Finalmente alcuni titoli "bosniaci" della nostra casa editrice sono in vendita presso la bellissima libreria amica Connectum di Sarajevo, in Ćurčiluk
Veliki 27, in pieno centro, proprio dietro la moschea dedicata al beg Gazi
Husrev. Per noi si tratta di un grande onore. Per me in particolare, visto che Connectum ha ritenuto di mettere in mostra e in vendita molti dei miei libri sulla Bosnia Erzegovina, ed esattamente:
I bastardi di Sarajevo
Saluti da Sarajevo
Srebrenica. I giorni della vergogna
Srebrenica. La giustizia negata
Chissà che prima o poi non arrivino anche gli altri libri, e in particolare il mio amato "Bosnia express".
Gli altri titoli disponibili sono:
Sarajevo, mon amour di Jovan Divjak
In Bosnia di Pierfrancesco Curzi
Zelenkovac di Daniele Canepa, Luca Fiorato e Michele Giuseppone.
I libri sono arrivati in libreria lunedì 25 aprile, quando ho avuto il piacere di incontrare personalmente a Mostar Alma Palaljia e il suo collega Sead Velagic, reduci dalla fiera del libro di Sarajevo.
Noi naturalmente vi invitiamo, quando sarete a Sarajevo, ad andare a visitare assolutamente il Klub Knjige Connectum e ad acquistarvi i nostri libri e quant'altro da loro proposto.
Approfittiamo per mostrarvi in qualche immagine mandataci oggi da Alma la libreria e i nostri libri in bella mostra al suo interno.
Evviva!
venerdì 29 aprile 2016
30 aprile 1986, un “Ping” collega l'Italia al web
Era il 30 aprile di trent’anni fa quando venne
trasmesso il primo messaggio – un semplice “Ping” – che avrebbe collegato il
nostro Paese al web: il segnale fece un lungo viaggio partendo da Pisa,
passando per Frascati, in provincia di Roma, poi a Fucino in Abruzzo,
rimbalzando sul satellite Intelsat IV, che orbitava sopra l’Atlantico, e
scendendo infine verso la stazione satellitare di Roaring Creek, in
Pennsylvania.
Era il 30 aprile 1986, erano circa le 18 e dopo meno di un secondo arrivò la risposta dagli Usa: ok.
L’Italia si era collegata a internet, ma il mondo era attonito per la tragedia dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuta quattro giorni prima e di cui si iniziava ad avere notizie. Internet non esisteva nella coscienza collettiva. Non esisteva neanche nel comunicato che qualche giorno dopo, con tutta calma, venne predisposto a Pisa. Si parlava di collegamento di Pisa ad Arpanet, la rete che era nata negli Stati Uniti nell’ottobre del 1969 per collegare i computer di molte università americane.
Era il 30 aprile 1986, erano circa le 18 e dopo meno di un secondo arrivò la risposta dagli Usa: ok.
L’Italia si era collegata a internet, ma il mondo era attonito per la tragedia dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuta quattro giorni prima e di cui si iniziava ad avere notizie. Internet non esisteva nella coscienza collettiva. Non esisteva neanche nel comunicato che qualche giorno dopo, con tutta calma, venne predisposto a Pisa. Si parlava di collegamento di Pisa ad Arpanet, la rete che era nata negli Stati Uniti nell’ottobre del 1969 per collegare i computer di molte università americane.
