In
tempi di gravissima crisi dell’editoria, una curiosa Fondazione spunta dal
nulla e avvia una colossale truffa ai danni di almeno duecento editori. È una
storia italiana, storia di sciacalli che spolpano il corpo fiaccato di un
settore in crisi mortale.
Tra
marzo e aprile 2014 questa fantomatica Fondazione – dotata di sito web, partita
Iva, conto corrente bancario presso un grande istituto di credito – contatta oltre
duemila editori italiani. Propone di acquistare grosse partite di libri, dietro
regolare proposta da parte degli editori. Qualcuno più scaltro sente odore di
bruciato e va a incontrare questi signori nella loro sede, stringe loro la
mano, parlano affabilmente. In molti alla fine si fidano, pare oltre duecento.
Tutti accettano di vendere a un buon prezzo tra i 450 e i 500 libri del loro
catalogo, talvolta qualcosa di più. Gli editori emettono regolare fattura, la
Fondazione assicura pagamento tramite bonifico bancario, in almeno un caso
emette degli assegni. Che poi si riveleranno scoperti. Improvvisamente,
scompaiono Fondazione e libri e la sede rimane vuota. Truffa consumata. In
perfetto stile italiano.
La
Guardia di Finanza sta indagando, ma è probabile che ormai i libri abbiano
preso la strada di bancarelle, maceri e altro. Una truffa così, con tonnellate
di carta da spostare e far sparire, non si consuma se dietro non c’è già un “ricettatore”,
o più d’uno, pronto a mettersi all’opera.
Questa
storia può insegnare molte cose, è vero. Ma, tra tutte, insegna che oramai in
questo Paese non ci si può fidare più di nessuno. E questa è la cosa forse più
triste, al di là del danno etico ed economico subìto da tanti colleghi. A loro
va tutta la nostra solidarietà. La nostra casa editrice ormai da anni, dopo
aver subito altre truffe – ad esempio ad opera persino di un grande e storico
teatro milanese, oltre che da librai e altri – adotta una politica ben precisa:
si emette fattura, si riceve e verifica il pagamento tramite bonifico, quindi
si inviano i libri. Consigliamo a tutti di fare così, anche in tempi duri come
questi, in cui un libro in più venduto può salvare una piccola azienda e in cui
la disaffezione verso il libro è purtroppo generalizzata. Meglio perdere una
vendita incerta che subire una truffa e rimetterci persino le salate spese di
spedizione. Forse anche così, visto che in Italia è così facile truffare e così
difficile essere protetti, potremo fare qualcosa per far capire a tanti
sciacalli che, davvero, qui non è più aria di truffe.