martedì 31 marzo 2015

Šešelj, la giustizia e il Tpi dell’Aja: storia di furbi, perdenti e patetici fessi


“Non tornerò di certo all’Aja di mia spontanea volontà!”. Con queste parole il pluri-incriminato serbo Vojislav Šešelj, leader dell’ultranazionalista Partito radicale serbo (Srs), ha risposto ai giudici del Tribunale penale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia (Tpi) che gli intimavano di rientrare in cella dopo la scarcerazione provvisoria ordinata dallo stesso Tpi lo scorso novembre per motivi di salute.
I giudici del Tpi hanno ordinato infatti “alla corte di annullare immediatamente il provvedimento di libertà provvisoria disposto a favore di Šešelj e il suo ritorno nell’unità detentiva dell’Onu” all’Aja, si legge in un comunicato emesso dal Tribunale internazionale. Peccato che Šešelj abbia reagito come sopra, aggiungendo: “Questa decisione non mi riguarda”.

Gli OPG chiudono, ma quanti dubbi e quanto dolore inutile!


Tra poche ore chiuderanno gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia, dopo anni di sentenze della Corte Costituzionale, battaglie civili e le denunce di giuristi, intellettuali, associazioni, gente comune e artisti. Anni durante i quali gli internati hanno continuato a morire, a soffrire, a perdere la loro dignità di cittadini, di esseri umani. Le strutture, in tutto sei, ospitano circa 700 persone, di queste 450 saranno destinate alle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), strutture ancora non attivate in tutte le Regioni.
Bianca è una ragazza particolare, ha una spiccata e profonda sensibilità e delicatezza che la rende più cauta e diffidente nei rapporti sociali e con le persone. Bianca viene relegata in un ospedale psichiatrico giudiziario senza motivo e, come regalo per il suo 51° compleanno, dopo più di dieci anni di reclusione, subisce l’elettroshock più forte. È questo il suo mala dies, il giorno peggiore della sua vita. Questa è la storia di Bianca, sì, e allo stesso tempo non lo è. O non è soltanto questo.
La storia di Bianca è il tema di Mala dies è il saggio di Angelo Lallo. Bianca è esistita o no? È uno dei primi interrogativi che desideriamo porci immergendoci nella lettura di queste pagine sconcertanti, ma non è questa la domanda a cui l’autore dà una risposta. Perché Mala dies è la storia di fatti realmente accaduti a migliaia di persone, rinchiuse ingiustamente negli opg e altrettanto ingiustamente trattate e non considerate. Dimenticate. Mala dies ripercorre la nascita della psichiatria e dei metodi terapeutici, alcuni dei quali, incredibilmente, sono ancora oggi messi in pratica.

La psichiatria ha il compito storico e sociale di ricondurre la Sragione a Ragione, volente e nolente. Tutte queste cose, anche queste cose, dice Angelo Lallo nel suo libro sapiente e intelligente”. (Lorenzo Toresini)

venerdì 20 marzo 2015

Oggi parliamo di Bosnia a Bologna (Salaborsa), domani a Torino (Polski Kot+Radio Flash)

Fine settimana itinerante per "I bastardi di Sarajevo" e gli altri libri della mia produzione balcanica.
Oggi, venerdì 20 marzo, alle 17,30, sono a BOLOGNA in Biblioteca Salaborsa, piazza del Nettuno 3. Organizza TrekkingItalia Bologna.
Domani, sabato 21 marzo, sono a TORINO alle 19,00, a via Massena 19, nell'ambito di Slavika, Festival delle culture slave, presso il Polski Kot. Organizza il circolo culturale Polski Kot, modera Marco Travaglini. Inoltre, dalle 15,40 alle 17,30 sarò in diretta dai microfoni di Radio Flash per la trasmissione Vodkabolario, condotta da Alessandro Ajres a Loredana Pianta (http://www.radioflash.to/programmi/vodkabolario/).
A sentirci/vederci presto!

giovedì 19 marzo 2015

Serbia, arrestati otto uomini sospettati dell’assassinio di oltre mille persone a Srebrenica

