mercoledì 25 novembre 2015

25 novembre, Hatiđa lancia un messaggio a nome di tutte le donne

C'è una donna cui voglio un bene particolare, intenso e non descrivibile. Una donna che sento sorella, madre, amica. Si chiama Hatiđa Mehmedović, musulmana bosniaca, presidente delle Madri di Srebrenica e Žepa, sopravvissuta al genocidio che ha decimato la popolazione della sua città, Srebrenica, e a un reiterato tentativo di violenza da parte di un paramilitare serbo. Deve la sua vita a un militare serbo-bosniaco, uno dei pochi tra i suoi che il 12 luglio 1995 non s'è voluto piegare alla logica del devastiamo tutto e facciamolo subito.
Ho incontrato pochissimi giorni fa, di nuovo, Hatiđa a Srebrenica. Ci siamo lungamente abbracciati, con la gioia di ritrovarci. Una musulmana bosniaca che ha perso tutto e un agnostico italiano che da allora cerca di fare qualche passo con lei sulla strada lunga e difficile della memoria e della giustizia.
Ci siamo resi conto che, in tutti questi anni (ci conosciamo dal 2000), non ci siamo mai fatti scattare una foto insieme. E allora eccola qua, la foto. Hatiđa ha incontrato, con la consueta dolcezza e pazienza, un gruppo di persone che ho avuto il piacere di accompagnare a Srebrenica. Ci ha raccontato come sono andate le cose, ha detto che è preoccupatissima per il terrorismo di matrice islamica che sta insanguinando il mondo e ha fatto un'affermazione fondamentale: "Anche se ora, in questo momento, potessi avere tra le mie mani coloro che hanno ucciso mio marito, i miei figli e tutti i miei cari, in quel luglio maledetto a Srebrenica, non li ucciderei e non vorrei mai e poi mai vendetta nei loro confronti. Io tutto quello che chiedo è giustizia. E con me lo chiedono migliaia e migliaia di vedove e di orfane di Srebrenica".
Questo è l'insegnamento di saggezza di Hatiđa, che credo vada diffuso in una giornata simbolica come questa. Ma ricordiamoci che il 25 novembre non è solo oggi, è tutto l'anno. Per Hatiđa e per qualsiasi altra donna nel mondo. Diversamente, staremmo solo facendo - come troppo spesso accade - solo falsa e inutile retorica. Ci comporteremmo, insomma, non da esseri umani ma da politici...