lunedì 30 giugno 2014

Giovedì 3 luglio parliamo di Bosnia a Roma

Giovedì 3 luglio sarò a ROMA per parlare di Bosnia e Balcani. L'appuntamento è al Museo Storico della Liberazione, via Tasso 155 (http://www.viatasso.eu/index.asp), alle ore 10,45; organizza la Caritas Diocesana di Roma, Area Pace e Mondialità. Nel pomeriggio, alle 16,45, sempre presso il Museo, incontro con Mario Boccia. Per info: Caritas Diocesana di Roma, 06.6988.6371.
A fine luglio dovrei essere a GENOVA per un paio di serate, la prima delle quali in tandem con Silvio Ziliotto, presidente di Ipsia Milano. A breve gli aggiornamenti.

Alluvione in Bosnia, da Doboj notizie sia belle che macabre

Da Doboj, cittadina sul folle e artificioso confine tra Republika Srpska di Bosnia (Rs) e Federazione di Bosnia Erzegovina (FBiH) – ma, formalmente, in Republika Srpska, dopo la pulizia etnica degli anni della guerra e la conseguente “serbizzazione” coatta – giungono due notizie. La prima, macabra ma, a modo suo, anche positiva, è stata divulgata da pochissime testate internazionali e da qualche blogger italiano. Nei dintorni di Doboj l’alluvione di metà maggio ha portato alla luce una fossa comune. Ne era stata data notizia già a inizio giugno ma ora abbiamo notizie più precise, per quanto non definitive, sulle dimensioni della fossa comune, che conteneva almeno venti corpi integri e quattro o cinque corpi incompleti o parti di corpo. Le ricerche continuano perché l’acqua esondata dal fiume Bosna potrebbe aver spostato alcuni corpi. Per qualche info in più, fate clik qui.

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Angelo Lallo

A Srebrenica oltre la siepe c’è il grande buio che alberga nel cuore delle donne che non hanno ancora rielaborato la loro tragedia, in quanto è estremamente difficile convivere nella stessa zona, e spesso nella stessa strada, con i massacratori dei propri mariti e dei figli. Non si può accettare di vivere a contatto, attimo per attimo, con i criminali che hanno ammazzato la loro ragione di vita o che sono gli autori degli stupri. A Srebrenica non è ancora iniziata la lunga fase della rielaborazione del lutto perché in moltissimi casi non c’è una tomba su cui piangere per la precisa volontà dei serbo-bosniaci di disperdere i resti delle fosse comuni in una miriade di altre fosse, rendendo impossibile il riconoscimento utilizzando la provata prassi nazista di occultare le prove.

Angelo Lallo
Scrittore, storico

domenica 29 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Riccardo Noury


Mentre vedo l’Olanda giocare, divertendo e divertendosi, ai Mondiali di calcio, penso alla pena che hanno passato per 18 anni i familiari di Rizo Mustafic e il padre e il fratello di Hasan Nuhanovic, l’interprete dei “peacekeeper” (virgolette d’obbligo) olandesi a Srebrenica. Morirono, quei tre uomini, perché allontanati dalla zona “protetta” dai caschi blu olandesi. Una pena lunga 18 anni, prima che il 6 settembre 2013 la Corte di Cassazione di Amsterdam giudicasse lo Stato olandese responsabile della loro morte. Una pena appena mitigata da quella minuscola manciata di giustizia.

Riccardo Noury
Portavoce e Direttore dell'Ufficio Comunicazione
Amnesty International - Sezione Italiana

sabato 28 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Fadila Memišević


L’11 luglio 1995 è cominciato il più grande macello della popolazione civile in Europa dopo la seconda guerra mondiale e il più grande calvario dei bosgnacchi nella loro storia. In otto giorni (11-19 luglio 1995) nonostante la presenza dell’Unprofor, i militari di Mladić uccisero più di ottomila civili, fra cui anche bambini di dieci anni, donne e vecchi. Oltre tremila uomini erano stati uccisi subito dopo il rastrellamento nella base dell’Onu a Potočari; gli altri furono giustiziati con esecuzioni di massa dopo la cattura. I corpi venivano buttati nelle fosse comuni, ricoperti di terra con l’obiettivo di distruggere le prove del genocidio. Srebrenica è l’umiliazione più terribile dell’Occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Fadila Memišević
Presidente dell’Associazione per i Popoli Minacciati della Bosnia Erzegovina

venerdì 27 giugno 2014

Riciclaggio e terrorismo, il Consiglio d'Europa inserisce la Bosnia nella black list

