martedì 22 luglio 2014

Bosnia, nuovo attacco di Dodik: “Republica Srpska indipendente”

Nuova “sparata” del due volte primo ministro e attualmente presidente dell’Entità denominata Repubblica serba di Bosnia (Rs), il milionario ultranazionalista Milorad Dodik: “Il mio programma politico prevede il rafforzamento dell’autonomia della Republika Srpska, fino al raggiungimento dell’indipendenza”, ha detto il leader populista in un’intervista rilasciata al quotidiano serbo Blic. “Credo che gli eventi in Crimea, con il referendum, siano stati un buon esempio che potrebbe essere seguito”, ha aggiunto Dodik, da anni amico intimo del presidente russo Vladimir Putin, tacendo sul fatto che il referendum nella Crimea orientale è stato illegale e s’è tenuto in un clima di conflitto bellico e che al momento la regione separatista ucraina è attraversata da pericolosi venti di guerra e di fatto è stata occupata militarmente da Mosca. Un atto di fede verso Putin e una piccola sfida alla Nato e agli Stati Uniti: così potremmo etichettare queste dichiarazioni di Dodik, se non fosse chiaro che alimentare il fuoco del separatismo e delle differenze nazionali in Bosnia, in questo momento, è tremendamente pericoloso.
“È ormai dimostrato che la Bosnia Erzegovina non funziona per nulla e che nessuno ne ricava beneficio, né i serbi né i musulmani né i croati, fatta eccezione per un certo numero di stranieri”, ha infine detto Dodik, sottacendo il fatto che il cattivo funzionamento della macchina bosniaca è largamente imputabile proprio a lui e, più in generale, ai tre partiti nazionalisti che fanno riferimento ai tre gruppi nazionali maggioritari citati dal presidente dell’Entità a maggioranza serbo-bosniaca. Relativamente all’ultima parte della dichiarazione di Dodik, è vero che sono soprattutto gli stranieri – il caso dei suoi amici russi e francesi lo sta a dimostrare ampiamente, del resto – ad arricchirsi ora in Bosnia. Ma non mancano bosniaci che vedono migliorare costantemente – dalla fine della guerra a oggi – il loro patrimonio. Dodik, neanche a dirlo, è senz’altro tra questi, al pari di diversi leader musulmani e cattolici e serbo-bosniaci.