giovedì 15 dicembre 2016

La Bosnia, l’Isis e i fronti siriano e iracheno

Sono al momento 115 i cittadini bosniaco-erzegovesi attivi sui fronti siriano e iracheno sotto le insegne dello Stato islamico. È quanto, secondo l’agenzia Fena, ha dichiarato ieri in Parlamento, a Sarajevo, il ministro della Difesa Dragan Mektić, aggiungendo che di quei cittadini la Bosnia conosce “nomi e cognomi” e che a oggi un totale di 226 cittadini bosniaco-erzegovesi con più di 18 anni d’età avrebbe combattuto sotto le insegne dell’Isis in Siria o in Iraq. Relativamente ai 115 al momento impegnati sui campi di battaglia, si tratterebbe, secondo quanto dichiarato da Mektić, di 65 uomini e di 50 donne, con le quali si sarebbero spostati anche 57 bambini. Al momento, secondo i dati resi noti dal ministro bosniaco, oltre ai 115 impegnati in guerra, 65 cittadini bosniaci avrebbero perso la vita sui campi di battaglia combattendo per lo Stato islamico mentre altri 46 sarebbero tornati in patria. Di questi, venti sono stati arrestati e condannati a pene detentive mentre per i restanti 26 sono in corso procedimenti giudiziari. All’inizio della settimana, inoltre, la Procura nazionale bosniaca ha emesso mandato di cattura internazionale nei confronti di 36 cittadini bosniaci per affiliazione allo Stato islamico.
Per chi dipinge la Bosnia come il luogo per antonomasia, oggi, dell’estremismo islamico, parlano i dati diffusi da Europol, secondo i quali negli ultimi anni sarebbero partiti dai Paesi dell’Unione europea circa 5.000 jihadisti, il 75 per cento dei quali da quattro Stati: Gran Bretagna, Francia, Germania e Belgio. Di costoro, sarebbero tornati a casa un numero compreso tra le 1.500 e le 1.800 unità, in particolare in Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Svezia. I numeri più alti di affiliati europei allo Stato islamico arrestati dalla polizia si registra a oggi in Francia (424), Spagna (187) e Gran Bretagna (134).


mercoledì 14 dicembre 2016

Bosnia e Stato islamico

Sono 36 i cittadini bosniaci nei confronti dei quali la Procura nazionale bosniaca ha emesso questa settimana mandato di cattura internazionale per affiliazione allo Stato islamico. Lo rendono noto i media nazionali bosniaci riferendo quanto dichiarato in una conferenza stampa dal ministro della Difesa del Paese balcanico, Dragan Mektić. Lo scorso anno la “retata di Natale” contro l’Isis aveva portato a undici arresti tra finanziatori, reclutatori e volontari affiliati a gruppi islamici estremisti che avevano aderito al cosiddetto Stato islamico. Il numero di cittadini bosniaci affiliati a vario livello all’Isis è cresciuto dai circa 150 stimati tra la fine del 2014 e i primi mesi del 2015 agli almeno 300 denunciati quest’anno da varie fonti internazionali. Un numero senz’altro rilevante rispetto alla popolazione totale bosniaco-erzegovese (circa tre milioni e mezzo di persone), ma di certo non tale da far scattare chissà quale allarme. Lo ha detto lo stesso Mektić, affermando che “molti pseudo-esperti espongono dati non corrispondenti alla realtà dei fatti sulla questione del terrorismo in Bosnia”.

lunedì 5 dicembre 2016

7-11 dicembre: a Roma, all’Eur, la Fiera nazionale della piccola e media editoria

Nonostante febbre, brividi e male alle ossa, dopo un fine settimana non proprio brillante, domani si parte per allestire l’ultima fiera del libro dell’anno.
Si apre infatti mercoledì 7 dicembre, per chiudersi la successiva domenica 11, la nuova edizione della Fiera nazionale della piccola e media editoria “Piùlibri Piùliberi” che, come ormai consuetudine da tre lustri, si tiene al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma.
Per tutte e cinque le giornate di svolgimento, la Fiera apre le sue porte alle 10,00 del mattino per chiudere alle 20,00 della sera.
Avremo dunque cinquanta ore a disposizione per incontrare i nostri amici lettori e per presentare loro tutta la produzione del 2016 (33 novità) e una selezione del nostro catalogo, per circa 130 titoli complessivi sugli oltre 250 della nostra produzione.
Come ormai tradizione, il nostro stand si trova nella sala centrale del Palazzo dei Congressi, la Fila è la D (la prima nella sala centrale entrando dall’entrata sulla destra del palazzo dei Congressi, il posto è il 15. Dunque: Infinito edizioni, D15. Una garanzia.

Vi aspettiamo numerosi (e, soprattutto, non temete, non ci faremo trovare contagiosi)!

XMas poetry week con i versi di Senadin Musabegovic

Riprende la settimana e la XMas poetry week con i versi di Senadin Musabegovic.








Il pallore
Accovacciato nella trincea
per la noia
cerco
con una matita rossa
di disegnare il mondo.
Le cose scompaiono sotto le acute linee
con le quali le chiamo.
Solo il vuoto del bianco foglio ha inghiottito tutto.
Qualcuno ha colorato di bianco
il cielo nel quale mi infilo come negli occhi di un pazzo;
qualcuno ha colorato di bianco
la corteccia di un albero che si è gonfiata come le mani
che ci hanno spinto via;
qualcuno ha colorato di bianco
il fiore d’acacia che ci cade sulla testa;
qualcuno ha colorato di bianco
il passo con il quale mi avvicino a te;
qualcuno ha colorato di bianco
lo sguardo di mia madre
che pensa ancora
che la morte sia
al di là di me.

