martedì 28 febbraio 2017

Giornalista turco-tedesco arrestato in Turchia: la libertà d’espressione in Turchia nel Rapporto 2016-2017 di Amnesty International

Dal 14 febbraio è detenuto nelle carceri turche il reporter Deniz Yucel, corrispondente del giornale Die Welt. Yucel, con doppia nazionalità turco-tedesca, è accusato di "propaganda terroristica" e "istigazione all'odio" nell'ambito di un'inchiesta sul collettivo di hacker turchi RedHack, che diffusero alcune email di Berat Albayrak, ministro dell'Energia e genero del presidente Recep Tayyip Erdogan, su cui il giornalista ha scritto alcuni articoli. 
Sul tema della libertà d’espressione in Turchia segnaliamo il focus del Rapporto 2016-2017. La situazione dei diritti umani nel mondo di Amnesty International. Il testo può essere ripreso dalla stampa citando la fonte © Infinito edizioni 2017 – www.infinitoedizioni.it

Bosnia, quella strana idea serbo-bosniaca di pace e di conciliazione a Srebrenica

Si chiamava Vitaly Ivanovich Churkin, classe 1952, capelli grigi pettinati all’indietro, ed era sconosciuto ai più. In Russia però era una persona importante. E anche a New York, dove è morto, essendo stato il rappresentante diplomatico russo presso le Nazioni Unite dal 2006 fino al 20 febbraio 2017, giorno in cui si è spento. Ciò nonostante, questo agguerrito e paffuto signore, defunto improvvisamente per cause naturali, non sarebbe quasi certamente passato alla storia se non fosse stato colui che, a nome di Mosca, nel luglio del 2015 pose il veto in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu alla proposta britannica di riconoscere formalmente l’11 luglio 1995 come data del genocidio di Srebrenica. Apriti cielo. Il veto russo, naturalmente, spinse i tanti simpatizzanti di Putin nel mondo, e purtroppo in Italia, a dire che se la Russia lo negava, il genocidio non c’era stato, alimentando così ulteriormente i dubbi in alcuni e il negazionismo in altri. Il genocidio invece c’è stato e i russi lo sanno benissimo. Ma in piena guerra fredda, assestare un colpo a Londra equivaleva assestarlo agli Stati Uniti e all’Unione europea, con questioni come quella ucraina ancora aperte e sanguinanti.

lunedì 27 febbraio 2017

Štrpci, la strage del diretto 671

Una delle pagine terribili della guerra a Višegrad. Il 27 febbraio 1993 il treno diretto 671, partito da Belgrado con destinazione Bar, entra nel territorio della Repubblica serba di Bosnia, nel comune di Rudo. Il convoglio viene fatto fermare dai paramilitari dei cugini Milan e Sredoje Lukić nella stazione di Štrpci, un frazione di Rudo. I paramilitari avrebbero solo il mandato di controllare i documenti di tutti i passeggeri, ma dal convoglio vengono fatte scendere diciannove persone “non serbe”: un croato e diciotto musulmani-bosniaci. Gli sventurati, una volta scesi dai vagoni, vengono derubati e abusati fisicamente, come consuetudine delle Aquile bianche. Quindi vengono fatti salire a forza su un camion e, condotti nei pressi del Vilina Vlas, nella zona termale di Višegrad, vengono torturati tra i resti di una casa bruciata da un rogo lungo la riva della Drina. Terminato il divertimento, tutti vengono eliminati con un colpo alla testa e i loro corpi gettati nel fiume. I loro resti non sono mai stati ritrovati. Dei trenta sospettati per questo eccidio, al momento solo uno, Nebojša Ranisavljević da Despotovac è stato condannato, nel 2002, dal tribunale di Bjelo Polje, a quindici anni di carcere (condanna poi confermata in appello dalla Corte suprema del Montenegro nell’aprile del 2004). Ranisavljević è stato rilasciato per buona condotta nel 2011 ed è tornato uomo libero. Nel 2014 sono poi stati arrestati altri quindici presunti responsabili della strage, al momento ancora in attesa di sentenza definitiva.

"Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio": le presentazioni

Pubblico a seguire - come sempre, per la gioia di grandi e piccini - un primo elenco di presentazioni del libro Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio, limitato al periodo marzo-maggio 2017. Alcune sono ancora in definizione, ma certe. Altre sono in fase meno avanzata di definizione, quindi non sono al momento presenti nella lista.
I primi due incontri di Modena (4 e 18 marzo) non sono specificamente di presentazione del libro Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio ma fanno parte di un bellissimo progetto organizzato dalle associazioni femminili di Modena a partire da un'idea di alcune motivatissime e inarrestabili nuove amiche. La vera presentazione modenese del libro sarà quindi quella di maggio, presso la libreria Emily Bookshop, poiché, tra l'altro, il 4 marzo il libro sarà ancora in stampa e il 18 non è detto che sia già pronto.
Seguiranno comunicazioni per eventuali integrazioni, precisazioni, eccetera dell'elenco qui sotto:


MARZO
- Sabato 4 marzo, MODENA, Sala Oratorio, Palazzo dei Musei, ore 18,00
Dialogo con Luca Leone. LA GUERRA IN BOSNIA ERZEGOVINA: lo stupro etnico come arma per implementare un genocidio.
Presenta Simona Minniti
Saluti istituzionali
Moderatori: Matteo Pagliani ed Elena Zafferri.
Sabato 18 marzo, MODENA, Galleria Europa, piazza Grande, ore 18,00
Dialogo con Luca Leone. RESISTENZA E RESILIENZA: il ruolo delle donne nella ricostruzione della Bosnia Erzegovina oggi
Presenta Simona Minniti
Saluti istituzionali: Andrea Bosi, Assessore alle Pari Opportunità, Comune di Modena
Interviene Mario Boccia, modera Valentina Tomasini.Venerdì 24 marzo, MILANO, Circolo Acli Lambrate, Via Conte Rosso, 5, ore 21,00. Modera Silvio Ziliotto.
-Venerdì 31 marzo, CAMPO SAN MARTINO (PD), sala di Ca'Brenta, Piazza G.Marconi 1, modera Anna Righetto, presidente del Comitato di sostegno alle forze e iniziative di pace; introduce Giacomo Mazzonetto; organizza il Comitato provinciale di Padova di sostegno alle forze e iniziative di pace.

APRILE
-Venerdì 7 aprile, ANCONA, luogo in definizione, ore 18.30; modera Paolo Pignocchi, vicepresidente di Amnesty International; organizza il Gruppo Amnesty International di Ancona.
-Sabato 8 aprile, PARMA, Libreria Voltapagina, via Oberdan, 4/c, ore 18,00; modera Laura Caffagnini.

MAGGIO
-Venerdì 5 maggio, MORBEGNO (SO), in definizione, ore 18,00.
-Venerdì 5 maggio, CHIAVENNA (SO), in definizione, ore 21,00.
-Sabato 6 maggio, CHIAVENNA (SO), in definizione, ore 21,00, per la presentazione congiunta del mio libro e di quello del grande fotografo Domiziano Lisignoli, "Fianco a fianco").
-Giovedì 11 maggio, LANCIANO (CH), Libreria D’Ovidio, Corso Trento e Trieste, 44, ore 18,00.
-Venerdì 12 maggio, GIULIANOVA, Circolo Il Nome della Rosa, ore 21,30; interviene Paolo Pignocchi, vicepresidente di Amnesty International; modera Roberto Digiovannantonio.
-Sabato 13 maggio, MONTESILVANO, Libreria On the road, Galleria Europa 2, Corso Umberto I, 134, ore 18,00, modera Antonella Buccigrossi.
-Mercoledì 17 maggio, TORINO, Libreria AUT, via Barbaroux, 8, ore 18,30; modera Marco Travaglini.
-Venerdì 26 maggio, MODENA, Emily Bookshop, via Fonte d’Abisso 9/11, ore 17,00.
-Sabato 27 maggio, BRESCIA, Circolo ARCI “Caffè letterario”,  via Cesare Beccaria, 10, ore 17.00-20.00; modera Irene Panighetti; organizza l’Associazione “Orage d’étoiles” (www.associazioneoragedetoiles.com)

A questi incontri vanno aggiunte fiere del libro e festival, dove sarò presente allo stand in qualità sia di autore che di editore. Tra questi, segnalo senz'altro:
- 24-26 marzo, MILANO, BookPride
- 18-22 maggio, TORINO, Salone internazionale del libro
- 16-18 giugno, GIAVERA DEL MONTELLO (TV), GiaveraFestival.

