sabato 27 aprile 2013

Srebrenica: le prime timide scuse (sincere?) del presidente serbo Nikolic

Pochi secondi di video su Youtube potrebbero scrivere una pagina di storia nuova nei Balcani contemporanei. Forse. Perché con i Balcani non si sa mai.
La stampa mondiale ha dato grande risalto a questi pochi secondi. Si vede il presidente serbo in carica, Tomislav Nikolic, inginocchiato chiedere “perdono a nome della Serbia per i delitti commessi a Srebrenica “ tra l’11 e il 16 luglio 1995, allorché la soldataglia serbo-bosniaca e serba e i paramilitari serbi torturarono e ammazzarono un numero ancora imprecisato di civili bosniaci musulmani, tra le 8.500 e le 11.700 persone, d’età compresa tra i 12 e i 76 anni. Le scuse contenute in questo breve video sono estese “in nome della nazione serba” e fanno parte di un’intervista più ampia che Nikolic ha rilasciato all’emittente bosniaca Bhrt e che andrà in onda il prossimo 7 maggio. Fino ad allora, a meno di altre anticipazioni, dovremo accontentarci di questo.
La dichiarazione ha fatto molto scalpore in rete e non solo, forse ancor più dell’accordo tra Belgrado e Pristina di pochi giorni fa, in virtù del quale, in buona sostanza, la Serbia riconosce al Kosovo, per la prima volta dal 208, allorché il Kosovo si rese unilateralmente indipendente, il diritto di andarsi a cercare dei posti al sole a livello internazionale.
Ora il punto è capire se sono scuse sincere, quelle espresse da parte di un ultranazionalista che fino a meno di un anno fa negava persino che qualcosa fosse stato commesso, a Srebrenica (e che, in parte, le elezioni le ha vinte anche per questo), o se invece si tratta di una mossa propagandistica in questo momento di importante disgelo politico tra la Serbia e l’Unione europea, con l’obiettivo di avviare le trattative per l’ingresso di Belgrado nella Ue (che chiede la "normalizzazione dei rapporti tra i Paesi ex jugoslavi) e poi, in un modo o nell’altro, rimangiarsi tutto.
L’apertura in effetti – nonostante l’eco avuta sui media internazionali – non ha nulla di storico. Il predecessore di Nikolic, Boris Tadic, era andato anche oltre nel riconoscimento delle responsabilità serbe a Srebrenica. E, particolare non da poco, Nikolic si scusa, in questo video, per “i delitti commessi a Srebrenica”, non per meglio specificati crimini di guerra e crimini contro l’umanità, e in particolare il numero uno serbo non pronuncia mai la parola “genocidio”, rifiutandosi di rompere uno dei grandi tabù della Serbia contemporanea.
“Solo quando il presidente serbo pronuncerà la parola genocidio potremo credere a un gesto sincero”, hanno replicato le rappresentanti della donne di Srebrenica. La risposta di queste donne coraggiose, generose e inossidabili ha avuto molta meno eco delle parole di Nikolic. Ma il punto è esattamente questo: quanto sincere sono queste scuse e quanto spontanee? Finché Nikolic e gli ultranazionalisti serbi e serbo-bosniaci si rifiuteranno di riconoscere il dato di fatto del genocidio bosniaco, probabilmente una risposta a questa domanda non l’avremo mai. E rimarrà il dubbio che quella di Nikolic sia solo propaganda un po’ meno rozza del solito.