mercoledì 7 gennaio 2015

La recensione di Pierfrancesco Curzi de "Il Fatto Quotidiano" e del "Resto del Carlino" per "I bastardi di Sarajevo"


Ciao Luca, ho atteso il passaggio, mai così agognato, delle feste natalizie, per tracciare un breve resoconto su “I bastardi di Sarajevo”. Come ti avevo accennato, all’inizio la forma del dialogo diretto (a parte le poche parti del diario di Fata e l’articolo di giornale) mi aveva sorpreso e non in maniera positiva. Poi andando avanti col racconto la mia visione è cambiata. Compito non facile tra l’altro, fatto con l’obiettivo di romanzare, narrare alcune storie intrecciate e tratteggiare i personaggi collegati, ma allo stesso tempo raccontare pezzi di guerra e di genocidio. Narrativa, ma anche saggistica. In alcuni punti la tua volontà di informare il lettore su alcuni fatti salienti dell’assedio sembra offuscare il filo del racconto, ma poi ritorni subito a bomba sui vari protagonisti. Comunque, guarda, c’è solo un fattore che serve per descrivere il tuo libro: la sera, quando tornavo a casa dal lavoro, non vedevo l’ora di prenderlo in mano. Tutto il resto conta poco.
Pierfrancesco Curzi