Ricordiamo questa importante tappa della nostra
società con due libri che hanno affrontato il tema di internet e del web:
CLICCATE
E TROVERETE, di Giulio Albanese e Sergio Pillon
COSE
DELL’ALTRO MONDO, di Gianfranco Valenti con Claudio Baglioni
martedì 26 aprile 2016
Il fronte Hofer-Dodik-Salvini-Le Pen
Come
ormai noto, domenica 24 aprile Norbert Hofer, il candidato del Partito della
Libertà (Fpö), formazione radical-conservatrice fondata
e amorevolmente allevata dal defunto (2008) Jörg
Haider (che negli ultimi anni della sua vita lasciò il Fpö per fondare la Bzö),
ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali austriache con un ottimo
35% dei voti, contro lo scialbo 21% del principale concorrente, il verde Alexander
van der Bellen. Tutta la destra più o meno populista, xenofoba o razzista
europea si è affrettata a salire sul carro del vincitore, provando a
monetizzare il successo di Hofer, che il 22 maggio è atteso dal ballottaggio
con la prospettiva non remota di sedere sulla poltrona di primo cittadino
austriaco.
La stampa italiana ha riportato le
felicitazioni dei vari leader della
destra anti-migranti e isolazionista europea. Tra le varie, da ricordare senz’altro
quelle del leghista italiano Matteo Salvini e della leader del Fronte Nazionale francese Marine Le Pen.
“Le
mie più sincere congratulazioni ai nostri amici del Fpoe per questo magnifico
risultato. Bravo al popolo austriaco!” ha scritto in un misurato ma esauriente
twit la Le Pen.
Immancabile,
invece, la sbrodolata di parole del barbuto ariano leghista: “Provo immensa
gioia per il grande successo del nostro storico alleato Fpö. È la migliore riposta agli indecisi, a chi tentenna
nel centro-destra italiano. Quel che mi sconcerta e che mi fa incazzare è il
pressapochismo con cui vengono definiti destra xenofoba e razzista dai media. Chiunque chieda libertà, immigrazione controllata e un’Europa
diversa viene subito marchiato. Il ‘politicamente corretto’ uccide la verità e
la realtà”.
venerdì 15 aprile 2016
26 aprile 1986: radiazioni e immigrazione
“La
radiazione s’è abbattuta a macchie, con un tracciato tutto suo, e così tante
campagne altamente inquinate restano popolate poiché, anche nel dubbio, si deve
continuare a vivere e a mangiare, e negli anni queste terre malate sono
diventate persino meta di immigrazione da Paesi ex sovietici più poveri:
Moldavia, Daghestan, Kazakhstan, Georgia. Le case vuote abbondano, i raccolti
pure. La radiazione non si vede e non si sente”.
Con queste parole Emanuela Zuccalà racconta, nell’epub Giardino Atomico, gli effetti – anche migratori – dell’esplosione della centrale di Chernobyl, avvenuta trent’anni fa.
Con queste parole Emanuela Zuccalà racconta, nell’epub Giardino Atomico, gli effetti – anche migratori – dell’esplosione della centrale di Chernobyl, avvenuta trent’anni fa.
Il Catalogo 2016? On line!
Il catalogo in formato pdf aggiornato al luglio 2016 della Infinito edizioni è online. Per scaricarlo, potete semplicemente fare click qui o andare sulla home page del sito Web della casa editrice.
Buona consultazione!
Buona consultazione!
giovedì 14 aprile 2016
26 aprile 1986: il “Giardino Atomico”
Chernobyl,
26 aprile di trent’anni fa. L’esplosione del reattore numero 4 della centrale
nucleare ucraina scatena una potenza radioattiva quattrocento volte superiore
alle bombe sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki. Il disastro viene
minimizzato, inizialmente nascosto, dalle autorità sovietiche dell’epoca e
ancora oggi non se ne conosce appieno l’intera magnitudo.
Tre
decenni dopo, quando i lavori di messa in sicurezza della struttura sono ancora
lentamente in corso, Emanuela Zuccalà racconta nell’epub Giardino Atomico la sua indagine sul campo, arrivando a toccare il mostro
atomico con mano, a pochi metri dal sarcofago in cemento, il monumento funebre
che imprigiona il reattore nucleare.
Qui una breve ricostruzione di quei
giorni lontani.