Altre date, come detto, in via di definizione. In caso di proposte di incontri per Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio, contattatemi e provvederemo a trovare insieme una data.
Come sempre - almeno così si spera - vi aspetto in tanti, con cervello e cuore aperti.

venerdì 24 febbraio 2017

La Bosnia, i nazionalismi e la richiesta di revisione della sentenza di genocidio contro la Serbia

Nel 2007 la Corte di giustizia internazionale (Icj) de L’Aja aveva messo fine con una sentenza salomonica e politicizzata a una lunga querelle tra Bosnia Erzegovina e Serbia. Sarajevo chiedeva a L’Aja di condannare la Serbia per aggressione armata e genocidio durante la guerra del 1992-1995, la Serbia si difendeva negando il tutto. Alla fine, una sentenza assurda e contestata da tutti chiudeva la causa, con la Corte che riusciva a rendersi ridicola scrivendo, nel testo della sentenza, che la Serbia non era responsabile per il genocidio ma s’era macchiata della colpa di non aver fatto abbastanza per prevenirlo. In politichese, un rompete le righe e non rompete più le scatole.
L’aggressione serbo-bosniaca alla Bosnia Erzegovina è evidente e sono fin troppo le prove e le testimonianze che lo dimostrano. L’aggressione della Serbia contro la Bosnia Erzegovina è molto meno evidente ma tutti sanno che è andata così, a cominciare dai serbi, ma il regime di Slobodan Milošević fu bravo a nascondere le prove, così come lo fu quello non meno colpevole di Franjo Tuđman, perché se tutti puntano il dito contro l’aggressione serba, non da meno è stata, rispetto alla Bosnia Erzegovina, la Croazia. Ora però, secondo Izetbegović, nuovi elementi a suffragio della tesi dell’aggressione serba sarebbero emersi dal processo in corso sempre a L’Aja, ma davanti ai giudici del Tribunale penale internazionale per i crimini ci guerra nella ex Jugoslavia (Tpi), contro l’ex generale Ratko Mladić, l’ultimo dei nomi eccellenti in attesa di sentenza, auspicabilmente di condanna.
Tutto questo ha senso? Io credo di no.

giovedì 23 febbraio 2017

Viaggio in Bosnia, 22-26 aprile - ancora qualche posto disponibile

Lungo le tracce di Ivo Andric e delle ultime due guerre

Ancora qualche posto disponibile per il nuovo viaggio in Bosnia organizzato con gli amici dell'Associazione Terre di Artijané.
Il viaggio prevede Banja Luka, Sarajevo, Rudo, Višegrad e Tuzla, con incontri importanti e un tuffo vero nei sapori e delle storie locali.
Centrale è però il viaggio sulla Drina. Uno scorcio di valle della Drina per immergerci nella storia. La Valle della Drina è un luogo incantato dal punto di vista paesaggistico ma al contempo posto di frontiera che ha visto svolgersi alcuni degli eventi più importanti e drammatici della storia del Novecento.
Incontreremo testimoni dell’ultimo conflitto. Dormiremo e mangeremo con le persone del posto. Assisteremo allo spettacolo di uno dei più grandi e famosi gruppi folkloristici dei Balcani, quello di Rudo. E ascolteremo dalla viva voce dei testimoni ciò che è accaduto in quei luoghi meravigliosi appena venticinque anni fa, a un passo da casa nostra.

Da sabato 22 aprile a mercoledì 26 aprile inclusi.

Euro 440,00

Per info e prenotazioni:
Stefano Donà, Associazione Terre di Artijané
349 3000242
moltobelissimo@gmail.com

mercoledì 22 febbraio 2017

"Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio" pronto oggi sul trampolino di lancio

Impaginato e già in ultima lettura, sotto ben tre paia di occhi attenti, in ordine alfabetico Andrea, Giulia e Maria Cecilia: la strada verso la tipografia per Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio è ormai spianata.
Da ora sappiamo che il libro sviluppa 208 pagine di foliazione per 1,3 centimetri di dorso. Copertina con bandelle, tutto a quattro colori, con plastificazione opaca su cartoncino da 300 grammi. Tredici capitoli più quattro testi "esterni", a firma in ordine di apparizione di Riccardo Noury, Silvio Ziliotto, Marco Travaglini, Andrea Cortesi.
Prezzo di copertina, 14,00 euro.
In libreria da metà marzo circa.
A breve, forse già domani, sarà pronto un primo elenco di presentazioni. Per ora siamo a 16 presentazioni fino a fine maggio. Sarà una   primavera impegnativa.
La lunga strada, insomma, comincia adesso. E ci sarà tanto da camminare per raccontarvi per filo e per segno, come sempre dall'interno, una pagina di storia contemporanea lunga ben venticinque anni.

