martedì 12 agosto 2014

Alluvioni: duecento milioni per Bosnia e Serbia. Ma chi li gestira? E come?


Dopo tre mesi, invece, finalmente qualcosa sembra muoversi dal punto di vista delle donazioni internazionali. Nei giorni scorsi una conferenza dei donatori svoltasi a Bruxelles ha stanziato 809 milioni di euro per la Bosnia Erzegovina e 995 milioni di euro per la Serbia oltre ad altri 41 milioni per le attività transfrontaliere di ricostruzione tra i due Paesi. I finanziamenti servono per ricostruire le case, per l’assistenza agli sfollati, la sistemazione degli edifici pubblici, la ripresa delle forniture idriche ed elettriche e la ricostruzione delle strade e delle altre strutture viarie, in primis i ponti. Non è chiaro chi gestirà questi soldi e come, e questo, in Paesi profondamente corrotti come Bosnia e Serbia, è un serio problema.
In più, a detta della Commissione europea, le alluvioni dello scorso maggio avrebbero provocati danni strutturali per oltre due miliardi di euro. Un disastro per i due Paesi ma, volendo provare a essere ottimisti, anche una grande chance per rilanciare l’occupazione attraverso la ricostruzione e progettare finalmente un vero e serio sviluppo dei due Paesi. Conoscendo, invece, i caratteri e la voracità dei politici balcanici, è ovvio dare per scontato che anche questa chance nata da una tragedia andrà persa. Una tragedia nella tragedia, in parole povere. Povere come il futuro della gente di questi due Paesi afflitti dalle peggiori classi politiche d’Europa, al pari dell’Italia.