Il Comitato dell’Anti-Money Laundering Measures and the Financing of Terrorism (MONEYVAL – Comitato per le misure anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo) del Consiglio d’Europa ha deciso, all’inizio di giugno, d’inserire la Bosnia Erzegovina nella sua black list, ovvero nella lista di Paesi sconsigliati agli investitori europei. Di questa lista fanno parte Paesi come la Corea del Nord e l’Iran.
Il Consiglio d’Europa ha preso questa decisione in seguito alla mancata adozione – ripetutamente sollecitata in sede europea – di apposite leggi contro il riciclaggio del denaro sporco e il finanziamento del terrorismo. La Bosnia Erzegovina, come quasi tutti gli altri Paesi dello spazio ex jugoslavo – è da anni nelle mani delle mafie che lavano principalmente nel settore bancario e in quello immobiliare il denaro sporco frutto di commerci e attività illecite.
Questa decisione del Consiglio d’Europa è, per la Bosnia, una vera mazzata, soprattutto ma non esclusivamente a causa della tragedia dell’alluvione di metà maggio. Può essere revocata in seguito all’adozione e all’entrata in vigore di una buona legge ad hoc. Ma da mesi il parlamento bosniaco – che non brilla certo per la capacità di produrre buone leggi… – non riesce a trovare uno straccio d’accordo su una legge in discussione, oggetto di veti incrociati.
Per chi voglia approfondire la questione, consiglio la lettura del mio Bosnia Express.

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Jasmina Tešanović

Oggi, diciannove anni dopo, ci sono persone, in Serbia e in tutto il mondo, che ancora preferiscono non pensare a Srebrenica. In Serbia, la richiesta della maggioranza silenziosa è che i crimini commessi dalle due parti siano considerati uguali e che, di conseguenza, siano sistematicamente nascosti e negati. Nel mondo globale, sempre più terrorizzato, militarizzato ed extra-legalizzato, la giustificazione per un atteggiamento del genere è: lasciate che le violente tribù locali dei Balcani si combattano tra loro.

Jasmina Tešanović
scrittrice, attivista per i diritti umani

giovedì 26 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario

L’11 luglio 1995 è la data in cui, 19 anni fa, comincia il genocidio di Srebrenica. Alla fine di cinque giorni di torture e uccisioni, oltre 10.000 maschi bosniaci musulmani dai 12 ai 76 anni saranno spietatamente uccisi dai soldati serbo-bosniaci e dai paramilitari serbi, per poi venire barbaramente inumati in fosse comuni.
Abbiamo chiesto a giornalisti, scrittori, amici un pensiero per ricordare Srebrenica, quei giorni. In alcuni casi, abbiamo semplicemente tratto un pensiero da testi pubblicati nei libri editi dalla Infinito edizioni, in particolare “Srebrenica. I giorni della vergogna”. Da domani, 27 giugno, fino a dopo l’11 luglio, pubblicheremo questi pensieri.
Speriamo gradirete quest’iniziativa e vorremo, tutti insieme, ricordare, per chiedere e avere giustizia. Al contempo, se qualcuno vorrà partecipare con un suo pensiero, lo valuteremo e, nel caso, lo pubblicheremo, allungando volentieri la lista dei pensieri raccolti e dedicati a una delle fasi storiche più atroci vissute dall’Europa del dopo seconda guerra mondiale.
Buona lettura

