“Ho visto con i
miei occhi i francesi consegnare i tutsi agli hutu per farli massacrare; le
accuse di Paul Kagame a Parigi non sono solo giuste ma dovute e necessarie per
ricostruire la verità e ottenere giustizia” con queste parole Yolande
Mukagasana, menzione Unesco per la Pace, commenta la crisi diplomatica
fra Rwanda e Francia che ha cancellato all’ultimo minuto la sua partecipazione
alle celebrazioni di Kigali, dopo che il presidente rwandese Paul Kagame aveva
ribadito le accuse di complicità nel genocidio nei confronti dell’allora
governo francese.
Approfondisce la Mukagasana, sopravvissuta al
genocidio avvenuto in Rwanda 20 anni fa: “I francesi si stupiscono
che il nostro presidente ritorni sulla loro implicazione diretta nel genocidio
che mi ha portato via i miei figli; ma noi sopravvissuti di quei massacri
pretendiamo proprio questo da lui come minimo; io li ho visti con i miei occhi
i francesi sulle barriere chiederci le carte d’identità e consegnare quelli
dove era scritto tutsi agli interahamwe, le milizie hutu responsabili del
genocidio”.
Nella giornata della memoria del genocidio, che è stata celebrata
a Roma lunedì scorso, si aggiunge il commento di Françoise
Kankindi, presidente di Bene Rwanda Onlus: “La ventesima
commemorazione ci richiede di scolpire nella pietra la storia del genocidio dei
tutsi in Rwanda, perché non deve sussistere alcun dubbio che lascia spazio ai
negazionisti o a coloro che continuano a negare le loro responsabilità; la
Francia, in particolare, non potrà continuare a negare all’infinito il suo
diretto coinvolgimento nel genocidio della nostra gente, perché oramai, a
distanza di anni, abbiamo raccolto prove a sufficienza per confermare quello
che già molti di noi sapevano fin dall’inizio dei massacri”.
Su quanto accaduto in Rwanda vent’anni fa segnalo il
libro, appena pubblicato, dal titolo RWANDA,LA CATTIVA MEMORIA, di Françoise Kankindi e Daniele Scaglione.