venerdì 15 aprile 2016

26 aprile 1986: radiazioni e immigrazione

“La radiazione s’è abbattuta a macchie, con un tracciato tutto suo, e così tante campagne altamente inquinate restano popolate poiché, anche nel dubbio, si deve continuare a vivere e a mangiare, e negli anni queste terre malate sono diventate persino meta di immigrazione da Paesi ex sovietici più poveri: Moldavia, Daghestan, Kazakhstan, Georgia. Le case vuote abbondano, i raccolti pure. La radiazione non si vede e non si sente”.
Con queste parole Emanuela Zuccalà racconta, nell’epub Giardino Atomico, gli effetti – anche migratori – dell’esplosione della centrale di Chernobyl, avvenuta trent’anni fa.