lunedì 23 giugno 2014

Bosnia, l’alluvione diventa occasione per nazionalisti e ladri


Sarebbe di circa 85.000 il numero delle persone sfollate a causa delle alluvioni della scorsa metà di maggio nel nord e nell’est della Bosnia. Il numero è tanto più impressionante se si pensa che vi sono ancora 43.000 persone sfollate che vivono in baracche o campi profughi dalla fine della guerra del 1992-1995. Tra i nuovi sfollati – che nessuno sa se e quando potranno avere una nuova casa in cui tornare – moltissimi i minori.
Intanto le cifre aggiornate calcolano in circa 4 miliardi di marchi convertibili – pari a circa 2 miliardi di euro – l’ammontare dei danni provocati dall’alluvione. Una cifra enorme, se si calcola che il prodotto interno lordo nazionale bosniaco ammonta a circa 32 miliardi di euro. La cosa politicamente più interessante e squallida, in materia di cifre, è data dal fatto che l’unità nazionale bosniaca per i nazionalisti, se mai c’è stata, è durata lo spazio di poche settimane, visto che già i politicanti delle due Entità in cui gli accordi di Dayton hanno discutibilmente e arbitrariamente diviso il Paese – Federazione di Bosnia Erzegovina e Repubblica serba di Bosnia – hanno cominciato a reclamare i danni maggiori sminuendo quelli degli altri e quindi, nell’inevitabile balletto, gli aiuti più cospicui da parte della comunità interazionale.

martedì 17 giugno 2014

Venticinque anni dopo, in bocca al lupo ai ragazzi per la Maturità e qualche ricordo, fors'anche "curioso"

Stavo acriticamente leggendo la solita notiziola tardo-primaverile sull'inizio della Maturità quando ho provato una sorta di mancamento: sono passati venticinque anni! Sembra un'altra vita, senz'altro è un altro secolo. Per non parlare del fatto che, nel frattempo, è scattato anche un altro millennio.
Ignoro come funzioni oggi la Maturità. So solo che per me arrivò alla fine di un quinquennio di liceo classico che ricordo come gli anni peggiori della mia vita, se non altro perché cominciati con la non allettante prospettiva che avessi un tumore al cervello. Più che il quarto ginnasio - di cui ho un ricordo in toni di grigio e di cui mi tornano alcune immagini non piacevoli - ricordo gli elettroencefalogrammi, i tracciati, le visite, i medici, i diversi pareri, il senso di spossatezza che mi pervase per mesi, la febbre costante, il freddo nelle ossa, una sorta di ovattata disperazione che poi, per fortuna, scivolò via con il sole della primavera e mi ritrovai a dover recuperare le forze e una pagella disastrosa. I professori furono umani e capirono. Non fu così per tutti i compagni di classe. Ma l'adolescenza ti porta a essere cattivo, instabile, mutevole. Tutto normale. Se non fosse che ero adolescente anch'io. Alla fine di quel quarto ginnasio, quasi quindicenne, mi ritrovai miracolosamente promosso e ancora ricordo gli occhi iniettati di disprezzo di una compagna di classe, rimandata in inglese (una pura cattiveria dell'insegnante): "Dovevano rimandare te, non me". Per me la promozione vera era stata quella dei medici: "Ci siamo sbagliati, non hai un tumore al cervello ma altro, curabile". E giù medicine, per uscirne, per fortuna, ma del tutto solo tanti anni dopo. Magari un giorno, se dovessi ancora avere qualche lettore, potrei trovare la forza di raccontare questa storia. Chi lo sa.

Al via al concorso “tilasciocasa”


È giunto il momento del concorso “Tilasciocasa”. Partecipare è semplice. Basta inviare una foto del libro IL CUORE DELLA LUNA all’indirizzo tilasciocasa@gmail.com, essere in possesso della copia del libro durante la premiazione e rispondere a una domanda sul testo. La giuria sceglierà la più originale tra le foto inviate. Sarà valutata la sua ironia, il luogo dello scatto, il testo che la accompagna. La giuria è composta da Emanuela Stormy Cauli, fotografa e giramondo, Roberto De Riccardis, windsurfista e rubascatti, e Piero Aiello, istruttore di windsurf e videoamatore. Il concorso si concluderà a mezzanotte del 31 agosto 2014. Il/la vincitore/trice si aggiudicherà – da solo o in compagnia di un secondo/a – quattro giorni sulla penisola di Hyeres in un confortevole appartamento climatizzato a 148 metri dalla spiaggia de La Capte. Allora... cosa aspetti a fotografarti con la tua copia!?