Le forze di polizia serbe hanno arrestato mercoledì 18 marzo otto uomini sospettati di aver preso parte al genocidio di Srebrenica nel luglio del 1995. È la prima volta che in Serbia viene messa in atto una vera caccia all’uomo per assicurare alla giustizia in una retata di massa presunti genocidari di quello che è stato il peggior crimine contro l’umanità commesso in Europa dopo la seconda guerra mondiale.
Gli otto arrestati – uno dei quali inizialmente sembrava fosse riuscito a far perdere le sue tracce – sono stati fermati in diverse località della Serbia. Sono accusati di aver assassinato più di mille degli oltre diecimila musulmani bosniaci trucidati dall’esercito serbo-bosniaco e dalle forze paramilitari serbe inviate da Belgrado a Srebrenica tra l’11 e il 15 luglio 1995.
“È la prima volta che arrestiamo parsone accusate di aver preso direttamente parte al massacro perpetrato a Srebrenica”, ha dichiarato Bruno Vekaric, vice procuratore serbo per i crimini di guerra, laddove per “persone che hanno preso direttamente parte” s’intende coloro che hanno materialmente premuto il grilletto o tirato le bombe a mano contro grappoli d’esseri umani mandati letteralmente al macello.
Secondo gli inquirenti, gli otto avrebbero fisicamente portato almeno quindici autobus pieni di prigionieri di Srebrenica nella località di Kravica. Qui li avrebbero fatti scendere, li avrebbero passati per le armi e poi avrebbero gettato bombe a mano tra i mucchi di morti per eliminare eventuali sopravvissuti. Quindi i corpi delle vittime sdarebbero stati inumati in fosse comuni per nascondere le prove della carneficina.
Soddisfazione è stata espressa dai sopravvissuti di Srebrenica, da anni riuniti in tre associazioni che si battono per avere giustizia dei crimini commessi ai danni dei loro cari e per vedere arrestati e condannati i responsabili del genocidio.
Moli altri criminali di guerra restano a piede libero. Il conflitto bosniaco ha provocato la morte di almeno 100.000 persone, in gran parte civili.

Fine settimana con "I bastardi di Sarajevo" a Bologna (venerdì) e Torino (sabato)

Fine settimana itinerante per "I bastardi di Sarajevo" e gli altri libri della mia produzione balcanica.
Venerdì 20 marzo, alle 17,30, siamo a BOLOGNA in Biblioteca Salaborsa, piazza del Nettuno 3. Organizza TrekkingItalia Bologna.
Sabato 21 marzo, siamo a TORINO alle 19,00, a via Massena 19, nell'ambito di Slavika, Festival delle culture slave, presso il Polski Kot. Organizza il circolo culturale Polski Kot, modera Marco Travaglini. Inoltre, dalle 15,40 alle 17,30 sarò in diretta dai microfoni di Radio Flash per la trasmissione Vodkabolario, condotta da Alessandro Ajres a Loredana Pianta (http://www.radioflash.to/programmi/vodkabolario/).
A sentirci/vederci presto!

martedì 17 marzo 2015

I nuovi ePub e mobi di Infinito edizioni in vendita da € 2,99 nei migliori store on line

Novità sul nostro sito e su tutti i principali store on line: sono disponibili i nuovi epub di Infinito edizioni a partire da € 2.99.
La migliore gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella Grande Guerra, di Dario Ricci e Daniele Nardi, € 6.49 (cartaceo € 14.00). I due autori, armati di penna e piccozza,  tornano sui luoghi della Grande Guerra per consegnare alla Memoria le vite di tanti giovani sportivi, campioni in tante discipline, che difesero strenuamente il nostro Paese, a volte pagando il caro prezzo di una medaglia ben diversa da quella dei podi iridati. Dal pilota e imprenditore modenese Enzo Ferrari al pilota mantovano Tazio Nuvolari, dallo schermitore livornese Nedo Nadi a Virgilio Fossati, trascinatore dell'Inter e capitano della Nazionale azzurra di calcio, fino a protagonisti inattesi e sorprendenti arrivati al fronte da tutta Italia, sullo sfondo di quelle montagne che furono tra gli scenari più suggestivi e tragici della prima guerra mondiale.
Mi chiamo Beba. Se un uomo ti picchia non è mai per amore, di Palma Lavecchia, € 4.99 (cartaceo € 13.00). Benedetta è una giovane donna, moglie e madre di Mattia, ma un giorno tutto cambia, non è più la stessa. Il marito la maltratta, la picchia e un giorno la abbandona in fin di vita. Come risalire dal buco nero della violenza, come salvarsi? Paola, l’assistente sociale, le sta vicino come un’amica, ma sarà solo grazie all’amore per suo figlio che Benedetta nascerà a nuova vita, con un nuovo nome: Beba.
Anche i leoni mangiano la soia, di Giuseppe Ammendola, € 2.99. Una favola per bambini e adulti che dà voce a leoni, antilopi ed elefanti, che insegna l’uguaglianza e il rispetto per gli altri e per l’ambiente. Anche nel modo di mangiare. Il testo è arricchito da bellissimi disegni, tutti da colorare nell’appendice in fondo al libro. La storia è stata tratta e riadattata dal libro Il cuore della luna, disponibile in epub a € 3.99 (cartaceo € 14.00).
Infinito edizioni ha circa cento titoli in vendita in digitale nei formati ePub e mobi, alcuni dei quali inediti. Dall'inizio di febbraio, in conseguenza della riduzione dell'Iva sugli e-book dal 22 al 4%, abbiamo provveduto a ridurre sensibilmente i prezzi di tutti i nostri e-book. Questi ultimi sono in vendita presso oltre 40 store internazionali on line attraverso la piattaforma Stealth, oltre che sul nostro sito www.infinitoedizioni.it
Buona lettura, in tutte le sue forme!