sabato 18 febbraio 2017

Tre anni senza Angelo Lallo - un estratto da "Il sentiero dei tulipani"

Sono già passati tre anni dalla scomparsa di Angelo Lallo, l'amico scrittore dal grande cuore la cui ultima fatica è stato lo splendido Mala dies, sul tema degli ospedali psichiatrici giudiziari nel nostro Paese. Era il 19 febbraio 2014 quanto, purtroppo, a causa di un infarto il suo cuore ha smesso di battere. Era andato in pensione da pochi mesi e aveva tantissimi progetti.
Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia, al lavoro duro, prima in fabbrica poi sui libri e a scuola, come insegnante, per i suoi ragazzi. Ha scoperto già grande la sua passione per la ricerca storica e ha scritto alcuni libri che sono e saranno pietre miliari della ricerca storica applicata alla psichiatria. Ha firmato molti titoli, e per Infinito edizioni ha pubblicato due capolavori che s'intitolano Il sentiero dei tulipani e, appunto, Mala dies.
Mi fa piacere ricordarlo, regalando il primo capitolo de Il sentiero dei tulipani, il libro che lo ha visto coniare un neologismo, psiconazionalismo, di cui si parlerà molto, purtroppo, in futuro.

Cattivi e pessimi
Il delirio di K, fulminante e senza equivoci. Il suo sogno – o la sua ossessione – era di riconvertire Sarajevo in un’immensa istituzione totale. La terra della convivenza etnica e della tolleranza religiosa doveva essere umiliata. Il suo folle progetto era disegnato in modo da disperdere la secolare diversità che si respirava nella celebre porta carovaniera dei Balcani, l’antico borgo di Saraj-ovasi. Il segnale che suonava come punizione verso la città, in realtà diventava un monito indirizzato alle terre balcaniche e K da tempo minacciava i bosniaci a non intraprendere la stessa strada della Slovenia e della Croazia perché il prezzo da pagare era l’annientamento, la sparizione dei musulmani di Bosnia.

Mondiali, slalom gigante: Vai Razzo, veloce e feroce!

Domenica, 19 febbraio, ultimo giorno dei Mondiali di sci alpino a St. Moritz: alle 9,45 si scende per la prima manche dello slalom speciale maschile. Facciamo il tifo per la nostra Nazionale, ma con un occhoi particolare seguiamo e tifiamo per il Nostro Giuliano Razzoli. #VaiRazzo!!! veloce e feroce!

Višegrad: i primi numeri, i primi spunti

 
Tremila vittime, tra cui circa seicento donne e circa centotrenta bambini. La più piccola aveva 48 ore di vita. Questi i numeri dell'eccidio verificatosi a Višegrad tra l'aprile del 1992 e l'autunno del 1994.
Višegrad è stata la città in Bosnia Erzegovina in cui le donne hanno pagato percentualmente il prezzo più alto in termini di stupro etnico e di omicidi.
In città fino al Duemila non viveva più neppure un musulmano-bosniaco, la cui comunità, ampiamente maggioritaria, si trovava lì da secoli.
Numeri spaventosi, che hanno reso Višegrad la città in cui si sono svolte le prove generali del genocidio di Srebrenica e la Drina la più grande fossa comune del conflitto del 1992-1995. Nel fiume e nel lago Peručac - con i suoi 55 chilometri di lunghezza perfetto per nascondere i corpi delle vittime - i criminali di Višegrad hanno infatti scaricato il risultato del loro lavoro d'odio.
La giustizia internazionale non ha neanche lontanamente preso in considerazione l'ipotesi di considerare lo stupro etnico operato su larga scala a Višegrad come un crimine di guerra e non ha ritenuto che a Višegrad sia andato in scena un genocidio.
E allora, cosa è stato?
Nessuna risposta. Omertà. La stessa che si respira oggi girando nella città dello stari grad di Mehemed Paša Sokolović.
Ce ne sono di cose da raccontare, su Višegrad...
Da metà marzo, le racconto tutte. Su ieri e su oggi.