XMas poetry week, "A Pietro" di Gaia Gentile











A Pietro
Veste di pace e foggia di oro
con sandali alati suona il silenzio.
Rugiada di latte culla il ristoro
e madreperla e cipria a dorso del pensiero
si posano farfalle sui coralli d’alloro.

Venti e nuvole adornano la chioma
e granelli di sole turbinano intorno.
Conchiglie e raggi del tempio l’aroma
spaziano tra i filari di luce e astri;
piove la fantasia dall’incantesimo automa.

Alchimia di spiriti e comete l’aria cantano
siepi nel deserto e carrozze nell’acqua
del regno tridenti e lance sfidano,
cetre e diademi di contemplazione golfi,
castelli e pergolati i duelli placano.


In un momento in cui la Poesia viene rilegata in scaffali polverosi e nascosti di alcune librerie ben fornite, io non riesco a trasmettere se non in versi. Sono nata forse nel secolo sbagliato, ma la Poesia resta l’espressione più intima e naturale di me. L’emozione di frugare tra parole e immagini per creare verità veste la persona di un manto leggero, pur permeandone l’interiorità più segreta. La Poesia scava, si riempie le mani e la bocca e risale alla superficie. Non è facile, non è difficile, non è impossibile; è il linguaggio dell’anima. In questo senso la domanda che dobbiamo porci semmai è: abbiamo veramente il coraggio di denudarci e scoprirci poeticamente?

XMas Poetry week, una riflessione e i versi di Gianluca Paciucci

“Nel fare poesia”, così Antonio Porta volle intitolare un libro, un’antologia personale del 1985 in cui accompagnava i suoi versi (potenti) con presentazioni e autocommenti. Preziosissimo questo sforzo di esplicitare quanto nel testo restava oscura: ma senza nulla togliere alla complessità e alla polisemia dei versi. L’autore si poneva al livello, peraltro splendido, di un qualunque lettore e interprete, pur essendo destinatore e destinatario dell’opera.
Così un mio piccolo nel fare poesia vorrei darvi e darmi. In una fase in cui sto scrivendo poco perché sopraffatto è il verso dal forte rumore che assale: rumore di vènti meccanici che spaccano, rumore di televisori e luci di smartphone ovunque brillanti, rumore di corpi che si ammalano e muoiono per follia militarista, fanatismi religiosi e marce forzate dell’esercito del capitale in moto ovunque. Il verso non si sente minacciato da tutto questo (sarebbe stolto aristocraticismo), ne viene semplicemente intriso, come un panno che beve tutto e che poi, strizzato, lascia nel lavello tracce di quanto raccolto in terra. Scrivo poco non perché infastidito dal reale ma perché da questo continuamente interrogato. E le domande non hanno risposte chiare. Il verso che ne cola, allora, è scarso e pieno di scorie, mentre tacciono pressoché tutte le altre possibili reazioni (a tacere più di tutto il resto, pur urlante, è la politica come arte della costruzione di nuovi mondi). Né poesia né politica, allora. Se non che qualche verso si ostina a presentarsi; se non che la strada presenta sempre il conto a chi passa, tirandolo per la giacca e obbligandolo a dire e a fare.
A dire e a fare poesia, chi può, chi deve. Ho intitolato un mio libro di versi “Rictus delle verità sociali” (Infinito edizioni, 2015) proprio per segnalare questo stato delle cose: uno sguaiato blocco dei muscoli facciali che fa del volto una maschera (di commedia e di tragedia insieme), e blocco delle verità che hanno percorso gli ultimi due secoli di esperienza dello stare al mondo. Ecco questi versi, del 1993 poi tornati a farsi sotto nel 2014:

Creta-Madrid
1.
Sotto la sagoma
nera d'un toro
riposano martiri
fascisti del '38,
sotto una lapide
di polvere e mani
intrecciate a croci:
profondamente
respirano intorno
cardi alti
come uomini all'erta,
come spinoso
picchetto d'onore
che sbanda sotto
i colpi del sole
duro: odio
fresco depongo
su quei morti
e paure che a furie
commiste crescono
fino a intralciarsi
all'agonia d'un
raggio residuo
sul muso mio:
murato vivo
in una maschera
di figlio

venerdì 2 dicembre 2016

XMas poetry week, i versi di Hisam Jamil Allawi

Seconda giornata dell’iniziativa XMas poetry week, oggi con i versi di Hisam Jamil Allawi.

