Venerdì 26 settembre la procura del Tribunale penale internazionale per
i crimini di guerra nella ex Jugoslavia (Tpi) ha chiesto l’ergastolo per
Radovan Karadžić, l’ex presidente dell’auto-proclamata Repubblica serba di
Bosnia (Rs), responsabile della morte di almeno centomila persone nel conflitto
del 1992-1995 e di oltre diecimila in occasione del genocidio di Srebrenica
(11-19 luglio 1995). La richiesta dell’ergastolo va messa in relazione proprio
con il genocidio di Srebrenica.
“Il carcere a vita è la sola pena adeguata”, ha dichiarato l’ufficio
del procuratore.
Questa è ovviamente una “non-notizia”, nel senso che giornalisticamente
avrebbe fatto più clamore una diversa richiesta da parte della procura ed
eventualmente lo farebbe una condanna di diverso tenore da parte del Tpi. La
parola passerà ora ai giudici del Tpi. Fermo restando che, in caso di condanna
all’ergastolo, questa sarebbe in primo grado e la storia delle sentenze del Tpi
ci ha purtroppo insegnato che le condanne di secondo grado sono sempre più
blande e che, in ogni caso, la permanenza in carcere dei criminali per l’intera
durata della pena non è certa, come è stato nel caso del clamoroso rilascio del
successore di Karadžić alla presidenza della Rs, la biologa Bilijana Plavsić.