“Agli abitanti di Pripyat non arriva
nessuna comunicazione fino al pomeriggio del 27 aprile. Nella notte tra il 25 e
il 26 hanno osservato il bagliore violaceo apparso all’improvviso sopra la
torre del reattore ma, tornata la luce del giorno, riprendono tranquilli le
loro attività. Non viene diffuso alcun avviso sulla necessità di restare chiusi
in casa, però ci sono uomini in divisa che lavano le strade della città con un
liquido bianco. Arriva la Protezione civile ucraina.
Solo verso mezzogiorno del 27 aprile
un messaggio radio annuncia l’imminente evacuazione. Da Kiev arrivano 1.100
pullman per trasferire tutti lontano, in altre province. Uomini, donne e
bambini portano con sé pochi oggetti: sono convinti che torneranno. In poche
ore, Pripyat si spoglia di tutte le vestigia umane per trasfigurarsi in una
città-ombra, eternamente atrofizzata nella sua inconsapevole angoscia”.
mercoledì 13 aprile 2016
A cosa stavamo andando incontro?
In omaggio - da oggi anche in pdf sul sito della casa editrice - la prima parte dell'ottavo capitolo di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE. il libro d'avventura e di attualità che potrebbe cambiarvi la primavera, l'estate e la vita...
Il rosso infuocato del tramonto ricordava all’orologio impazzito
della mia pancia che era ora di cominciare a brontolare. Nuvole giganti,
grondanti densa luce sanguigna, si sovrapponevano al disco del sole in
picchiata dietro il mare. Ne nasceva, negli anfratti più reconditi dell’anima,
schiaffeggiata dalle turbolenze degli esami di coscienza indotti dal lungo
viaggio aereo, un effetto quasi tangibile di smaterializzazione.
Improvvisamente, come la mano piena d’amore sul capo del bimbo scosso dal
disagio di sogni incomprensibili, un mantello di pace sembrò scivolare
dolcemente sull’animo sovrastato dall’eccezionalità di quella manifestazione
altissima della natura. Elemento estraneo agli istinti di un europeo, quel
cielo grondante forza rubava, dopo attimi di smarrimento, ogni vigore
all’ansia, facendo calare istanti infiniti di pace nel corpo, quasi disciolto
in quella luce portentosa. Poi, al ritorno nella mia materialità, ecco lo
spettacolo del cielo, del mare, degli occhi, dell’anima, persino del cemento
austero e squadrato del resort nel quale riposava la tela ormai lurida
delle valige: la certezza esteriore che tutto era inondato di una luce
inspiegabile, emozionante, unica, dopo il bagno catartico di stupore interiore.
E il cuore palpitava, al pensiero del domani, del viaggio verso quell’ignoto
che l’uomo borioso al comando del nostro gruppo non voleva disvelare.
Visita di Renzi a Teheran, chiedere impegni sulla pena di morte
Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, ha
scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione del viaggio in
corso a Teheran, invitandolo a manifestare alle autorità dell'Iran
preoccupazione per l'incessante uso della pena di morte nel Paese.
Lo scorso anno, segnala Amnesty International nel “Rapporto 2015-2016.
La situazione dei Diritti umani nel mondo”, in Iran sono state
eseguite almeno 977 condanne a morte; di questi si registrano almeno quattro
minorenni al momento del reato e 16 donne. Amnesty International ha inoltre
registrato almeno 58 esecuzioni avvenute in pubblico.
Molte sentenze capitali in Iran – continua il Rapporto – vengono emesse a seguito di processi non in linea con gli standard internazionali sul giusto processo: gli imputati spesso non hanno accesso agli avvocati durante gli interrogatori nella fase pre-processuale; frequentemente oppure i tribunali rigettano le denunce di tortura e ammettono come prova "confessioni" ottenute sotto tortura.