venerdì 13 giugno 2014

Alluvione in Bosnia, ecco come donare per ricostruire le scuole di Doboj

In chiusura di settimana mi permetto di segnalare un altro dei tanti e importanti progetti a sostegno delle popolazioni colpite dalle alluvioni del 15-20 maggio scorso in Bosnia Erzegovina.
Il progetto di chiama “Day after disaster” e si propone di ricostruire due scuole di Doboj, cittadina della Republika Srpska di Bosnia. Una delle due scuole è la “Vuk Karadžić” – attenzione, Vuk Stefanović Karadžić, nato nel 1787 in Serbia e morto nel 1864 a Vienna, è stato un linguista, scrittore ed etnologo serbo, nonché il maggior riformatore della lingua serba, e nulla ha a che vedere con Radovan Karadžić, noto criminale di guerra serbo-bosniaco alla sbarra all’Aja – l’altra la scuola alberghiera di Doboj. Per ora, l’iniziativa ha raccolto 390 euro per la “Vuk Karadžić” mentre inizia proprio ora la raccolta per l’alberghiera.

Alluvione nei Balcani, quando le zanzare sono o bosniache o serbe o croate

Continua il lungo e duro lavoro di risanamento dopo i danni delle terribili inondazioni che hanno flagellato Bosnia, Serbia e Croazia tra il 15 e il 20 maggio scorsi. Da Tuzla segnalano che ormai l'inondazione è quasi del tutto regredita e l'acqua è tornata a scorrere negli alvei naturali. Resta una devastazione quasi bellica, decine di migliaia di case distrutte o danneggiate, fango ovunque, danni per oltre un miliardo di euro, circa 15.000 posti di lavoro persi e... le zanzare.
Sì, proprio le zanzare. Che, in questi giorni, fanno molto parlare di sé nei Balcani. Infatti, segnalano da Tuzla, “nonostante la solidarietà abbia ultimamente cancellato le frontiere, sono proprio le zanzare che le stanno ridisegnando. Anzi, le stanno disegnando i nostri politici, grazie alle zanzare.

mercoledì 11 giugno 2014

Alluvione in Bosnia, i primi conti (da capogiro) dei danni

Sono state divulgate dall’agenzia di stampa Fena le prime stime delle Nazioni Unite relative alla terribile alluvione che a metà maggio ha colpito Bosnia, Serbia e Croazia, provocando ben 77 vittime, la maggior parte delle quali in Serbia.
Sono cifre da incubo, per un’economia già stagnante e in parte ancora di guerra come quella bosniaca: le perdite economiche sono stimate intorno agli 1,3 miliardi di dollari, le case alluvionate sono state circa 75.000, quelle totalmente distrutte oltre 2.000 e, in un Paese con un tasso di disoccupazione che sfiora il 50 per cento della popolazione attiva, sono stati circa 15.000 i posti di lavoro perduti.
A tutto questo si aggiunga che, sempre secondo le stime dell’Onu, alla Bosnia servirebbero 210 milioni di dollari nei prossimi sei mesi per far fronte alle prime e più gravi conseguenze del disastro di metà maggio. Quanto è stato per ora raccolto? Appena 1,2 milioni di dollari, da impiegare tutti in progetti di bonifica dalle mine, da individuare e far brillare all’interno di un’area alluvionata di circa 800 chilometri quadrati. Come noto, l’alluvione ha provocato migliaia di smottamenti e di frane, con il conseguente spostamento degli ordigni bellici disseminati durante la guerra del 1992-1995 e ancora ampiamente presenti sul territorio bosniaco.
Alla fine, come sempre, stanno facendo più i privati cittadini dei governi e delle agenzie internazionali. Solita vecchia storia…

