mercoledì 11 giugno 2014

Storie italiane: i truffatori di editori


In tempi di gravissima crisi dell’editoria, una curiosa Fondazione spunta dal nulla e avvia una colossale truffa ai danni di almeno duecento editori. È una storia italiana, storia di sciacalli che spolpano il corpo fiaccato di un settore in crisi mortale.
Tra marzo e aprile 2014 questa fantomatica Fondazione – dotata di sito web, partita Iva, conto corrente bancario presso un grande istituto di credito – contatta oltre duemila editori italiani. Propone di acquistare grosse partite di libri, dietro regolare proposta da parte degli editori. Qualcuno più scaltro sente odore di bruciato e va a incontrare questi signori nella loro sede, stringe loro la mano, parlano affabilmente. In molti alla fine si fidano, pare oltre duecento. Tutti accettano di vendere a un buon prezzo tra i 450 e i 500 libri del loro catalogo, talvolta qualcosa di più. Gli editori emettono regolare fattura, la Fondazione assicura pagamento tramite bonifico bancario, in almeno un caso emette degli assegni. Che poi si riveleranno scoperti. Improvvisamente, scompaiono Fondazione e libri e la sede rimane vuota. Truffa consumata. In perfetto stile italiano.
La Guardia di Finanza sta indagando, ma è probabile che ormai i libri abbiano preso la strada di bancarelle, maceri e altro. Una truffa così, con tonnellate di carta da spostare e far sparire, non si consuma se dietro non c’è già un “ricettatore”, o più d’uno, pronto a mettersi all’opera.
Questa storia può insegnare molte cose, è vero. Ma, tra tutte, insegna che oramai in questo Paese non ci si può fidare più di nessuno. E questa è la cosa forse più triste, al di là del danno etico ed economico subìto da tanti colleghi. A loro va tutta la nostra solidarietà. La nostra casa editrice ormai da anni, dopo aver subito altre truffe – ad esempio ad opera persino di un grande e storico teatro milanese, oltre che da librai e altri – adotta una politica ben precisa: si emette fattura, si riceve e verifica il pagamento tramite bonifico, quindi si inviano i libri. Consigliamo a tutti di fare così, anche in tempi duri come questi, in cui un libro in più venduto può salvare una piccola azienda e in cui la disaffezione verso il libro è purtroppo generalizzata. Meglio perdere una vendita incerta che subire una truffa e rimetterci persino le salate spese di spedizione. Forse anche così, visto che in Italia è così facile truffare e così difficile essere protetti, potremo fare qualcosa per far capire a tanti sciacalli che, davvero, qui non è più aria di truffe.