lunedì 31 marzo 2014

Angiolina Jolie a Srebrenica...

Molta stampa italiana ha scritto, negli ultimi giorni, che l'attrice "Angelina Jolie è andata a visitare il cimitero di Srebrenica ed è scoppiata in lacrime". A parte il fatto che il memoriale di Potocari dedicato alle vittime del genocidio di Srebrenica non è un cimitero (ma i giornalisti italiani da anni litigano con le parole e non ricevono uno straccio di aggiornamento professionale che ridia decenza a questo mestiere, al quale oramai hanno accesso quasi esclusivamente figli di papà semi-analfabeti che hanno fatto costose scuole o ragazzi in gamba sfruttati nel nome di una passione che diventa una gabbia infernale, pagati 3-5 euro ad articolo) ma, per l'appunto, un memoriale, la cosa che più fa riflettere è che solo le lacrime di una bella donna, nota attrice e aspirante regista, riescano a svegliare il torpore dei media nostrani. Sono quasi due decenni che ogni anno migliaia di persone si recano a piangere a Srebrenica. E sono quasi due decenni che le mogli, le figlie, le sorelle, le mamme delle 10.701 persone torturate e ammazzate a Srebrenica piangono tutti i giorni, non solo nel ricordo dei cari uccisi e inumati in fosse comuni ma anche a causa della rimozione di questa tragedia europea di cui cinquecento milioni di europei sono colpevolmente "vittime". Quelle donne piangono da quasi due decenni per la tragedia che hanno subìto. Piangono per la giustizia che loro e i loro cari non hanno mai ricevuto (e mai riceveranno). Piangono per essere state dimenticate - loro e i loro morti - dall'Europa bugiarda e ipocrita.
Le lacrime, che credo sincere, di Angiolina per i media italiani sono solo un flash nel nulla dell'informazione nostrana per sbattere un bel viso di donna in copertina, non un mezzo per informare correttamente i lettori della tragedia avvenuta nel luglio 1995 - ovvero ieri - a Srebrenica, in Bosnia, in Europa, tra l'altro a pochi giorni da un'altra tragedia orribile, ovvero il genocidio rwandese (dal 6 aprile 1994, per cento giorno, 800.000 o più esseri umani trucidati sotto lo sguardo volutamente impotente dell'Onu e del mondo, esattamente come a Srebrenica).
Qui si parla di Srebrenica solo se la povera Angiolina va a versarci le sue lacrime. Poi il nulla. In attesa che qualche altro paio di begli occhi vada a commuoversi nel luogo - in uno dei luoghi - in cui l'umanità ha conosciuto la parte più bassa e più oscura del suo essere.
Brava Angiolina. Pessimi i media italiani.