Nella lettera al presidente del Consiglio, Rufini ha segnalato due casi di prigionieri a rischio d'imminente esecuzione e ha sollecitato il governo italiano a fare gli opportuni passi per chiedere che sia loro risparmiata la vita. La lettera del direttore generale di Amnesty International Italia si chiude, in assenza di riscontro su eventuali colloqui in tema di diritti umani nel corso della recente visita del presidente iraniano Rouhani a Roma, rinnovando la richiesta che il governo italiano colga l'occasione per farsi promotore di un miglioramento della situazione dei diritti umani in Iran, nel contesto delle relazioni bilaterali tra i due Paesi.
Molte sentenze capitali in Iran – continua il Rapporto – vengono emesse a seguito di processi non in linea con gli standard internazionali sul giusto processo: gli imputati spesso non hanno accesso agli avvocati durante gli interrogatori nella fase pre-processuale; frequentemente oppure i tribunali rigettano le denunce di tortura e ammettono come prova "confessioni" ottenute sotto tortura.
Nella lettera al presidente del Consiglio, Rufini ha segnalato due casi di prigionieri a rischio d'imminente esecuzione e ha sollecitato il governo italiano a fare gli opportuni passi per chiedere che sia loro risparmiata la vita. La lettera del direttore generale di Amnesty International Italia si chiude, in assenza di riscontro su eventuali colloqui in tema di diritti umani nel corso della recente visita del presidente iraniano Rouhani a Roma, rinnovando la richiesta che il governo italiano colga l'occasione per farsi promotore di un miglioramento della situazione dei diritti umani in Iran, nel contesto delle relazioni bilaterali tra i due Paesi.
lunedì 11 aprile 2016
Due sorprese da scartare in redazione
Appena arrivati in redazione.
Due grandi libri:
Galere d'Italia, di Antigone onlus, con prefazione di Roberto Saviano; e
Mamma viene a morire da noi domenica, della leader mondiale della nonviolenza Pat Patfoort, con prefazione di Mina Welby.
Due novità importanti targate Infinito edizioni per aprile 2016!
Due grandi libri:
Galere d'Italia, di Antigone onlus, con prefazione di Roberto Saviano; e
Mamma viene a morire da noi domenica, della leader mondiale della nonviolenza Pat Patfoort, con prefazione di Mina Welby.
Due novità importanti targate Infinito edizioni per aprile 2016!
venerdì 8 aprile 2016
Mia madre ha sempre avuto una passione smisurata per le ciliegie...
Mia madre ha sempre avuto una passione smisurata per le ciliegie.
Nella vecchia casa, un tempo, avevamo un albero che, in più di trent’anni di
vita, aveva sviluppato un tronco grande e slanciato e dei rami robusti e
nervosi, aperti a guardare, dall’alto della fitta coltre estiva di foglie, i
quattro punti cardinali.
(Incipit del terzo capitolo di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE)
Ogni anno, tra fine giugno e fine luglio, mia madre giocava la sua
dura partita con l’albero di ciliegie. Dopo essersi tolta le scarpe, senza
neanche l’aiuto di una scala si arrampicava lungo il tronco e, una volta
arrivata alla base dei rami, scelto quello giusto cominciava la scalata alla
conquista dei grappoli più maturi. Nulla poteva farla retrocedere dalla sua
lotta personale per i preziosi frutti, neppure le formiche o il solleone.
Un giorno, l’ultimo che la vidi arrampicarsi sull’albero, mise un
piede in fallo e rischiò di farsi molto male. In attesa che i “volontari” la
traessero d’impaccio, rimase per una lunga manciata di secondi appesa per le
sole mani a un alto ramo, con le foglie immobili nella densa calura del primo
pomeriggio estivo. Una volta scesa, non fece una piega. Ci distribuì in premio
le ciliegie che aveva raccolto e riposto nelle capienti tasche del grembiule e
si disinfettò le abrasioni, togliendosi di dosso una a una le poche formiche
che l’avevano eletta a loro personale universo. L’anno dopo comprò una lunga
scala e cambiò le sue abitudini.
