Nella sola Bosnia le vittime causate dal maltempo sono
decine (complessivamente, tra Bosnia e Serbia si parla di almeno 47 morti). Le
cronache parlano di oltre duemila frane che creano disagi e difficoltà nei
soccorsi. In alcune località l’acqua ha raggiungo i 15 metri d’altezza, ponti e
strade sono stati spazzati via o danneggiati mentre si parla di centomila case
inagibili, dodici villaggi completamente evacuati e decine di migliaia di persone
evacuate, forse 50.000. Le autorità inoltre confermano che smottamenti, frane e
fiumi di fango potrebbero aver messo in movimento le mine della guerra del
1992-1995 dormienti sotto un sottile strato di terreno, il che aumenta i
pericoli per la popolazione civile, anche in prospettiva.
Le località maggiormente colpite in Bosnia sono Doboj,
Maglaj, Brcko (il distretto produttivo e commerciale più importante del Paese),
Olovo, Bijelijna, Kladanj, Srebrenica, Gradacac, Zvornik. Tutte zone
spaventosamente provate dalla guerra del 1992-1995 e in grave crisi economica,
con la sola eccezione del Distretto di Brcko.
La macchina dei soccorsi sta mettendosi in moto, sia
attraverso le istituzioni sia attraverso l’iniziativa di molti privati, anche
italiani. La raccomandazione è di donare ma anche sempre di verificare prima di
farlo, per evitare che persone senza scrupoli possano approfittare dell’emergenza.