lunedì 16 marzo 2015

Addio al grande Mike Porcaro, bassista, ritmo e sorriso dei Toto

A volte capita, con tristezza enorme, di dover dare notizie di cui si aveva da tempo certezza. La morte del grande Mike Porcaro era purtroppo attesa: malato da anni di Sla, tutti noi fans speravamo che questo momento terribile potesse essere ritardato all'infinito. Invece poche ore fa è giunta dagli Stati Uniti notizia che la vita di Mike Porcaro è terminata all'età di 59 anni. Bassista dei Toto dal 1992 al 2007, Mike era un metronomo umano, perfetto in studio, grandissimo dal vivo. Ho avuto il piacere immenso di sentirlo suonare più volte dal vivo, soprattutto con la band storica dei Toto, e oltre alla perfezione e alla pulizia del suono quel che ti colpiva di più di Mike era che avesse sempre stampato sul viso il sorriso, anche nei passaggi più complessi, anche alla fine di due ore e mezzo di concerto.
Mike si è ritirato dall'attività dal 2007, quando oramai la malattia gli impediva di suonare. A dare notizie del decesso di Mike sono stati il fratello tastierista, Steve - che, tra l'altro, ha lavorato coi Toto nel super album "IV" (1982) - e il chitarrista e anima dei Toto, il grande Steve Lukater.
I Toto avevano già perso il loro fondatore, Jeff Porcaro, il 5 agosto 1992 a causa di un abuso di sostanze stupefacenti. Purtroppo la sfortuna continua d accanirsi su questa famiglia di grandi musicisti italo-americani che hanno scritto una pagina indelebile di storia del rock.
Qui su Rolling Stone una piccola biografia del grande, povero Mike Porcaro.

giovedì 12 marzo 2015

Venerdì 13 marzo "I bastardi di Sarajevo" a Conselice


Nanga Parbat, il nostro Daniele Nardi a un passo dalla vetta e dalla storia!



Il nostro Daniele Nardi e gli altri due scalatori suoi compagni d'avventura, Alex e Ali, sono arrivati a Campo 4 della parete Nord del Nanga Parbat, a 7.200 metri. Questa notte, alle 2:00 locali, partiranno da C4 con la forte convinzione di poter arrivare in vetta al Nanga Parbat (8126 m). Se il meteo sarà clemente Daniele, Alex ed Ali raggiungeranno il loro sogno tra le ore 12:00 e le ore 14:00 di domani (orario locale).
Noi facciamo un tifo speciale per Daniele Nardi, co-autore con Dario Ricci di due nostri titoli importanti: "In vetta al mondo" (2013), titolo di inaugurazione della collana Iride, e "La migliore gioventù" (2015, uscito in libreria da pochi giorni).
“Oggi è stata una giornata dura ma molto bella. – ha affermato Daniele non appena arrivato a Campo 4  – Durante tutto il percorso di scalata il vento è stato clemente e abbiamo potuto raggiungere Campo 4 a 7.200 metri. Non era scontato che riuscissimo  a percorrere facilmente la via”.
Domani è previsto bel tempo con venti deboli che potrebbero favorire l’impresa di Daniele, Alex e Ali. Sarebbe la prima volta nella storia che degli alpinisti riescono ad arrivare in vetta al Nanga Parbat in stagione invernale dalla parete Nord. Ci vorranno circa 12 ore di scalata per arrivare dai 7.200 metri del C4 agli 8.126 della vetta. Per sabato e domenica è previsto un ritorno del brutto tempo. Il team dovrà essere molto veloce nella salita e nella immediata discesa".
Muhammad, che li ha accompagnati fino a Campo 3, sta scendendo verso il Campo Base, come previsto.
In bocca al lupo Daniele!

