lunedì 17 giugno 2013

Bosnia, bambini saltano su una mina vicino Sarajevo: un morto e quattro feriti

Un bambino d’età non precisata è morto a causa dell’esplosione di un ordigno anti-persona a Hadzici, un sobborgo di Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina. Secondo una portavoce dell’ospedale policlinico di Sarajevo, il bambino avrebbe azionato l’ordigno con un piede, involontariamente, mentre giocava.
Oltre alla morte del minore va registrato anche il ferimento di altri quattro coetanei, rimasti coinvolti nella medesima deflagrazione. I ragazzini hanno riportato ferite alle braccia, alle gambe, agli occhi e all’addome.
Sono oltre seicento le persone – molti i giovani e i giovanissimi – che hanno perso la vita in Bosnia Erzegovina dal 1996 a oggi a causa delle mine anti-persona o dei tanti ordigni bellici inesplosi (uxos) disseminati nel territorio bosniaco dal conflitto del 1992-1995. Da tempo non si verificava un incidente del genere nella capitale ma ancora oltre due milioni tra mine e uxos inquinano il territorio bosniaco e la vita di chi vive in quel Paese.
Per poter bonificare gli ampi tratti di territorio infestato da ordigni bellici occorrerebbero circa quaranta milioni di euro l’anno nei prossimi sei anni ma non esiste al momento l’ipotesi di un finanziamento o di una donazione internazionale alla Bosnia tale da poter mettere in sicurezza il territorio. Per inciso, oggi gli sminatori bosniaci vengono utilizzati in scenari di guerra come esperti minatori ma pressoché nessuno di loro viene impiegato in patria. Il risultato è il susseguirsi di tragedie come quella di Hadzici, a quasi vent’anni dalla fine di una guerra che sembra proprio non voler finire…