giovedì 2 aprile 2015

"Srebrenica. La giustizia negata": l'anteprima e la tipografia

Quando si scrive un libro giunge un momento che sa molto di sala parto. Quel momento si chiama, tecnicamente, "invio degli impianti in tipografia". Quegli impianti, per un editore, hanno un peso enorme. Non perché siano di piombo. Assolutamente. Ma perché rappresentano la fine di un percorso di lavoro duro. Quando sei sia editore che autore, il peso è doppio. Quando, nel libro che hai mandato in sala parto, affronti tematiche importanti come quella di Srebrenica, vent'anni dopo, il peso è quasi insostenibile. Perché senti tutta la responsabilità. Verso i lettori. Verso le vittime. Verso la giustizia, soprattutto se negata.
In questo caso, per fortuna, ho un amico vero che mi aiuta, e tanto, nel sostenere al 50 per cento questo peso. L'amico si chiama Riccardo Noury, di mestiere difende i diritti umani in qualità di portavoce di Amnesty International Italia, e ha accettato di mettersi in gioco insieme con un libro che è importante, tosto, vero, forse definitivo per quanto riguarda la tragedia del genocidio di Srebrenica. Un libro che ci è costato mesi di lavoro, di notti insonni, di parole pesate e soppesate, di dubbi risolti insieme, di condivisione assoluta di un percorso che da anni facciamo parallelamente - quello legato alla raccolta della Memoria e alla sua condivisione – e che finalmente siamo riusciti a fare insieme.
Con noi, in questo progetto che si chiama "Srebrenica. La giustizia negata", ci sono compagni di viaggio importanti: Moni Ovadia, Irfanka Pašagić, Silvio Ziliotto, il calciatore Miralem Pjanić. La pensiamo tutti nello stesso modo, ce ne assumiamo la responsabilità, e ve lo vogliamo raccontare, per filo e per segno, senza reticenze. Siamo stati, tutti, compagni di viaggio inconsapevoli in questi venti anni che ci separano dal genocidio di Srebrenica, una delle pagine di più nere delle storia europea del Novecento – appena ieri. Oggi siamo compagni di viaggio consapevoli e uniti da una visione comune. Credo sia un bel messaggio. Credo sia molto giusto.
Io e Riccardo speriamo che vorrete leggere, sapere, toccare con mano. Commentare, se vorrete. La potrete pensare come noi, quasi come noi, diversamente da noi. Ma, in democrazia, il bello è condividere, confrontarsi, crescere insieme in termini di consapevolezza anche nella diversità.
Il libro uscirà in libreria e sul web tra una quindicina di giorni. Attualmente è in anteprima sul sito della casa editriceInfinito edizioni. Ci vedremo presto in giro per l’Italia. A volte saremo tutti e due, altre volte ci sarà solo uno di noi, talvolta potranno esserci – e ce ne saranno! –  sorprese.
Un nuovo libro sta nascendo. Tra poco ne sentiremo i vagiti. Con emozione. Speriamo possano nascere nuove consapevolezze e nuovi desideri di confronto e di condivisione in chi lo leggerà.
Tra un paio di settimane comincia una nuova avventura. Ci auguriamo che vorrete condividerla con noi.