Alla fine di quell’estate l’albero morì,
improvvisamente. Le radici marcirono, le foglie caddero, il tronco parve
piegarsi di lato, come fosse scosso da un dolore a noi incomprensibile. Forse –
mi accarezzò per un istante l’idea – a uccidere quell’essere solitario fu
l’assenza improvvisa del peso del corpo di mia madre, la scomparsa del
solletico fatto dai piedi sulla corteccia, la mancanza delle gocce di sudore
che, scivolandole dalla fronte lungo le gote e il naso verso il mento, il caso
stillava imprevedibilmente, facendole picchiettare con sorda sinfonia sulla
grigia corteccia liscia e dura del ciliegio.(Incipit del terzo capitolo di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE)
giovedì 7 aprile 2016
Storia e leggenda dello sport milanese
Infinito edizioni - novità in libreria
Storia e leggenda
dello sport milanese
Le attività fisico-sportive a Milano dal 1735 al 1915
(€ 19,90 – pag. 360)
Le attività fisico-sportive a Milano dal 1735 al 1915
(€ 19,90 – pag. 360)
di Felice Fabrizio
prefazione di Elio Trifari
prefazione di Elio Trifari
Appassionati di vicende sportive e cultori
della storia, preparatevi a un viaggio lungo due secoli per terra,
per acqua e nel cielo di una Milano in continua e impetuosa trasformazione. Ci
sono, ad aspettarvi, 89 storie per ricostruire altrettanti eventi che
contrassegnano la nascita e lo sviluppo delle attività fisico-sportive in città
e provincia, ciascuno narrato con il linguaggio dei giornali dell’epoca, in un
gioco aperto di rimandi che permette di scegliere tra la lettura lineare e impagabili
itinerari tematici. Dall’equitazione al nuoto, dal pattinaggio al calcio, dalla
lotta libera alla pesistica, dal rugby al pugilato, dal tennis agli sport
motoristici, nautici e dell’aria, dal ciclismo al golf, dal podismo alla pesca…
e tanto altro ancora, questo è il testo più completo mai scritto sulla nascita
e sullo sviluppo dello sport a Milano e provincia, con
qualche “puntata” nel resto della Lombardia e fino a Torino e in Emilia.
Completano l’opera dieci percorsi che conducono per mano il podista
della storia attraverso i siti archeologici dello sport di Milano.
“Dobbiamo
essere grati all’autore della godibilità delle storie raccolte, della pazienza
nel ricercarle, della puntigliosità nel documentarle. C’è spazio e materiale,
in questo libro che sembra di sport, per una storia sociale della penisola.
Poiché non c’è storia senza società, e anche questi racconti lo testimoniano”.
(Elio Trifari)
mercoledì 6 aprile 2016
Oggi a Forlì "Srebrenica. La giustizia negata"
Oggi pomeriggio a Forlì io e Riccardo Noury siamo all'Università, aula 3.1 della facoltà di Scienze Politiche, via Giacomo Della Torre,1, dalle 15,00 alle 17,00, per un incontro sul tema SREBRENICA. LA GIUSTIZIA NEGATA; modera e interviene il professor Francesco Privitera; organizzano l’Università degli studi di Bologna e Amnesty International.
Altri incontri in calendario:
Maggio
- giovedì 12 maggio, BOLOGNA, in definizione, ore 19,00; organizza il Laboratorio Balcani dell’associazione studentesca Rete degli Universitari Bologna; modera Matteo Pagliani.
Ottobre
- venerdì 21 ottobre, BOLZANO, Teatro Cristallo, V edizione de “Un altro viaggio”, organizza la Cooperativa Le Formiche, in definizione.
