L’incontro è stato molto piacevole e sono stati naturalmente toccati
temi importanti e “tosti”. Da quest’incontro abbiamo imparato che:
1. È ancora pieno di italiani che vanno a fare
sesso a pagamento con le bambine e i bambini in Cambogia, il che vuol dire che
siamo ancora lontani dall’avere una qualche minima certezza che questi
autentici mostri finiscano in galera;
2. La
Cambogia è un Paese diviso in quattro fasce di popolazione – troppo ricchi,
nuovi ricchi, poveri e poverissimi – ed è proprio quest’ultimo il “serbatoio
umano” da cui escono le vittime che finiscono nei bordelli frequentati da
occidentali, arabi, giapponesi e tanta umanità varia unita dall’intento comune
di fare le peggiori porcherie ai danni dei più deboli, a partire proprio dai
bambini;
3. Che
i poverissimi possono essere salvati e riscattati da una condizione terribile,
come dimostra il lavoro di Ecpat, a patto che vi siano persone di buona volontà
disposte a spendersi e a rischiare in prima persona per raggiungere questo
nobile scopo e che vi sia un sistema di leggi tale da far pagare chi commette
abusi – tanto come tenutario che come cliente – ai danni dei più deboli;
4. Che la provincia italiana, nello specifico
Formigine, ma in generale tutta la provincia, non è affatto necessariamente
condannata a concentrarsi solo su sagre paesane a base di salsicciotti e
processioni ma che invece ha un nucleo solido, a volte più solido delle grandi
città, attento a tematiche più difficili ma proprio per questo più importanti,
molto più importanti.
Per tutte queste ragioni l’incontro di sabato ai Magazzini San Pietro è
stato molto rilevante e sempre per questo il nostro impegno continuerà ad
andare sempre e comunque in quella direzione, perché non è affatto vero che gli
italiani non vogliono affrontare temi seri e perfino duri, è invece vero che si
fa loro – a tutti noi – un grande torto se non li mettiamo – se non ci mettiamo
– in condizione di conoscere, affrontare e confrontarsi con questi temi.
Avanti così, dunque.