Come bruciare il ricordo di te?
Sei presente sempre nella mia vita, come il sole
ti mostri per qualche ora e ti dilegui in un sussurro
dove io vado e dove mi fermo e dove mi nascondo
e dove...
la tua presenza ha appuntamento con me come un’ombra.
Ogni volta che provo a cancellarti
dalla mappa dei miei sogni, fallisco
Fallisco, perché ritorni dagli angoli in ogni occasione
e spunti tra le crepe del tempo.
Mi disperavo. Invece, le tue immagini
che mi invadono con avidità non disperano
la tua immagine non ha pietà di me
e scompiglia i piani della mia vita.
Ogni volta che dico a me stesso
ecco, la storia è finita e la sua presenza dissolta
ritorni davanti a me in un nuovo colore e con nuova forma e nuovi particolari
oh! tu! Che non riesco a dimenticare!
Chi eri tu nella trama della mia vita?
e come sei diventata l’impronta in più in mezzo alle mie?

giovedì 1 dicembre 2016

Sugli outing referendari in vista del 4 dicembre

Aspetto con ansia il 5 dicembre. Quel giorno – ritardatari a parte – dovrebbero essere finiti gli outing referendari che da settembre vedono schieramenti del sì contrapposti a schieramenti del no, con immense cacofonie internettiane. La rete sa amplificare l’ignoranza del popolo italiano e trasformare una grande chance di comunicazione e di confronto democratico in un festival dell’offesa gratuita e del muro contro muro. Perché questa incapacità ad accettare il punto di vista dell’altro? Perché questo dover per forza essere omologati, a ogni costo? Poco fa, l’ultimo esempio: un sobrio personaggio dello spettacolo esprime il suo voto pubblicamente e la prima reazione è un: “Da te proprio non te l’aspettavo, non saremo mai più amici su Facebook”. Questo, dunque, siamo diventati? O ci hanno fatto diventare? Individui rigidi, imbalsamati, chiusi in un recinto che è poi quello della costante autodifesa?
Io non farò alcun outing referendario, benché persone continuino a chiedermi di farlo, inclusa una studentessa nell’ultimo incontro pubblico avuto in una scuola, lo scorso sabato.

Trasmettere emozioni con i versi, XMas poetry week

Poesia, forma d’arte in cui le parole, grazie a regole complesse, riescono a trasmettere emozioni in grado di far vibrare i nostri cuori. Da oggi e fino al 7 dicembre poesie e liriche dei nostri autori ci accompagneranno ogni giorno. In più, per festeggiare questa XMas poetry week, i libri di poesia sono a un prezzo speciale, a solo 3€.
Inaugura la XMas poetry week la poetessa Gaia Gentile con
Il Natale di Hugo

Lacrime di Esmeralda brillano infinite
tra i candidi piumini e i fili dorati,
di Natali riesumati per cattedrali rapite,
espiano l’innocenza di scheletri abbracciati.

Un turbinio di colori si insinua radioso
nelle rotondità avvizzite e volte dolorose.
Pupazzi danzano storpi nel fondale festoso
e una goccia santifica le campane porose.

Palpiti di incanto risuonano nelle stanze odorose,
ma il mantello della notte svela voluttuoso
il barbaro orrore commesso e gli amori violati

per nascite incomprese dal sacro inghiottite.

mercoledì 30 novembre 2016

Venerdì 2 dicembre l'esordio di "Diario da Sarajevo" a Milano

Venerdì 2 dicembre, a Milano, con l'amico e grande traduttore dal serbo-croato-bosniaco Silvio Ziliotto si terrà la "prima" di DIARIO DA SARAJEVO, che presenteremo senza l'autrice, Dubravka Ustalic, impossibilitata a raggiungerci dalla capitale bosniaco-erzegovese, dove è tornata a vivere da alcuni anni con la famiglia. Racconteremo la genesi del libro, le sfide della traduzione e della sua pubblicazione, le motivazioni che ci hanno spinti ad affrontare questa sfida e faremo il punto sulla Bosnia Erzegovina contemporanea.
Per l'occasione, oltre al libro di Dubravka saranno esposti anche alcuni altri dei tanti volumi dedicati dalla nostra casa editrice alle vicende della Bosnia Erzegovina.
L'incontro si svolgerà al Circolo Acli Lambrate, via Conte Rosso, 5, Milano, ore 20,45, con il titolo "In fuga dalla mia terra. Intercultura, accoglienza, speranza".
Nella locandina gli estremi dell'incontro milanese, aperto al pubblico.
Naturalmente vi aspettiamo, numerosi.

venerdì 25 novembre 2016

LibrINsieme, i libri Infinito edizioni in fiera a Udine

C’è tempo fino a domenica 27 novembre per fare una capatina a Udine Fiere (precisamente a Torreano di Martignacco), dove si tiene LibrINsieme. Tra i vari padiglioni non perdete il n° 8 dove, ospiti del collega di Alba edizioni, potete trovare alcuni dei nostri libri e, nel pomeriggio di venerdì e di sabato, alcuni nostri autori, in particolare Amadou Kane, con il nuovissimo libro scritto a quattro mani con Giulio Garau, dal titolo IL SOGNO FASULLO (in distribuzione in questi giorni, dunque "prima" assoluta).LibrINsieme è aperto venerdì 25 e sabato 26 (10.00 – 21.00) e domenica 27 novembre (10.00-20.00).

