lunedì 11 gennaio 2016

Su Jim Morrison, Gasparri e Goran Hadžić

Nel fine settimana il Web s’è infiammato per una boutade che ha avuto quattro protagonisti: il gruppo satirico “Vergogna Finiamola Fate Girare” (che ha spesso trovate singolari e spiazzanti); il povero barbuto Jim Morrison; l’ex ministro e attuale senatore forzaitaliota ed ex aennino ed ex missino Maurizio Gasparri; e Goran Hadžić. Quest’ultimo, a cui è stata burlescamente attribuita la faccia di Morrison, è stato presentato dal gruppo satirico come un rapinatore seriale di ville nel nord-est d’Italia, con all’attivo più di 50 rapine, ma sempre rilasciato dopo ogni arresto. Gasparri, interpellato via Twitter in chiave anti-renziana, è caduto nel tranello e ha dato fondo al suo populismo.
Io ignoro se esista un Goran Hadžić rapinatore seriale di ville del nord-est. So però bene che esiste un Goran Hadžić oggi poco meno che sessantenne che durante gli anni sanguinosi e spaventosi della guerra nella ex Jugoslavia – tra l’altro, a quel tempo anch’egli barbuto – è stato presidente della auto-proclamata Repubblica serba di Krajina, entità fantoccio fondata sulla pulizia etnica e sul sangue e spazzata via nel 1995 dall’esercito croato con la pulizia etnica e col sangue.
Goran Hadžić è stato uno dei principali ricercati da parte del Tribunale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia ed è stato latitante fino al 2011, grazie a una serie di vergognose connivenze e protezioni. Oggi, con Ratko Mladić e Radovan Karadžić, è uno dei tre “grandi” “presunti” criminali di guerra (va lasciato il “beneficio del dubbio” fino a condanna emessa) sotto processo a L’Aja.
Il senatore Gasparri s’è difeso attaccando, come suo solito. Nessuno è disposto ad ammettere i propri errori e le proprie lacune, in questo Paese abbrutito che si chiama Italia. Equivarrebbe, per una volta, a dare il buon esempio. Difendendosi, ha detto di conoscere Platone, Hegel, Beethoven (due nomi su tre non sembrano casuali…) e di non essere tenuto a conoscere o a riconoscere Jim Morrison. Ha ragione. Può non conoscere o non riconoscere Morrison, come qualsiasi altro artista al mondo. È un suo sacrosanto diritto. Ma non può non sentire un campanello d’allarme suonargli in testa quando sente o legge un nome come quello di Goran Hadžić. Non starò a scomodare i tanti paramilitari italiani di estrema destra che hanno ammazzato e violentato dalla parte croata o da quella serba nel Balcani tra il 1991 e il 1999. Ma un politico nella sua (purtroppo per noi italiani) posizione e con la sua provenienza non può non conoscere il nome di uno dei principali responsabili di un’ondata di sangue e dolore che ha coinvolto anche l’Italia stessa non più tardi di vent’anni fa, quando Gasparri già faceva politica e avrebbe dovuto essere informato di quanto avveniva al di là dell’Adriatico.
Gasparri allora, forse, dovrebbe fare due cose: riflettere un po’ prima di rilanciare sul Web; e dimettersi da ogni ruolo e carica politica per tornare a scuola a studiare. Solo così, forse, in futuro potrebbe evitare nuove figuracce e magari, con un’adeguata preparazione storica, potrebbe provare a fare quel che fin qui non gli è riuscito un granché bene: il (buon) politico. Merce rara e scaduta, in Italia…