giovedì 16 febbraio 2017

Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio

Si intitola Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio il mio nuovo reportage dai Balcani di eri e di oggi.
Quella che pubblico qui è la copertina del libro, un frammento di un meraviglioso trittico dipinto su tavole di pero stagionato dal grande Ibrahim Ljubović, uno dei maggiori talenti pittorici jugoslavi del Novecento. Non è forse un caso che la maggior parte delle opere a lui più care siano state trafugare dagli assedianti serbo-bosniaci nel suo studio sarajevese di Grbavica, durante la guerra del 1992-1995. La vedova di Ljubović, la gentilissima signora Suada, attraverso la comune amica Kanita Fočak, mi ha dato una grande gioia concedendomi la possibilità di usare quest'immagine per la copertina. La foto, vedrete, non è perfetta. Questo perché l'ho scattata io, in condizioni di quasi buio, nella sala da pranzo dell'hotel Vilina Vlas, a Višegrad, uno dei luoghi più spaventosi dello stupro etnico e della pulizia etnica durante la guerra in Bosnia Erzegovina. Anche di questo racconto in Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio.
Il libro, dedicato alla memoria del grande ricercatore storico Angelo Lallo - sincero amico e grande appassionato di Balcani - si avvale della prefazione di Riccardo Noury, dell'introduzione di Silvio Ziliotto e della postfazione di Marco Travaglini, tutti amici di viaggio e d'impegno in questi lunghi anni, oltre che penne molto al di dentro delle questioni balcaniche.
Tanti e prestigiosi i patrocinatori, che hanno voluto legare il loro nome a questo lavoro, per sostenerlo e sposarne i contenuti e il significato, che è un significato di lotta, sia chiaro da subito. Di lotta per la giustizia e per la verità.
Considero Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio un prequel storico dei miei lavori su Srebrenica, che migliaia e migliaia di persone hanno comprato e letto. Ciò che successe a Višegrad tra l'aprile del 1992 e l'ottobre del 1994 è semplicemente la prova generale di quanto avvenne nel luglio del 1995 a Srebrenica.
Tanti i compagni di viaggio in questo libro. Molti, direi moltissimi, sono serbo-bosniaci. La maggior parte di loro però non comparirà col suo nome di battesimo, per paura di ritorsioni anche gravi. Questa, purtroppo, ancora oggi è la situazione nella Bosnia orientale.
Višegrad. L'odio, la morte, l'oblio sarà disponibile dalla metà di marzo circa. Sono già tante le presentazioni fissate, di cui a breve darò notizia sempre attraverso questo mio blog e le mie pagine social. Spero che leggerete questo libro, che ne parlerete, che parteciperete numerosi e attivi alle presentazioni, che andranno avanti almeno fino alla fine del 2017.
Io, ancora una volta, ce l'ho messa tutta. Più di questo non penso di poter fare, con le mie forze. Ora sta a chi vorrà seguirmi nel racconto e nello studio di questa nuova terribile pagina di storia contemporanea. Storia che non è solo la "loro" (e che molti bosniaci ignorano). Ma che è anche la "nostra".

venerdì 10 febbraio 2017

Viaggio in Bosnia, 22-26 aprile 2017

Lungo le tracce di Ivo Andric e delle ultime due guerre

Uno scorcio di Drina per immergerci nella storia.
Al centro del nuovo viaggio in Bosnia Erzegovina c’è la Valle della Drina, luogo incantato dal punto paesaggistico ma al contempo posto di frontiera che ha visto svolgersi alcuni degli eventi più importanti e drammatici della storia del Novecento.
Passeremo attraverso due capitali (quella del Paese, Sarajevo, e quella amministrativa della Repubblica serba di Bosnia, Banja Luka) per arrivare fino alla Valle della Drina, luogo dove nel 1992 le forze paramilitari serbe e l’esercito serbo-bosniaco hanno lanciato un’offensiva terribile per l’annessione della Repubblica serba di Bosnia alla Serbia.
Incontreremo testimoni dell’ultimo conflitto. Dormiremo e mangeremo con le persone del posto. Assisteremo allo spettacolo di uno dei più grandi e famosi gruppi folkloristici dei Balcani, quello di Rudo. E ascolteremo dalla viva voce dei testimoni ciò che è accaduto in quei luoghi meravigliosi appena venticinque anni fa, a un passo da casa nostra.