Black Friday vs #greenweekendshopping

Il Black Friday, venerdì nero in inglese, è, negli Stati Uniti, il giorno successivo al Giorno del ringraziamento, che si festeggia il quarto giovedì di novembre, e tradizionalmente dà inizio alla stagione dello shopping natalizio.
Si tratta di un giorno, per quanto non festivo, particolarmente importante sotto l'aspetto commerciale poiché costituisce un valido indicatore sia sulla predisposizione agli acquisti, sia indirettamente sulla capacità di spesa dei consumatori statunitensi, tanto da essere attentamente osservato e atteso dagli analisti finanziari e dagli ambienti borsistici statunitensi e internazionali.
Le grandi catene sono solite offrire in questa occasione notevoli ed eccezionali promozioni al fine di incrementare le proprie vendite: per questo motivo tra le persone che fanno shopping in occasione del Black Friday una buona parte trascorre la notte fuori dal negozio in cui vuole fare acquisti il giorno successivo, aspettando l'apertura delle porte. Nel 2013 negli Stati Uniti sono stati spesi 57,4 miliardi di dollari in un solo giorno da più di ottanta milioni di persone: per offrire un paragone, è come se l'intera popolazione della Germania fosse andata a fare shopping nello stesso giorno.
Il Black Friday è solitamente seguito dal Cyber Monday, il primo lunedì successivo, caratterizzato da grandi sconti relativi a prodotti di elettronica: in sostanza rappresenta la risposta dell'e-commerce al venerdì nero ed è caratterizzato da una massiccia offerta di ribassi esclusivamente online.
Per alcuni l'espressione Black Friday è nata a Filadelfia e deriverebbe dal pesante e congestionato traffico stradale che si sviluppa, per l'occasione, in quel giorno.
L'origine esatta rimane comunque incerta: secondo alcuni, infatti, farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti che, tradizionalmente, passavano dal colore rosso, che segna le perdite, al colore nero, che sottolinea i guadagni, per cui il Black Friday indicherebbe un giorno di grandi guadagni per le attività commerciali. Da questo momento inizierebbe il periodo dell'anno più proficuo per i rivenditori, capace di portare in nero, quindi in attivo, i conti delle aziende commerciali.
Nel 1924, il giorno successivo al Ringraziamento, la catena di distribuzione Macy’s organizzò la prima parata per celebrare l'inizio dello shopping natalizio, ma fu solo negli anni Ottanta che esplose il Black Friday negli Stati Uniti e oggi è popolare anche in altri Paesi come Brasile, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna ed è ormai molto diffuso su tutti gli e-commerce più famosi.
In Italia il fenomeno si limita quasi esclusivamente alle promozioni web, in quanto non esiste un Giorno del Ringraziamento che dà il via a questa usanza, e si registra un numero di adesioni assai inferiore agli altri mercati digitali europei.

La nostra casa editrice vuole dare il via alla campagna di acquisti natalizi scontando, solo da oggi a domenica, le spese di spedizione a soli 1,99€ con l’iniziativa Green weekend shopping, un fine settimana speciale, di “luce verde” per gli acquisti. Per dare un'occhiata al catalogo e acquistare a prezzi scontati, basta fare clik qui.
Approfittatene!

25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha indicato il 25 novembre come giorno per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Questa data fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi a Bogotà nel 1981 durante l’Incontro femminista Latinoamericano e dei Carabi, per ricordare l’uccisione delle sorelle Mirabal, avvenuta il 25 novembre 1960.
Quel giorno, Patria, Minerva e María Teresa Mirabal andarono a fare visita ai mariti, rinchiusi nel carcere di Puerto Plata poiché si erano ribellati contro il regime dominicano, capeggiato da Rafael Leónidas Trujillo, dittatore che governò con il pugno di ferro la Repubblica Dominicana per oltre trent’anni.
L'auto delle tre sorelle venne intercettata e le donne vennero fatte scendere e condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze, dove furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate; i loro corpi vennero poi gettati in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
Dal 2005 anche in Italia associazioni come la Casa delle donne e molte altre aderiscono alla commemorazione di questa giornata e, negli ultimi anni, istituzioni internazionali ed enti importanti, come AmnestyInternational, fanno sentire il loro “no” alla violenza contro le donne con centinaia di iniziative. 
Secondo i dati riportati dall’Istat nel 2015 In Italia sono 6 milioni 788mila e circa 14mila, ogni anno, si rivolgono ai centri antiviolenza. Quest’anno i femminicidi sono stati 116 e in due casi su tre l’assassino è stato il partner o l’ex.
Consigli di lettura:
I labirinti del male, di Luciano Garofano e Rossella Diaz
Donne che vorresti conoscere, di Emanuela Zuccalà
Non succederà mai più, di Rossella Diaz

Mi chiamo Beba, di Palma Lavecchia

giovedì 24 novembre 2016

Sabato giornalismo a Modena, il 2 dicembre Bosnia a Milano

Sabato 2 dicembre sarò impegnato in una lezione di giornalismo della durata di due ore ai ragazzi di una seconda del Liceo Linguistico Selmi, a Modena. L'ingresso non è aperto al pubblico ma racconterò molte delle cose che ho detto a Montesilvano e a Roseto in occasione delle due presentazioni di EDEN dello scorso fine settimana.
Venerdì 2 dicembre sono invece a Milano con l'amico e grande traduttore dal serbo-croato-bosniaco Silvio Ziliotto per la "prima" di DIARIO DA SARAJEVO, che presenteremo senza l'autrice, Dubravka Ustalic, impossibilitata a raggiungerci dalla capitale bosniaco-erzegovese, dove è tornata a vivere da alcuni anni con la famiglia. Per l'occasione, oltre al libro di Dubravka saranno esposti anche alcuni altri dei tanti volumi dedicati dalla nostra casa editrice alla Bosnia Erzegovina.
L'incontro si svolgerà al Circolo Acli Lambrate, via Conte Rosso, 5, Milano, ore 20,45, con il titolo "In fuga dalla mia terra. Intercultura, accoglienza, speranza".
Nella locandina gli estremi dell'incontro milanese, aperto al pubblico.
Naturalmente vi aspettiamo, numerosi.

