Proprio ieri fonti di primissima mano mi hanno
raccontato la vicenda di un lavoratore che non c’è più, scomparso poco più di
un mese fa. Un lavoratore che conoscevo molto bene. Per questo so che le fonti
sono molto più che attendibili. Mi permetto di condividere la vicenda con voi.
Parliamo di un uomo, italiano, in pensione da pochi
mesi. Marco – nome di fantasia – ha insegnato nella scuola media superiore fino
alla conclusione dell’anno scolastico 2012-2013. Quindi l’agognata pensione.
Circa 1.400 euro al mese, parte dei quali già destinati, a rate, a una serie di
attività personali e famigliari non più rimandabili. Alcune decisamente serie,
di quelle che hanno a che vedere con la sopravvivenza e la dignità delle
persone.
Marco ha lavorato per oltre quarant’anni. Ha cominciato
da ragazzino, quindi è emigrato all’estero in cerca di fortuna e, rientrato in
Italia, mentre lavorava in fabbrica ha avuto il primo figlio e s’è iscritto all’università
per laurearsi, vincere il concorso pubblico nella scuola e coronare, già
grande, il suo sogno: insegnare. La sua potrebbe essere definita una bella
storia italiana, se a qualcuno interessassero, in questo Paese, le belle
storie.