L’11
luglio 1995 è cominciato il più grande macello della popolazione civile in
Europa dopo la seconda guerra mondiale e il più grande calvario dei bosgnacchi
nella loro storia. In otto giorni (11-19 luglio 1995) nonostante la presenza
dell’Unprofor, i militari di Mladić uccisero più di ottomila civili, fra cui
anche bambini di dieci anni, donne e vecchi. Oltre tremila uomini erano stati
uccisi subito dopo il rastrellamento nella base dell’Onu a Potočari; gli altri
furono giustiziati con esecuzioni di massa dopo la cattura. I corpi venivano
buttati nelle fosse comuni, ricoperti di terra con l’obiettivo di distruggere
le prove del genocidio. Srebrenica è l’umiliazione più terribile dell’Occidente
dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Presidente dell’Associazione per i Popoli Minacciati della Bosnia Erzegovina