martedì 22 novembre 2016

Accordi di Dayton, l’Alto rappresentante: “In Bosnia forze revisioniste”

In occasione del ventunesimo anniversario degli Accordi di Dayton – raggiunti nell’Ohio (Stati Uniti) il 21 novembre 1995 dopo tre settimane di trattative (1-21 novembre) e poi siglati il mese dopo a Parigi – durante un incontro pubblico l’Alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia Erzegovina, il diplomatico austriaco Valentin Inzko, ha dichiarato che “ventuno anni dopo Dayton ci sono ancora forze politiche all’interno del Paese che promuovono, ogni giorno, un’interpretazione revisionista degli Accordi di Dayton, in evidente contrasto con la Costituzione”, che è inclusa negli Accordi stessi. Inzko ha ricordato il discusso referendum tenutosi nella Repubblica serba di Bosnia (Rs) per fare del 9 gennaio la festa nazionale dell’Entità amministrativa nata nel 1992 e fondata sulla pulizia etnica del 1992-1995, ha fatto un passaggio interessante sulle polemiche ancora in atto dopo le elezioni amministrative di ottobre (con un ricorso legato al risultato di Srebrenica ancora in corso) ma ha in effetti concentrato la maggiore enfasi sulle forze revisioniste che lavorano giorno dopo giorno per spaccare il Paese. Se il pensiero di molti è andato, giustamente, all’atteggiamento arrogante e distruttivo del presidente della Rs Milorad Dodik, non diverso nella realtà è quello, nella Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH), del leader nazionalista musulmano Bakir Izetbegović, tra l’altro presidente della presidenza tripartita e da pochi giorni ex presidente della presidenza tripartita stessa. L’atteggiamento di Izetbegović e dei suoi accoliti fa pensare che l’universo nazionalista musulmano bosniaco abbia oramai sposato – grazie anche al sostegno turco – la dottrina di Izetbegović padre, ossia quella della “tazzina di caffè”, una Bosnia musulmana a tutti i costi, fosse anche solo grande, appunto, come una filđan. E intanto, sottotraccia, i croato-bosniaci tramano e continuano a inseguire il loro sogno tardo-ottocentesco di Grande Croazia, scambiandosi occhiolini col regine neo-ustaša croato e con la benedizione di una parte delle alte gerarchie ecclesiastiche cattoliche bosniaco-erzegovesi.
Insomma, per una volta Inzko e la comunità internazionale paiono aver visto bene e aver capito. Bisogna ora vedere se qualcuno a Bruxelles e al Palazzo di vetro di New York è davvero interessato al destino di questo disastrato Paese, o se le giuste osservazioni di Inzko sono destinate a sparire nelle nebbie rarefatte del Web…

lunedì 21 novembre 2016

Politica, giornalismo, avventura e un pizzico di fantascienza: "Eden" dopo l'Abruzzo

Le due presentazioni abruzzesi di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE mi hanno finalmente permesso di mettermi alla prova in pubblico con un libro apparentemente al di fuori del mio normale "raggio d'azione". Targettizzato ormai da anni con il marchio "Balcani", dubitavo di tante cose, a parte la qualità del libro, che considero alta, e alcuni lettori abruzzesi me l'hanno confermato nel fine settimana appena trascorso.
Il primo impatto con il pubblico mi ha permesso di misurarmi in presa diretta con i temi di EDEN, che sono la politica, il rapporto tra potere economico e libertà del giornalismo, la deontologia professionale, l'ambiente, le nuove schiavitù e le migrazioni, la meraviglia della scoperta, il rapporto tra scienza, politica e guerra, la relazione uomo-donna.
Alla fine dei due incontri abruzzesi torno rafforzato nelle mie convinzioni e felice di aver accettato la sfida. Non so se avrò modo di presentare ancora EDEN in pubblico, ma so che dopo gli incontri in Abruzzo voglio ancora più bene a questa mia bellissima creatura. Chi volesse mettersi alla prova leggendo il mio romanzo malese, non avà senz'altro di che pentirsene.

Banche, banchieri, bancarotte, il fallimento di Banca Etruria e la letterina di Monte dei Paschi...

Nei giorni dell'anniversario del crac di Banca Etruria abbiamo chiesto ad Antonello Cattani, uno degli autori dell'ottimo libro COSI' BANCHE E FINANZA CI ROVINANO LA VITA, un commento sulla vicenda Banca Etruria, che riportiamo qui sotto.