Storie italiane: i truffatori di editori


In tempi di gravissima crisi dell’editoria, una curiosa Fondazione spunta dal nulla e avvia una colossale truffa ai danni di almeno duecento editori. È una storia italiana, storia di sciacalli che spolpano il corpo fiaccato di un settore in crisi mortale.
Tra marzo e aprile 2014 questa fantomatica Fondazione – dotata di sito web, partita Iva, conto corrente bancario presso un grande istituto di credito – contatta oltre duemila editori italiani. Propone di acquistare grosse partite di libri, dietro regolare proposta da parte degli editori. Qualcuno più scaltro sente odore di bruciato e va a incontrare questi signori nella loro sede, stringe loro la mano, parlano affabilmente. In molti alla fine si fidano, pare oltre duecento. Tutti accettano di vendere a un buon prezzo tra i 450 e i 500 libri del loro catalogo, talvolta qualcosa di più. Gli editori emettono regolare fattura, la Fondazione assicura pagamento tramite bonifico bancario, in almeno un caso emette degli assegni. Che poi si riveleranno scoperti. Improvvisamente, scompaiono Fondazione e libri e la sede rimane vuota. Truffa consumata. In perfetto stile italiano.

martedì 10 giugno 2014

Kosovo, il Pdk di Thaci vince le elezioni ma senza numeri per governare


Piuttosto in sordina, domenica 8 giugno si sono svolte le elezioni politiche in Kosovo, le prime dopo l’accordo Pristina-Belgrado del 19 aprile 2013 (con la mediazione dell’Unione europea).
Il Partito democratico del Kosovo (PdK) del primo ministro Hashom Tachi ha ottenuto la maggioranza relativa con il 30,6 per cento dei voti; seconda la Lega democratica del Kosovo (Ldk) del capo dell’opposizione Isa Mustafa, con il 25,7 per cento dei voti; terza è Autodeterminazione, movimento ultranazionalista anti-serbo guidato da Albin Kurti, che ha conseguito il 13,5 per cento; a seguire l’Alleanza per il futuro del Kosovo (Aak) di Ramush Haradinaj, con il 9,6 per cento. Quindi altre formazioni minori, delle quali solo Iniziativa per il Kosovo di Fatmir Limaj ha superato il 5 per cento, soglia di sbarramento per aspirare a un seggio in parlamento. Sotto questa soglia è rimasta anche la lista Srpska, ovvero Serbia, movimento di riferimento della minoranza serba in Kosovo, che ha conseguito un incoraggiante 4,2 per cento. Incoraggiante perché per la prima volta dalla nascita del Kosovo indipendente, nel febbraio 2008, un numero consistente di cittadini ascrivibili alla minoranza serba kosovara s’è recato alle urne, prima disertate in massa. Questo è senz’altro un buon segnale per il futuro, legato agli accordi del 2013. Meno buono, a un’analisi più approfondita, è il segnale complessivo uscito dalle urne. Tachi, ex capo dei guerriglieri kosovari dell’Uck, sostenuto dagli Stati Uniti, non nasconde ambizioni europeiste per il Kosovo ma, ammesso che le sue intenzioni siano sincere, non ha al momento i numeri per governare non potendo contare sulla maggioranza dei 120 membri del parlamento kosovaro (dieci dei quali devono essere per legge riservati alla minoranza serba in Kosovo).

Omicidio Politkovskaja, cinque ergastoli. E il mandante?

Mosca, 7 ottobre 2006. Anna Politkovskaja, giornalista inviata di Novaja Gazeta, viene trovata morta nell’ascensore del suo palazzo, uccisa con quattro colpi di pistola, uno dei quali alla testa. Impegnata come attivista per i diritti umani e per la denuncia dei crimini russi in Cecenia, si era opposta strenuamente a un uomo in particolare, Vladimir Putin, che proprio il giorno dell’efferato omicidio di Anna compiva 54 anni, essendo nato a San Pietroburgo il 7 ottobre 1952. Qualcuno disse che l’assassinio della giornalista era stato un regalo di compleanno al suo principale oppositore…
Ieri, 9 giugno 2014, dopo otto anni e tre processi, il tribunale di Mosca ha condannato all’ergastolo il presunto killer, Rustam Makhmudov, e suo zio Lom-Ali Gaitukayev, considerato l’organizzatore dell’omicidio. Carcere per un periodo variabile da dodici e quattordici anni per i pedinatori della giornalista, Ibragim e Dzhabrai Makhmudov, fratelli di Rustam, e di vent’anni per Sergei Khadzhikurbanov, che partecipò alla preparazione dell’agguato.
Cinque condanne, dunque. E il mandante? Rimane sconosciuto.

