venerdì 10 aprile 2015

L’Isis, la Bosnia e i foreign fighters

Secondo le stime rese note dai servizi segreti e dalla polizia della Bosnia Erzegovina, sarebbero circa 150 i cittadini bosniaco-erzegovesi a essersi affiliati a quel nuovo cancro planetario che si chiama Isis e ad aver combattuto nelle fila di quelli che, ancor più che terroristi, possono essere definiti dei veri e propri nazisti islamici. Una parte di questi affiliati sono bosniaci di appartenenza slava, altri sarebbero o potrebbero essere cittadini bosniaci di provenienza orientale, probabilmente una parte di coloro che arrivarono nel 1992-1993 in Bosnia dietro volontà e sponsorizzazione saudita e che la grande maggioranza dei bosniaco-erzegovesi non ha mai particolarmente tollerato. Di questi 150 criminali, pare che in 26 siano morti e che una cinquantina di loro al momento stia compiendo nefandezze in Siria o in altri Paesi in cui si sta combattendo.
Va ricordato che nel giugno del 2014 il Parlamento bosniaco ha approvato una legge che modifica il Codice penale nazionale introducendo una nuova fattispecie di reato, individuabile nel combattere all’estero illegalmente all’interno o in sostegno di organizzazioni quali l’Isis. La condanna prevista è fino a dieci anni di reclusione.
Intanto il procuratore capo bosniaco Goran Salihović ha preannunciato in un’intervista una prossima consistente campagna di arresti ai danni dei cosiddetti “foreign fighters” tornati in patria.