Ricorre il primo anniversario del crac di Banca Etruria, Cassa Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti e Banca delle Marche che ha causato perdite ai risparmiatori italiani per centinaia di milioni di euro, in parte rimborsate dallo Stato, ma solo in determinati casi e a certe condizioni di reddito.
Negli Stati Uniti la data del 15 settembre, che ricorda il fallimento della banca Lehman Brothers, è oggi un macabro anniversario, stile Halloween, festeggiato dalle banche scampate per miracolo.
In Italia non siamo arrivati a questo, ma dopo un anno la situazione è peggiorata. Le banche europee sono un problema, le banche italiane sono il problema delle banche europee, e Monte Paschi Siena (ma non solo) è il problema delle banche italiane. Negli ultimi dodici mesi l’indice settoriale europeo delle banche ha perso circa il 22%, quello italiano il 50% circa e Monte Paschi l’83% circa.
Nei prossimi giorni i titolari di obbligazioni subordinate di Monte Paschi riceveranno una letterina di questo tipo: “Caro cliente, ti ricordi quelle obbligazioni che ti avevamo venduto, dicendoti che erano sicure? Bene adesso ti concediamo l’imperdibile occasione di trasformarle in azioni della nostra banca. Sai, abbiamo qualche problema e forse non avremo i soldi per rimborsartele nel 2018. Naturalmente non sei obbligato a farlo, ma se non aderisci rischi di perdere tutto”. Sarebbe come chiedere: “Preferisci morire lentamente o con un colpo secco?”.
Il problema riguarda oltre 4 miliardi di euro di obbligazioni, di cui la metà sono detenute da piccoli risparmiatori, forse ignari dei rischi che stanno correndo.

giovedì 17 novembre 2016

Montesilvano e Roseto: 18 e 19 novembre "Eden" in tour in Abruzzo

Ricordo a chi fosse interessato e si trovasse in zona le due presentazioni abruzzesi di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE:
- venerdì 18 novembre,  MONTESILVANO, libreria “On the road”, ore 18,30, modera Antonella Buccigrossi;
- sabato 19 novembre,  ROSETO DEGLI ABRUZZI, libreria “La cura”, ore 18,00, modera Domenico Spina, letture scelte di Marco Monachese.

Una spedizione scientifica sui generis, un incidente, l’ingresso in un mondo incredibile che dietro l’apparenza nasconde un segreto insvelabile. Un segreto di guerra e di dominio che fonde passato remoto e presente in un connubio possibile e fatale.
«Pensa a quei conflitti, a quelle dittature… o a quei nuovi governi che, pretendendo libertà e autodeterminazione, respingono la protezione dei nostri finanziatori e dei loro alleati. Che cosa ci hanno dimostrato e ci dimostrano, al di là di tutto? Che il binomio uomo-tecnologia non riesce, almeno non ancora, a venire a capo dell’incredibile capacità di resistenza, di adattamento, di trasformazione e di metamorfosi dell’essere umano. L’uomo è più forte di se stesso, insomma. E allora, laddove neppure la tecnologia può giungere, non rimane che risvegliare gli incubi del passato, i mostri ancestrali, gli istinti pre-umani, ciò che l’uomo non conosce e a cui, almeno sulla carta, non può né sa resistere. I finanziatori vogliono questo, e noi siamo quasi riusciti a darglielo…».

Vi aspettiamo!

martedì 15 novembre 2016

Se gli “ultrà” greci inneggiano al genocidio di Srebrenica…

Se gli “ultrà” greci inneggiano ad Atene al genocidio di Srebrenica, come avvenuto domenica scorsa in occasione della partita di calcio valevole per il gruppo di qualificazione H in vista dei Mondiali russi del 2018, vuol dire semplicemente due cose: che la madre dei fascisti, di questi tempi, è sempre e particolarmente incinta, in particolare ma non solo bell’Europa balcanica e orientale, e che vent’anni e più di distanza dal genocidio non hanno sopito i bollori dell’estrema destra greca, che “tanto” ha dato e fatto per la realizzazione di quel genocidio (11 luglio 1995, 10.741 morti, tutti musulmani bosniaci, in gran parte maschi tra i 12 e i 17 anni).
L’estrema destra xenofoba greca, che ha recentemente conosciuto anche i fasti del governo, ha infatti dato un tributo in uomini e mezzi non indifferente all’assedio e al genocidio di Srebrenica, fino a spingere le alte sfere del governo della Republika Srpska, nel 1996, a ringraziare i “camerati” per il tributo fondamentale dato alla “liberazione” di Srebrenica. I greci sono stati secondi solo ai serbi a livello di presenza numerica paramilitare a Srebrenica, svolgendo qui il ruolo che i russi, ad esempio, hanno avuto a Višegrad per il locale massacro di circa 3.000 musulmani bosniaci e per l’applicazione su amplissima scala dello stupro etnico come arma di annientamento umano e culturale del “nemico”. Non è un caso che l’estrema destra serbo-bosniaca abbia voluto dedicare un singolare monumento nel cimitero di Višegrad alla quarantina di “eroi russi” immolatisi “per la libertà e la democrazia” della località della Bosnia orientale, resa immortale dall’opera di Ivo Andrić. Le parole “libertà” e “democrazia” in bocca a dei fascisti e a degli assassini fanno decisamente paura.
Il governo greco ha per fortuna stigmatizzato il comportamento degli “ultras”, scusandosi, alla pari della Federcalcio, con gli omologhi bosniaci. Resta però da capire quanto sia stato fatto dalla politica, dalla giustizia, dai media e dalla scuola in Grecia per punire i paramilitari che hanno partecipato al genocidio di Srebrenica e per raccontare ai loro concittadini di tutte le età di quali mostruosità si siano macchiati molti fascisti contemporanei greci. I fatti di domenica dovrebbero spingere il governo greco verso una sincera riflessione al fine di correre ai ripari, seppure con colpevole ritardo.

lunedì 14 novembre 2016

"Eden. Il paradiso può uccidere": venerdì e sabato il mini-tour abruzzese

Invito chi fosse in zona a partecipare alle due presentazioni di EDEN. IL PARADISO PUO' UCCIDERE i cui estremi pubblico a seguire:
- venerdì 18 novembre,  MONTESILVANO, libreria “On the road”, ore 18,30, modera Antonella Buccigrossi;

- sabato 19 novembre,  ROSETO DEGLI ABRUZZI, libreria “La cura”, ore 18,00, modera Domenico Spina, letture scelte di Marco Monachese.
Vi aspettiamo!

venerdì 11 novembre 2016

Razzo e la Nazionale in Finlandia per la Coppa del Mondo: allacciamoci gli scarponi!