lunedì 9 giugno 2014

La disperazione del maiale fa il giro del mondo

Fanno riflettere le immagini - che potete vedere cliccando qui - di una femmina di maiale che, riuscendo a crearsi una breccia tra la parete del camion a bordo del quale è in viaggio verso il macello e una rete di contenimento, spinta dalla disperazione si getta sull'asfalto dal camion in movimento per tentare la fuga.
L'animale, sopravvissuto al volo e alla caduta, è stato subito catturato e ricaricato sul camion, che ha continuato il suo viaggio verso il luogo in cui tutti i suini caricati sul mezzo sono stati ammazzati e trasformati in cibo per esseri umani. Una parte del quale - viste le statistiche di spreco alimentare in Italia - è destinato alla discarica.
Fa riflettere la determinazione di quel maiale. Molti eccepiranno che si tratta di una bestia, punto e basta. Eppure da anni ormai sappiamo che gli animali che vanno incontro alla morte sono a conoscenza del loro destino e per questo stesso crudele destino provano paura, angoscia, disperazione. Non è poi scevro da curiosità il comportamento bipolare di molti di noi, che coccolano come fossero figli certi animali ma poi si nutrono a non finire e persino si vestono di altri animali.

Avere un obiettivo allunga la vita, ma “L’arte della longevità” l’allunga di più


Psychological Science, rivista statunitense specializzata in studi e ricerche di psicologia e neurobiologia, ha pubblicato un interessante studio sulla longevità.
I ricercatori statunitensi e canadesi hanno raccolto dati su un campione di 7.000 americani di età compresa tra i 25 e i 70 anni. Al momento del reclutamento, avvenuto nel 2000, è stato chiesto a ognuno di loro cosa pensassero in merito a questi tre punti:
- alcune persone vagano senza meta nella vita, io non sono uno di loro
- vivo la vita un giorno alla volta e non penso al futuro
- a volte mi sento come se avessi fatto tutto quello che c'è da fare nella vita.

venerdì 6 giugno 2014

Alluvione in Bosnia, qualche piccola buona novità in attesa dei numeri definitivi del disastro


Giunge finalmente qualche buona, piccola notizia dalla Bosnia alluvionata. Sono gli amici di Tuzlanska Amica a mandarla ed è bello condividerla. Qui di seguito, un pochino editata e sistemata, la lettera che oggi Tuzlanska ha scritto per raccontare come, pian piano, la forza di combattere contro le avversità stia tornando ad animare i bosniaci, nonostante gli immancabili problemi, e la mancanza di coordinamento tra coloro che devono – o dovrebbero – coordinare gli aiuti agli alluvionati.
La lettera:
“La vita poco alla volta si sta normalizzando. La gente, le cui case sono state distrutte dall’alluvione, sta tornando e cerca di ridurre i danni causati dal maltempo. Coloro le cui case sono state distrutte, anche a dispetto dei pericoli che corrono, molto spesso non vogliono lasciare i loro villaggi e rimangono nelle vicinanze sperando in un miracolo. È bello, però, che per le famiglie rimaste senza casa abbiano già iniziato a costruirne delle nuove in altri posti, come a Lopare; a breve inizieranno a costruire anche a Zenica. Gli altri sono ancora in attesa.
C'è ancora acqua in località come Odzak e Orašje, un po’ meno a Bijeljina. I villaggi vicini a queste città sono stati per molto sommersi e l’agricoltura, che era fonte di sostentamento per tanti, è stata completamente distrutta, mentre il bestiame è stato dimezzato.

giovedì 5 giugno 2014

Dopo Portogruaro, qualche riflessione su Angelo Lallo, “Mala dies” e opg


Il canovaccio del mio piccolo intervento a Portogruaro a fine maggio, per ricordare Angelo Lallo e presentare il suo "Mala dies".