Da sabato 22 aprile a mercoledì 26 aprile inclusi.

Euro 440,00

Per info e prenotazioni:
Stefano Donà, AssociazioneArtijané
349 3000242
moltobelissimo@gmail.com

mercoledì 8 febbraio 2017

Burundi, l’allarme delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani

Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani, Michel Forst, ha dichiarato in un rapporto sulla repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani in Burundi che “nel mese di ottobre, le autorità burundesi hanno radiato cinque delle principali organizzazioni non governative, tra cui FORSC il Focode. Poche settimane più tardi la stessa sorte è toccata a Iteka e a Olufad”. La preoccupazione per il rappresentante delle Nazioni Unite si estende anche alla situazione dei rappresentanti e dei membri di queste organizzazioni. "Non bisogna dimenticare che i principali leader delle Ong sono fuggiti all'estero - continua Forst - a causa dell’aumento degli attacchi contro di loro. Quelli che restano sono minacciati. Ci sono arresti arbitrari, minacce contro di loro, e una vera e propria campagna denigratoria nei loro confronti”.
Michel Forst denuncia in particolare il nuovo testo di legge adottato dal Parlamento burundese lo scorso dicembre che rafforza in modo significativo il controllo esercitato da parte delle autorità sul lavoro delle Ong. “Il lavoro delle Ong dovrà essere preventivamente autorizzato dal ministero dell’Interno e a questo controllo politico si aggiunge anche un controllo economico”, continua Forst, infatti le Ong potranno ricevere finanziamenti e aiuti dall’estero solo dopo il nullaosta da parte del governo.
Tutte queste misure, conclude Forst, hanno un unico obiettivo: mettere a tacere la società civile in Burundi.
Su questo Paese segnaliamo il libro di Maria Ollari dal titolo Burundi, la terra del dolore e del silenzio

martedì 7 febbraio 2017

7 febbraio, Safer Internet Day

Il Safer Internet Day (SID) è un evento che cade il 7 febbraio per sensibilizzare i più giovani a un uso consapevole del web e per spronare gli adulti ad educare i ragazzi in questa direzione. Il SID è promosso da INSAFE e INHOPE, due network internazionali impegnati proprio nel campo della sicurezza online, coordinato dai Safer Internet Centre (SIC) dei singoli Paesi, con il supporto della Commissione Europea.
Dal 2004, anno di istituzione del SID, il 7 febbraio è diventato un giorno di riferimento per tutti gli operatori del settore, le istituzioni le organizzazioni della società civile, arrivando a coinvolgere, oggi, oltre 100 Paesi.
"Be the change: unite for a better internet”  è lo slogan scelto per l’edizione del 2017, ed è  finalizzato a far riflettere i ragazzi non solo sull’uso consapevole della Rete, ma sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro.
Anche in Italia ci saranno celebrazioni per il SID; ricordiamo l’iniziativa che si svolgerà a Roma, presso gli spazi espositivi della Caserma Guido Reni, in via Guido Reni, alla presenza di circa 1.000 studenti e dei rappresentanti di aziende, associazioni e istituzioni partecipanti all’Advisory Board di Generazioni Connesse
Nel nostro Paese oggi il Miur sostiene la prima Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola con la campagnaUn Nodo Blu - le scuole unite contro il bullismo", invitando i ragazzi e i docenti a indossare un fiocco di colore blu in segno di solidarietà alle vittime di questa piaga sociale.
Per riflettere su questo importante tema segnaliamo la lettura del libro di Luciano Garofano e Lorenzo Puglisi dal titolo La prepotenza invisibile. Bulli e cyberbulli: chi sono, come difendersi

lunedì 6 febbraio 2017

6 febbraio, Giornata Mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili

Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell'Africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. Tali pratiche ledono fortemente la salute psichica e fisica di bambine e donne che ne sono sottoposte.
L’Organizzazione mondiale per la Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno. Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili, che, purtroppo, conoscono una serie di declinazioni e specificità.
Tutte queste mutilazioni ledono gravemente sia la vita sessuale sia la salute delle donne, ed è a tutela di queste ultime che si adoperano i movimenti per l'emancipazione femminile, soprattutto in Africa.
Le mutilazioni genitali femminili hanno gravissime conseguenze sul piano psicofisico, sia immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock), sia a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).
Per ricordare questa data, ricordiamo che l'argomento è ampiamente dibattuto all'interno del Rapporto 2015-2016 di Amnesty International e regaliamo un estratto dal libro di Emanuela Zuccalà dal titolo Donne che vorresti conoscere in cui si affronta questo tema.