Il nostro Giuliano "SuperRazzo" Razzoli è pronto con i suoi magnifici compagni di squadra della Nazionale di sci alpino per l'esordio stagionale in Coppa del Mondo, a Levi, in Finlandia, questo week-end.
Razzo ha lavorato duro per recuperare dal brutto infortunio patito al ginocchio sinistro ormai nove mesi or sono e si presenta al cancelletto tirato e in forma, con una gran voglia di prendersi una rivincita sulla sfortuna che lo scorso anno gli ha rovinato una stagione straordinaria, in continuo crescendo.
VAI RAZZO, VELOCE E FEROCE è il libro che abbiamo scritto insieme ed è l'augurio che, inventato da Albertone Tomba, da anni accomuna tutti i tifosi del Nostro Giuliano.
Aggiungo io: vai Razzo, feroce ma attento. La stagione all'inizio sarà in salita per via dei pettorali alti a cui l'infortunio dello scorso anno ti costringerà, ma con l'amore, la serietà e la passione che tutti i tifosi e tutto l'ambiente ti riconoscono risalirai rapidamente la china e ti presenterai in forma smagliante ai Campionati Mondiali di Saint Moritz, a febbraio 2017.
In bocca al lupo caro Giuliano, fatti onore!


mercoledì 9 novembre 2016

9 novembre 1993, la distruzione del ponte di Mostar

Il 9 novembre del 1993, nel pieno della guerra in Bosnia Erzegovina, venne distrutto, a opera dell’esercito croato-bosniaco il ponte di Mostar.
Lo Stari Most, il Ponte vecchio, è un ponte del XVI secolo, simbolo della città di Mostar, in Bosnia Erzegovina, che attraversa il fiume Narenta per unire le due parti della città che esso divide. Il ponte ha una struttura particolare: è a schiena d'asino, è largo 4 metri e lungo 30, e domina il fiume da un'altezza di 24 metri. È protetto da due torri: Helebija a nord est e Tara a sud ovest, chiamate mostari, "le custodi del ponte". Invece che su fondamenta, l'arco del ponte poggia su due piedritti calcarei collegati a muri lungo gli argini del fiume, per poi alzarsi di 12,02 metri.
Lo Stari Most venne commissionato dal sultano Solimano il Magnifico nel 1557 per sostituire un vecchio ponte sospeso in legno. Il ponte in pietra venne ultimato nove anni dopo, nel 1567.
Della costruzione del ponte si sa poco o nulla, tutto ciò che resta si confonde nelle leggende locali; si conosce però il nome del costruttore, un certo Mimar Hayruddin, un discepolo del celebre architetto ottomano Sinan. Essendogli stato ordinato di costruire un ponte di dimensioni senza precedenti, pena la morte, egli si preparò per il suo funerale il giorno stesso in cui l'impalcatura veniva tolta dalla struttura appena completata. Alcune cose restano (e probabilmente resteranno per sempre) sconosciute, come per esempio il metodo utilizzato per erigere l'impalcatura (e come fece questa a rimanere in piedi per un periodo così lungo), oppure il metodo utilizzato per trasportare le pietre da una parte all'altra del fiume.
Si ritiene comunemente che lo Stari Most fosse il ponte a singolo arco più grande del suo tempo, il che lo rende uno dei capolavori architettonici dell'umanità.
Il ponte, incluso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità, venne ricostruito sotto l'egida dell'Unesco e i lavori sono terminati con l’apertura il 22 luglio del 2004, con cerimonie basate sull'idea di una riconciliazione fra le comunità bosniache dopo gli orrori della guerra, anche se il rancore e la diffidenza restano evidenti.
Ripercorriamo quei giorni grazie al lavoro del nostro autore Bruno Maran in Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti che ripercorre gli ultimi decenni della storia jugoslava, anno per anno, giorno per giorno.

Oggi alle 16,00 parliamo di Bosnia a Palazzo Malcanton a Venezia


Invito chi sia in zona a partecipare oggi, mercoledì 9 novembre, a VENEZIA, all'incontro sulla Bosnia Erzegovina organizzato dal Seminario Masaryk, dal titolo “La Bosnia Erzegovina del dopoguerra”.