Dal 29 aprile abbiamo presentato SREBRENICA. LA GIUSTIZIA NEGATA 51 volte: Ancona, Attigliano-Guardea (Terni), Bari, Bologna, Cagliari (2), Campobasso, Cava de’ Tirreni (SA), Chiari (Bs), Civitavecchia (RM), Collecchio (PR), Cuneo (2), Desenzano del Garda (BS), Faenza (2), Fano, Fiorano (MO), Firenze, Giavera del Montello (TV), Guastalla (RE), Lacchiarella (MI), Lanciano, Lecce, Lecco, Maccarese (RM), Macerata, Modena, Monteleone di Roncofreddo (FC), Nocera Inferiore (2), Nuoro, Padova, Pavia, Ponte Samoggia (BO), Ravenna (2), Roma, Roseto degli Abruzzi, Rosolina Mare (RO), San Benedetto del Tronto, Sassari (2), Soleto (LE), Taranto, Teramo, Todi, Torino, Trento, Treviso, Venezia.
120 giorni. L'équipe di un Hospice racconta
Infinito edizioni - novità in libreria
di Angela Barbieri
L’esperienza
dell’incontro con dei malati terminali
Un’infermiera e una volontaria incrociano le loro vite in un Hospice, un reparto creato sul modello di quelli di vari ospedali italiani per accogliere malati terminali: persone la cui aspettativa di vita non supera, per l’appunto, i 120 giorni.
“Entro in quelle
stanze come una persona e sono in contatto non più con un insegnante, un
elettricista, un geometra, ma con un’altra persona, sofferente. L’incontro
impone a entrambi un mettersi in gioco pericoloso, dove non ci sono difese e lo
scambio a livello personale è indispensabile. Non c’è più teoria, ma solo
fatti: non c’è più l’ombra della morte, ma solo la sua prepotente presenza. Non
esiste più il tempo, ma solo la certezza
di averne poco e l’oculatezza di non sprecarlo più.
Non riuscirei più
tanto facilmente a ritornare come infermiera in una normale corsia d’ospedale;
forse perché, per la prima volta, ho potuto lavorare in un posto dove si è dato
il giusto valore al tempo e ho potuto ‘essere’ infermiera. Con tutta me stessa”.
lunedì 4 aprile 2016
A Forlì, il 6 aprile "Srebrenica. La giustizia negata"
Invitiamo chi si trovi a Forlì e paraggi mercoledì 6 aprile a venire a incontrare Riccardo Noury e me all'Università, aula 3.1 della facoltà di Scienze
Politiche, via Giacomo Della Torre,1, dalle 15,00 alle 17,00, sul tema SREBRENICA. LA GIUSTIZIA NEGATA; modera e interviene il professor
Francesco Privitera; organizzano l’Università degli studi di Bologna e Amnesty
International.
Altri incontri in calendario:
Maggio
-
giovedì 12 maggio, BOLOGNA, in
definizione, ore 19,00; organizza il Laboratorio Balcani dell’associazione
studentesca Rete degli Universitari Bologna; modera Matteo Pagliani.
Ottobre
- venerdì 21 ottobre, BOLZANO, Teatro Cristallo, V edizione
de “Un altro viaggio”, organizza la Cooperativa Le Formiche, in definizione.
Dal
29 aprile abbiamo presentato SREBRENICA.
LA GIUSTIZIA NEGATA 51 volte: Ancona, Attigliano-Guardea (Terni), Bari, Bologna,
Cagliari (2), Campobasso, Cava de’ Tirreni (SA), Chiari (Bs), Civitavecchia
(RM), Collecchio (PR), Cuneo (2), Desenzano del Garda (BS), Faenza (2), Fano,
Fiorano (MO), Firenze, Giavera del Montello (TV), Guastalla (RE), Lacchiarella
(MI), Lanciano, Lecce, Lecco, Maccarese (RM), Macerata, Modena, Monteleone di
Roncofreddo (FC), Nocera Inferiore (2), Nuoro, Padova, Pavia, Ponte Samoggia
(BO), Ravenna (2), Roma, Roseto degli Abruzzi, Rosolina Mare (RO), San
Benedetto del Tronto, Sassari (2), Soleto (LE), Taranto, Teramo, Todi, Torino, Trento,
Treviso, Venezia.
Iscriviti a:
Post (Atom)