mercoledì 24 settembre 2014

Bosnia, la campagna elettorale porta “in dono" a Sarajevo una gigantesca croce abusiva


Nella notte tra sabato 20 e domenica 21 settembre mani ignote e abusive hanno eretto nella località Zlatište una robusta e orribile croce fatta di tubi di metallo, visibile fin dal centro di Sarajevo. Si tratta di un discutibile “regalo” fatto alla cittadinanza della capitale da qualche gruppo estremistico serbo-bosniaco con lo scopo evidente di alzare una croce di richiamo e di controllo su tutti i serbi di Sarajevo tentati di votare per un partito diverso da quello estremista serbo-bosniaco, che definire di estrema destra è probabilmente poco. Secondo alcuni, la rozza croce avrebbe lo scopo di ricordare le migliaia di cittadini bosniaci di nazionalità serba morti durante la guerra a Sarajevo. I responsabili, naturalmente – come detto – anonimi di questo “capolavoro”, hanno probabilmente dimenticato in modo intenzionale che una buona parte dei serbi di Sarajevo morti durante l’interminabile assedio del 1992-1995 (oltre 1.400 giorni) sono stati ammazzati proprio dagli assedianti serbo-bosniaci e dai paramilitari mandati e armati da Belgrado, la peggiore feccia dell’umanità.
Difficile dire se questa pericolosa buffonata faccia parte della strategia del presidente serbo-bosniaco Milorad Dodik per esasperare gli animi in campagna elettorale e portare più rapidamente possibile la Repubblica serba di Bosnia verso la secessione, o magari verso una nuova guerra, ma è un dato di fatto che nessuno da Banja Luka abbia condannato l’episodio. Qualche solerte cittadino sarajevese, intanto, ha provato a buttare giù la brutta croce, fallendo nel tentativo e finendo identificato dalla polizia. Probabile ora l’inizio di un gioco al rimbalzo delle responsabilità, il che ritarderà l’abbattimento di questa offesa al buon gusto, alla civiltà e a ogni divinità. Probabilmente – ma potrebbe non essere così, per carità – a Dio, se esiste, non importa nulla di una croce tirata su da qualche idiota, ma importa molto di più la pace e la serena coesistenza tra le genti. Per questo chi compie questi attacchi grotteschi non è e non sarà mai un credente, ma solo un gorilla ammaestrato e pagato con poche banane per gettare zizzania a beneficio di neanche troppo oscuri burattinai senza vergogna. Magari ci penserà Dio stesso, stufo della stupidità umana, a buttare giù quell’obbrobrio…
In ogni caso, pare fatto apposta (ma giuro che non è così), ma tutto sembra congiurare a favore de I BASTARDI DI SARAJEVO, il mio libro in uscita. Magari a Banja Luka c’è qualcuno che mi ama e vuole fare pubblicità gratis al mio nuovo libro… peccato solo che non lo abbia letto prima…