venerdì 28 giugno 2013

Srebrenica, la Corte europea per i diritti dell'uomo boccia la richiesta di processare governo e vertici militari olandesi

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha respinto la richiesta delle associazioni dei sopravvissuti al genocidio di Srebrenica che chiedevano la cancellazione dell’immunità processuale del personale internazionale presente nell’enclave nel luglio del 1995, allorché le forze armate serbo-bosniache e i paramilitari serbi armati dal regime di Slobodan Milosevic torturarono e ammazzarono un numero ancora imprecisato di civili bosniaci musulmani, compreso tra 8.500 e 10.701.

Le associazioni costituite dai sopravvissuti e dai parenti delle vittime del genocidio di Srebrenica, qualora la Corte europea avesse dato luce verde alla richiesta, volevano denunciare e portare in tribunale il governo olandese in carica nel 1995 e i vertici dei caschi blu di Amsterdam – presenti a Srebrenica con il terzo battaglione, agli ordini del colonnello Ton Karremans, nel luglio 1995 – per aver abbandonato i circa 40.000 civili dell’enclave bosniaca nelle mani dei criminali sotto il comando del generale serbo-bosniaco Ratko Mladic e dei più pericolosi capi paramilitari serbi attivi allora nell’area.

A questo punto, il genocidio di Srebrenica continua a rimanere senza un colpevole istituzionale, dopo quasi vent’anni, essendo nel frattempo stato decretato da più tribunali che né i vertici dell’Onu né quelli serbi di allora possono essere portati in tribunale per rispondere della tragedia di Srebrenica. E migliaia di morti continuano a rimanere senza giustizia, come i loro cari sopravvissuti.
Per saperne un po' di più, consiglio la lettura di Srebrenica, i giorni della vergogna.