L'appuntamento è a Palazzo Malcanton, sede del Dipartimento di Studi Storici di Ca' Foscari e BAUM. Abbiamo tre ore a disposizione, dalle 16.00 alle 19.00. Non sarà una lezione ma un incontro pubblico discorsivo sulla Bosnia contemporanea, aperto a domande e a riflessioni. 
Vi aspettiamo numerosi.

martedì 8 novembre 2016

Oggi dodici anni di vita: auguri Infinito edizioni

Dodici anni fa un sogno stava per avere inizio… (oggi parlerei di incubo, ma sempre nell’onirico si rimane, in fin dei conti…). Il posto era Albano Laziale, a due passi (esattamente una curva) dal ponte di Ariccia e dalle vestigia berniniane del paese dei Castelli Romani che ha prestato la sua splendida villa al “Gattopardo”. Tardo pomeriggio freddino, ma nessun pinguino per le strade…
Dopo l'interminabile lettura dell’interminabile atto costitutivo, dello statuto e le ripetute firme, abbiamo acceso il computer e siamo partiti (di fatto eravamo già partiti, ma fa molto più “fico” così…). Da allora abbiamo fatto tanta strada, incontrato tante belle persone (e alcune veramente brutte, ma per fortuna una sparuta minoranza), amici e lettori, e lettori diventati amici, senza tacere i tanti straordinari autori (per i quali vale quanto scritto sopra per le persone belle e le poche brutte) che ci hanno aiutato a crescere fino a diventare una realtà, un piccolo miracolo, di cui essere orgogliosi. Un miracolo che, se dovesse chiudere oggi – ne siamo ben consapevoli – sarebbe rimosso dalla memoria prima ancora che sorga domani. Ormai i nostri cervelli, purtroppo, sono stati settati così. Bisognerebbe parlarne col Napalm51 di Maurizio Crozza.
Abbiamo deciso di festeggiare il nostro dodicesimo compleanno con i nostri lettori, quelli storici che hanno in casa la prima edizione del primo libro uscito in libreria e che ci hanno seguito in questi anni, e le decine di migliaia di altri, che per noi non sono numeri ma, per fortuna, persone in carne e ossa, che spesso abbiamo l’occasione e il privilegio d’incontrare alle presentazioni dei libri e alle rassegne editoriali. Per festeggiare, abbiamo deciso di diminuire fino a domenica 13 novembre le spese di spedizione a solo 1,99€, sempre con il servizio di corriere espresso, e di regalare un libro a nostra scelta a tutti coloro che acquisteranno fino ad allora attraverso il nostro sito o di persona presso la nostra casa editrice.
Per essere precisi fino allo sfinimento, le spese di spedizione che applichiamo a chi acquista sul nostro sito sono già più basse di quanto noi realmente paghiamo al corriere, ma per l’occasione le dimezziamo, con enorme piacere. Sempre per la precisione – e qui ci metto anche un po’ di sano amor proprio – il primo libro della casa editrice è stato Srebrenica. I giorni della vergogna, ormai giunto alla vetta non indifferente delle dodicimila copie, a quattro edizioni e non sappiamo più quante ristampe.
Che aggiungere, se non un grazie immenso a tutti coloro che fino a oggi ci hanno seguito e a tutti coloro che da oggi continueranno o cominceranno a farlo?
Vi vogliamo bene e speriamo di poter essere sempre un momento positivo nella vostra giornata.

Ricordate che un libro è come un buon amico, non ti tradirà mai e… tanti auguri Infinito edizioni!

lunedì 7 novembre 2016

Mercoledì 9 a Venezia parliamo di Bosnia alla Ca' Foscari

Invito chi sia in zona a partecipare, mercoledì 9 novembre, a VENEZIA, all'incontro sulla Bosnia Erzegovina organizzato dal Seminario Masaryk, dal titolo “La Bosnia Erzegovina del dopoguerra”. L'appuntamento è a Palazzo Malcanton, sede del Dipartimento di Studi Storici di Ca' Foscari e BAUM. Abbiamo tre ore a disposizione, dalle 16.00 alle 19.00. Non sarà una lezione ma un incontro pubblico discorsivo sulla Bosnia contemporanea, aperto a domande e a riflessioni. I libri sono già disponibili presso la libreria della Ca' Foscari. Per chi volesse prenderli direttamente da me al termine dell'incontro, non sarà possibile farlo all'interno del Dipartimento ma in un luogo ad hoc nel quale ci saluteremo alla fine del nostro pomeriggio bosniaco.
Vi aspetto numerosi, vista anche l'importanza dell'occasione.

“Ha poesie contemporanee sul martirio…?”: richieste choc da fiera del libro

Alla fine dell’ennesima rassegna-fiera-festival del libro (nello specifico quella di Chiari, giunta alla sua XIV edizione, e alla quale auguriamo lunga vita), torniamo con nuovi aneddoti direttamente dal mondo dell’editoria.
La palma della migliore questa volta se l’è aggiudicata una signora che, dopo essersi sperticata in complimenti per i 110 titoli esposti allo stand, ha chiosato con un: “Peccato che non abbiate nulla sulla poesia contemporanea del martirio, sennò l’avrei subito comprato…”. L’eco della sorpresa non è ancora svanito.
Secondo posto a una ragazza con indosso una dozzina di chili di piercing e borchie che, dopo aver testualmente detto: “Io leggo solo libri dark e dell’orrore”, ha comprato “Fusa e parole” di Lucilio Santoni, che davvero nulla ha di dark, se si voglia magari fare eccezione per il pelo di qualche gatto di cui, splendidamente, si parla all’interno del libro.
Terzi a pari merito tre uomini, due per aver definito “un pilota di Formula 1” il nostro olimpionico di sci Giuliano Razzoli, di cui esponevamo “Vai Razzo, veloce e feroce!”, e un terzo per aver testualmente detto, davanti al libro “Frank Chamizo. La rivoluzione della lotta”: “Questi cestisti americani ormai ci hanno invasi…!”. La teoria del leghismo applicata alla Nba, se non fosse che Chamizo è un campione di lotta italo-cubano…