games parla di un Paese che è vero. Se non fosse che la fonte
che ha ispirato questo racconto, ha vissuto per anni dentro al regime di
Pyongyang. Prima di leggere questa storia, nella mia mente, la Corea del Nord
era un luogo estraneo. Mass Games mi
ha preso e mi ha portato lì, nella vita dura di una casa di correzione immersa
nel nulla, nella bellezza finta di Pyongyang, nelle campagne affamate da una
carestia che dura da decenni. Per questioni di sicurezza, l’autore non ha
potuto rivelare il nome della sua fonte, né ha potuto scrivere una storia vera.
Ma, anche se i personaggi sono di finzione, tutte le descrizioni che vengono
fatte della Corea del Nord (la vita del popolo, la miseria, le violazioni dei
diritti negli orfanotrofi) sono verità di prima mano raccolte sul campo. Nella
storia di fuga intrapresa dai protagonisti, poesia e crudeltà si mescolano. Il
racconto si muove velocissimo, è quello che si dice “un romanzo che prende”, e
la cosa più apprezzabile è che, pur denunciando le condizioni di vita di un
popolo, non imbocca mai le facili scorciatoie del sentimentalismo. Rinunciando
a uno sguardo che indugia sul dramma fine a se stesso, Mass Games mantiene una freschezza e una leggerezza narrativa che
lo rendono assolutamente godibile. Una di quelle storie che si leggono come
bere un bicchier d’acqua. Credo che certi libri abbiano il potere di far entrare
nella coscienza collettiva la consapevolezza di un luogo o di una problematica.
Mi auguro che questo, non a caso patrocinato da Amnesty International, faccia prendere coscienza delle condizioni
di vita del popolo nordcoreano, considerate dalle Nazioni Unite fra le peggiori
al mondo.”