lunedì 9 marzo 2015

"I bastardi di Sarajevo", dicono i lettori: Nadia Ravioli


Caro Luca,
ho appena finito di leggere “I bastardi di Sarajevo”. Cosa devo dirti? È un pugno nello stomaco. Per tutta la settimana ho ripensato ai dialoghi e con la mente ripercorrevo tutti i passi del viaggio fatto insieme nel maggio 2013. Anche se ho già letto altri tuoi libri, ti ascolto durante le presentazioni, ne abbiamo parlato tanto durante il viaggio, io non riuscirò mai ad abituarmi al fatto di tutta questa orrenda brutalità gratuita. Credo che l’essere umano sia veramente la bestia più feroce che esista al mondo, perché gli altri animali non si comportano così.
Il libro è bellissimo, crudo, ma sappiamo che i fatti sono reali, che lì le cose sono come le descrivi tu. Che alla fine il personaggio del Professore, che tira le somme, ha ragione. Il Paese non è grandissimo e tutti si conoscono e nessuno credo voglia “giocare” raccontando cose diverse dai reali fatti accaduti, anche se per sentito dire da amici di amici di amici. E poi il solo pensiero che non ci sia una donna che non si porta dentro questo dolore sofferto per le atrocità subite, e più o meno tutte l’hanno subito, mi fa impazzire. 
Altra cosa che ti posso dire, è che il libro è diretto, colpisce come una freccia ben assestata, ben scritto e facile da capire.
A leggere i dialoghi tra politici, mi è salita una forte consapevolezza di quanto noi italiani siamo già dentro a un meccanismo così, perverso e insensibile. Come tutto, e dico veramente tutto, sia stato pianificato a tavolino per far stare male la gente e così gestirla meglio. Questa non è politica, ma semplicemente mercificazione del tutto. E il fatto di essere impotenti di fonte a tutto ciò mi fa arrabbiare ancora di più. Vedo come saremo noi magari tra vent’anni, anche se siamo sulla buona strada ora e non mi piace.
Perfetto per una rappresentazione teatrale. Assolutamente perfetto.
Un abbraccio grande
Nadia Ravioli

venerdì 6 marzo 2015

#8marzoxché: l’inchiesta di infinito edizioni sul senso della Festa della Donna

L’8 marzo si avvicina. La Giornata internazionale della donna è stata istituita dall’Onu nel 1977 in una data che simboleggia le battaglie delle donne che, dal 1900, hanno messo voce e anima per ottenere parità di diritti e per denunciare tutte le discriminazioni e le violenze subìte. Leggendo le testate giornalistiche e non solo, ci si rende conto che questa lotta, iniziata con le manifestazioni per ottenere il diritto di voto e situazioni lavorative migliori, non è ancora stata vinta su tutti i fronti. Certo, in Italia dal 1946 tutte le donne possono votare e, in campo lavorativo, si sono fatti molti passi avanti su assunzioni, stipendi e maternità, almeno sulla carta. Nonostante questo, viviamo in un mondo in cui la figura femminile non è ancora riconosciuta al pari di quella maschile. E non parliamo soltanto di Paesi in via di sviluppo, dove si pratica ancora in maniera selvaggia l’infibulazione sulle bambine, dove i matrimoni sono combinati e violenza e aborti di feti femminili sono pratiche usate quotidianamente. Parliamo anche dei cosiddetti Paesi occidentali industrializzati, dove tanto si sbandierano civiltà e diritti per tutti ma che vedono una donna su tre vittima di stalking e violenza e dove, ogni due giorni, viene aggiornato l’elenco delle vittime di femminicidio, reato contro il quale in Italia solo nel 2013 è stata emanata una legge specifica.
Abbiamo chiesto ai nostri autori e a voci importanti del giornalismo e dell’attivismo sociale cosa ne pensano della Festa della Donna ponendo loro due domande, per arrivare più consapevoli all’8 marzo e oltre: continueremo infatti a pubblicare i nostri contributi anche nei giorni a seguire, #pernondimentcare e continuare a chiederci #8marzoxché. Sempre.

13 marzo, "I bastardi di Sarajevo" a Conselice (Ravenna)