giovedì 8 gennaio 2015

Srebrenica, rinviato a giudizio parlamentare neo-eletto per aver partecipato al genocidio

Giunge dalla Bosnia – in cui già tre persone sono morte a causa del freddo negli ultimi giorni – una notizia interessante, che almeno potrà scaldare il cuore a chi crede e soprattutto spera ancora nella giustizia in quel Paese disgraziato.
Dragomir Vasić, nazionalista classe 1964 neo-eletto (lo scorso ottobre) al parlamento della Repubblica serba di Bosnia, una delle due Entità che costituiscono la Bosnia Erzegovina come deciso dagli Accordi di Dayton, è stato rinviato a giudizio dai giudici del Tribunale bosniaco per i crimini di guerra di Sarajevo per aver partecipato al genocidio di Srebrenica nel luglio del 1995, allorché 10.701 musulmani bosniaci dai 12 ai 76 anni vennero torturati e assassinati dall’esercito serbo-bosniaco e dai paramilitari serbi e poi inumati in fosse comuni.
Con Vasić, che naturalmente da sempre professa la sua innocenza (e che gli elettori serbo-bosniaci, nonostante tutto, hanno recentemente premiato per i suoi “meriti” di guerra con una bella elezione in parlamento), sono sottoposti alla medesima accusa anche due poliziotti serbo-bosniaci, Danilo Zoljić e Radomir Pantić. Lo stesso Vasić, nativo di Tuzla, durante la guerra del 1992-1995 comandava le forze di polizia dell’area di Zvornik, anonima cittadina lungo il confine con la Serbia a circa un’ora d’auto da Srebrenica.
Non è raro che ex poliziotti o poliziotti tuttora in attività nella Repubblica serba di Bosnia siano accusati di aver partecipato al genocidio di Srebrenica. Alcuni mesi fa con la stessa accusa sono stati arrestati anche dei poliziotti di Bratunac. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare e migliaia di criminali di guerra sono ancora malauguratamente a piede libero.