venerdì 3 febbraio 2017

Maurizio Casarola, "the Voice" delle gare di lotta in Italia

Tutto è iniziato dall’altra parte del mondo, a Rio de Janeiro, il 21 agosto 20016 quando il nostro Maurizio Casarola forniva la sua esperienza tecnica commentando, insieme al giornalista della Rai Tommaso Mecarozzi, la gara di Frank Chamizo, il lottatore di origini cubane che gareggia per i colori azzurri e al quale Maurizio ha voluto dedicare "Frank Chamizo. La rivoluzione della lotta" (Infinito edizioni, 2016). Il lavoro portato avanti da Maurizio è stato egregio, tanto è vero che la sua professionalità è stata ripagata dalla FIJLKAM che lo ha nominato speaker ufficiale di tutte le gare di lotta nei campionati nazionali per le varie categorie di età e sesso. Primo appuntamento con Maurizio Casarola sabato 11 febbraio, con i Campionati Italiani Esordienti di lotta libera. Lo streaming in diretta sarà sempre disponibile sul sito della FIJLKAM.
E così, da oggi Maurizio sarà Maurizio "the Voice" e vedrete che la quialità del suo lavoro sarà, come sempre, immensa.
Grazie Maurizio, in bocca al lupo!

Un breve ricordo di Predrag Matvejević

La scomparsa del professor Predrag Matvejević lascia tanti vuoti. Già il suo forzato ritiro, negli ultimi anni, aveva evidenziato l’assenza di una personalità in grado di sostituirlo nel ruolo irraggiungibile che egli ha avuto non solo come narratore, ma anche come sensibile e metodico studioso. Come lui, solo Ivo Andrić ha saputo dare alla letteratura degli Slavi del sud, europea e mondiale quel tocco unico tale da renderlo un Grande alla pari dei Grandi.
Matvejević era un uomo brillante, una brava persona, un amante della vita e un intellettuale sopraffino. Abile e dolce narratore, robusto e sensibile conferenziere, ha avuto, tra i pochi, il coraggio di affrontare da solo o quasi, a petto nudo, l’oscurantismo becero e malevolo del contemporaneo neofascismo in chiave croata pagandone personalmente le conseguenze per la sola “colpa” di aver dato del talebano cristiano a un presunto intellettuale del suo Paese fin troppo pedestremente schierato sulle posizioni del nuovo padrone al comando. Un uomo coraggioso, dunque, che ha combattuto mille battaglie di civiltà, non importa se vincendole o perdendole, ma che ha avuto il coraggio di combatterle a viso aperto, quando in tanti si nascondevano, nel suo Paese d’origine come altrove.

Ospedali psichiatrici giudiziari, chiude la struttura di Montelupo Fiorentino

Termina un lungo capitolo della nostra storia: la prossima settimana la villa medicea dell'Ambrogiana di Montelupo Fiorentino, sede di uno degli ultimi due ospedali psichiatrici giudiziari (opg) italiani, chiuderà definitivamente. Il trasferimento dell’ultima persona presente sancirà la fine dell’attività di questa struttura, attiva dal 1886 prima come manicomio criminale e successivamente come opg. Il Comune di Montelupo in una dichiarazione raccolta dall’Ansa parla di "evento epocale per la città" da gestire "con molta attenzione".
Franco Corleone, commissario unico del Governo per le procedure necessarie al definitivo superamento degli opg, ha incontrato ieri la commissione del consiliare speciale 'Villa medicea', per illustrare la situazione attuale e quanto accadrà nel breve periodo. Primo dato importante è la rassicurazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) sul fatto che la villa non ospiterà un carcere. Sulla valorizzazione della struttura la prossima settimana si riunirà poi il gruppo che deve definire le linee guida della progettazione futura, coordinato da Comune e composto da Dap, Regione Toscana, Demanio.

Segnaliamo ai nostri lettori su questo tema la lettura del libro di Angelo Lallo dal titolo Mala Dies. L’inferno degli ospedali psichiatrici giudiziari e delle istituzioni totali in Italia