Se Angelo Lallo potesse essere qui con noi, sorridendo direbbe che stiamo presentando il suo libro “in contumacia”. Angelo era una persona ironica e auto-ironica, umile, dedita fino in fondo alla causa che decideva di sposare. E le sue cause riguardavano sempre i diritti umani e civili, la denuncia delle brutture dell’umanità, degli attacchi contro la dignità della persona.
Ho conosciuto Angelo ormai parecchi anni fa. Fu lui a fare il primo passo. Lui e Lorenzo Toresini m’invitarono a fare un intervento sulla Bosnia Erzegovina in occasione della presentazione, a Roma, del loro ottimo libro “Il tunnel di Sarajevo”. Da allora abbiamo cominciato a sentirci sempre più spesso e talvolta a partecipare agli stessi incontri, sempre sul Paese balcanico, che lui così profondamente aveva nel cuore.
Un giorno, poi, arriva la proposta di pubblicare il suo nuovo libro con la nostra casa editrice. È il 2010, quello che ci proponeva arrivò in libreria nella primavera del 2011 con il titolo “Il sentiero dei tulipani. Psiconazionalismo in Bosnia Erzegovina”. Una denuncia potente e coraggiosa contro coloro che utilizzarono, nei Balcani, le tecniche della psichiatria fondendole al nazionalismo esasperato, in modo da creare a tavolino attraverso l’uso distorto dei media un nemico da combattere e distruggere. È l’ormai consueta tecnica dell’uso distorto della diversità, trasformando un valore di crescita e sviluppo sociale e culturale in vettore d’infezione: qualcosa da combattere e da eliminare, anche con la forza, per preservare uno spazio fisico e culturale a compartimenti stagni che in realtà non esiste. Perché siamo tutti ibridi, figli di millenni di fusioni, scontri e incontri.

Alluvione in Bosnia, iniziativa per le scuole della RE.TE Ong

Ricevo dagli amici di RE.TE Ong e volentieri divulgo questo progetto d'intervento a favore della ristrutturazione immediata delle scuole danneggiate dalle alluvioni di metà maggio. Occorrono 10.000 euro a scuola per riaprire le aule e comprare banchi, sedie e lavagne.

mercoledì 4 giugno 2014

Alluvione in Bosnia, Adottando consegna i primi aiuti a Tuzlanska Amica

Quella che vedete in questa fotografia è l'automobile di Adottando parcheggiata nel cortile della sede di Tuzlanska Amica, a Tuzla. Saverio, il presidente di Adottando, insieme ai consiglieri Maria e Paolo, sono stati, in occasione del ponte del 2 giugno, a Tuzla per portare la prima tranche di aiuti ai colpiti dall'alluvione di metà maggio.
Oltre ai beni che potete vedere caricati sull'automobile - donati da Coop Adriatica, Coop Reno, Co.pro.B, Associazionismo di Calcara, comune di Val Samoggia e privati - gli amici di Adottando hanno consegnato nelle mani della presidente di Tuzlanka Amica, la psichiatra Irfanka Pasagic, una donazione in contanti di 4.845 euro, nei quali sono inclusi anche i fondi messi insieme con la vendita di libri della Infinito edizioni e dell'iniziativa dello scorso 25 maggio a Casalecchio di Reno con la scrittrice serba Jasmina Tesanovic. Grazie a tutti. Intanto la raccolta fondi di Adottando continua.

martedì 3 giugno 2014

Alluvione in Bosnia, un modo intelligente per aiutare la Cooperativa Insieme di Bratunac e mille famiglie


La rivista Confronti, nell’ambito del progetto L’altra viaDal conflitto alla ricostruzione: strategie al femminile, lancia una campagna di raccolta fondi a sostegno della Cooperativa Insieme di Bratunac, comune che sorge sulla riva occidentale del fiume Drina, al confine tra la Bosnia Erzegovina e la Serbia, a pochi chilometri da Srebrenica. L’alluvione che ha colpito la Bosnia Erzegovina e la Serbia a metà maggio ha causato la rottura degli argini delle Drina e di altri fiumi minori, colpendo gravemente le aziende agricole presenti sul territorio e, tra queste, la Cooperativa Insieme. Da una parte, le coltivazioni di piccoli frutti che hanno sede in pianura sono state sommerse dall’acqua; dall’altra, i magazzini e gli stessi uffici della cooperativa hanno subìto danni.