venerdì 27 febbraio 2015

Usa-Bosnia, sì a estradizione di bosniaco musulmano che torturò civili serbi per i croati

È un incrocio complicato, quasi “pericoloso”, automobilisticamente parlando. Per questo va spiegato, per mostrare la complessità della guerra del 1992-1995 in Bosnia Erzegovina.
Protagonista della vicenda è Almaz Nezirović, musulmano bosniaco residente nella contea di Roanoke, in Virginia, Stati Uniti.
Nezirović durante la guerra del 1992-1995 era in forza all’Hvo, l’esercito croato-bosniaco che combatteva per staccare con la forza l’Erzegovina bosniaca dalla Bosnia Erzegovina e annetterla alla Croazia per creare la cosiddetta Grande Croazia. L’uomo prestò servizio in un campo di detenzione croato, nel quale erano detenuti prigionieri sia musulmani sia, soprattutto, serbo-bosniaci.
Dopo la guerra, ed esattamente nel 1997,  Nezirović si trasferì negli Stati Uniti e prese casa per l’appunto nella contea di Roanoke. Nel 2003 fu raggiunto da una richiesta di estradizione da parte della giustizia bosniaca. Ma, mancando un trattato ad hoc tra Sarajevo e Washington, i tempi per la decisione da parte delle autorità Usa – in effetti molto restie a operare estradizioni in Bosnia – si sono allungati a dismisura. Ieri, 26 febbraio 2015, finalmente la giustizia statunitense ha dato l’ok all’estradizione di Nezirović, accusato di aver percosso, torturato e umiliato prigionieri civili serbi detenuti nel campo di prigionia erzegovese in cui prestava servizio.
Un caso minore, senza dubbio, ma al contempo la dimostrazione che giustizia può essere fatta sempre, se ce n’è la volontà. Anche a distanza di vent’anni e più.