giovedì 3 novembre 2016

A Mosca le autorità locali sigillano l’ufficio di Amnesty International

Brutta sorpresa ieri mattina per il personale dell'ufficio di Mosca di Amnesty International: al loro arrivo dipendenti e volontari hanno trovato i locali sigillati e affisso un avviso di divieto d'ingresso, firmato dalle autorità locali.
"Non sappiamo cosa abbia spinto le autorità di Mosca a impedirci l'accesso al nostro ufficio. È stata una spiacevole sorpresa, della quale non avevamo ricevuto alcun preavviso" – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l'Europa in un comunicato diffuso dall’organizzazione.
"Considerato il clima in cui la società civile si trova a operare in Russia, ci sono diverse ragioni plausibili, ma non possiamo anticipare alcuna conclusione. Stiamo cercando di risolvere questa situazione nel modo più rapido possibile e speriamo davvero che si tratti di una mera questione amministrativa. Da parte nostra, siamo certi al 100 per cento di aver assolto a tutti i nostri obblighi di locatari", ha aggiunto Dalhuisen.
Il breve avviso affisso all'entrata dell'ufficio che è concesso in affitto direttamente dalle autorità comunali afferma che il locale è "di proprietà di una città della Federazione russa" e che nessuno può accedervi senza essere accompagnato da un funzionario comunale. Le serrature e il sistema d'allarme sono stati rimossi e la luce elettrica risulta tagliata.
Il personale di Amnesty International ha telefonato ai numeri riportati sull'avviso ma finora senza risultato. Si sta cercando di ottenere un incontro con le autorità comunali.
In questo clima risulta molto interessante la lettura delle prime righe del Rapporto 2015-2016. La situazione dei Diritti Umani nel mondo dedicato alla Russia, che riportiamo qui sotto.

“Le libertà d’espressione e di riunione pacifica sono rimaste gravemente limi­tate. Le autorità hanno dominato gli organi d’informazione della carta stam­pata e radiotelevisivi e hanno ulteriormente esteso il loro controllo su Internet. Le Ngo hanno subìto ulteriori molestie e ritorsioni, secondo la legge sugli “agenti stranieri” e il loro accesso a finanziamenti esteri è stato ulteriormente limitato da una nuova legge che ha vietato le organizzazioni “indesiderabili”. Sempre più persone sono state arrestate e accusate penalmente per aver criticato la politica statale e mostrato pubblicamente o aver posseduto materiali ritenuti estremisti o comunque illegali ai sensi delle generiche norme sulla sicurezza nazionale. Quat­tro persone dovevano affrontare un procedimento secondo la legge del 2014, che aveva reso reato le ripetute violazioni della legislazione sulle assemblee pubbliche. Una serie di casi di alto profilo ha portato ulteriormente alla luce le profonde ca­renze del sistema giudiziario; una nuova legge ha conferito alla Corte costituziona­le l’autorità di annullare le decisioni della Corte europea dei diritti umani. I rifugia­ti hanno incontrato numerosi ostacoli nell’accesso alla protezione internazionale. Gravi violazioni dei diritti umani hanno continuato a verificarsi nel Caucaso del Nord e i difensori dei diritti umani che le denunciavano hanno subìto vessazioni”.