Il Mar Tirreno è destinato a non poter mai incontrare
l’Adriatico? Genova è poi così lontana dai Balcani e dall’Europa orientale?
Fino a pochi giorni fa anche il più pessimista tra i
genovesi – e non solo – avrebbe forse risposto affermativamente a queste due
domande. Da questo bizzoso e fresco luglio, tuttavia, si ha la certezza che le
cose non stanno più così.
“Alla Festa dell’Est” – creatura fortemente voluta
dai dieci sognatori pragmatici riunitisi dal 2013 nell’associazione culturale e
di promozione sociale genovese Gulasch
– ha rimesso in mare l’antico vascello genovese, un vascello oggi disarmato e
solidale che, quasi nello spazio di un batter di ciglia, ha cancellato le
distanze e per una decina di giorni ha portato e continuerà a portare
protagonisti, idee, creazioni artistiche, suggestioni, meraviglie gastronomiche,
visi, dolori e sorrisi dall’Europa orientale a Sestri Ponente, dove ogni sera
centinaia di persone vestono i panni degli spettatori attivi per lasciare a
tarda sera la cornice incantata di Villa Rossi da cittadini più consapevoli.
Perché “Alla Fiera dell’Est” si parla di tutto e senza peli sulla lingua: il
genocidio di Srebrenica, il dopoguerra bosniaco infinito, il dramma
dell’Ucraina invasa e spaccata dall’imperialismo russo, le contraddizioni della
Serbia, le tappe bruciate dalla locomotiva dello sviluppo polacco, che sempre
più insistentemente si pone come splendida tappa turistica per chi voglia
espandere i propri orizzonti, e tanto altro ancora.
“Alla Fiera dell’Est”
è un progetto coraggioso nato dai sogni di una decina di cittadini
genovesi attivi e senza un centesimo di copertura economica. Ciò nonostante, il
livello complessivo della manifestazione è notevole e gli sforzi degli organizzatori
meritano d’essere premiati non solo dai fruitori della festa ma anche della
critica. Non capita spesso che l’iniziativa di un manipolo di persone possa e
sappia aprire la mente e le porte di una grande e splendida città come Genova a
un mondo affascinante come quello dell’Europa dell’Est. L’associazione Gulasch è riuscita in quest’intento e
rappresenta da subito un punto di riferimento per chi vorrà, in altre città e
contesti, misurare i propri sogni e le proprie capacità, rifuggendo la
mediocrità generalizzata di un Paese, l’Italia, troppo spesso in crisi non solo
economica ma ancor più civile, culturale e d’idee.