mercoledì 29 luglio 2015

“Più ti picchio, più ti amo”, il paradosso perverso dell’amore

Benedetta, è una giovane donna, bellissima moglie e mamma di un bimbo dolcissimo. Sempre curata ed elegante nel vestirsi. Rende felice suo marito, Luca, e si prende cura del piccolo Mattia. Un giorno, però, tutto cambia. Non esce più di casa, fuma una sigaretta dietro l’altra, non si vuole più bene. Trascura Mattia trascinandolo con sé in lunghe notti al freddo, spiando di nascosto il marito, oppure passa tutta la giornata immobile sul divano, inerte, piangendo.
Paola è un’assistente sociale. Un giorno arriva nel suo ufficio una segnalazione che non può ignorare e, nella notte, riceve questo messaggio: Tieniti pronta, vado a prendere il piccolo…”.
Mi chiamo Beba, di Palma Lavecchia, capitano dei Carabinieri, è la storia di una donna, Benedetta, di violenze, di famiglie a pezzi e di figli che non vivono la loro età dell’innocenza. Ma se i media, nella realtà, ci raccontano sempre la stessa vicenda, con un triste epilogo che sfocia nella cronaca nera, in questo romanzo possiamo sperare in un lieto fine e dare forza e fiducia alle donne dicendo loro che l’amore per i figli, e per se stesse, possono salvare la vita e dare la possibilità di ricominciare. Con un nuovo spirito, e un nuovo nome. Beba.
“Un terribile proverbio ispanoamericano recita: más te pego, más te quiero, ossia più ti picchio, più ti amo. Una frase paradossale che rivela un inconscio fantasma di violenza all’interno della coppia, basata sull’umiliazione”. (Alessandro Meluzzi)

L’autrice
Palma Lavecchia (1974), Capitano dei Carabinieri, è laureata in Restauro Architettonico. Nel 2003 si è arruolata nell’Arma dei Carabinieri e dopo incarichi a Roma, Cassino, Lanciano e Gaeta, attualmente vive e lavora ad Alatri. Sposata, madre di due figli, ha nella scrittura la sua grande passione. Per contattarla: palma.lavecchia@gmail.com, www.palmalavecchia.wordpress.com
Per la nostra casa editrice ha pubblicato 
Mi chiamo Beba (2015).