martedì 28 dicembre 2010

Bosnia Express, un gennaio a... tutto vapore!


Carissimi,
aumentano le presentazioni di gennaio di Bosnia Express.
Nelle ultime ore si è aggiunta una nuova data a Cerignola (Foggia), mentre è arrivata la conferma definitiva di Pisa e stiamo aspettando, a questo punto, solo la sede dell'evento di Parma. E poi vediamo che cosa ci riserverà febbraio in questo splendido giro dell'Italia per parlare di Bosnia.
Ecco le date aggiornate:

Gennaio 2011:
- venerdì 7 gennaio, TARANTO, Libreria Gilgamesh, via Oberdan 35, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- sabato 8 gennaio, MASSAFRA (TA), Teatro comunale, Piazza Garibaldi, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- domenica 9 gennaio, CERIGNOLA (FOGGIA), Ex Opera Pia Monte Fornari, Piazzale San Rocco, ore 19,00; organizza la Circoscrizione Puglia Amnesty International; modera Chiara Sgaramella (Amnesty International Puglia), introduce Francesco Romano (Amnesty International Puglia);
- mercoledì 12 gennaio, ROMA, Libreria L’Argonauta, Via Reggio Emilia, 89, ore 19,00; modera Antonello Sacchetti;
- giovedì 20 gennaio, PADOVA, Sala Polivalente di via S. Maria Assunta 35/A, ore 21,00; con la collaborazione del Consiglio di Quartiere 4 di Padova;
- venerdì 21 gennaio, VITTORIO VENETO, Centro Culturale Parco Fenderl, Ingresso: Via San Gottardo 91 ore 21,00. Organizza Mondo In Cammino Veneto con il con il sostegno della Consulta Dell’associazionismo Culturale Vittoriose. Modera Valentina Barbieri.
- sabato 22 gennaio, PARMA, Centro Samarcanda (laboratorio di dialogo interculturale), via Bandini 6, ore 17,00;
- sabato 29 gennaio, PISA, Sala delle Baleari, Comune di Pisa, ore 17,30;
- domenica 30 gennaio, REGGIO EMILIA, presso l’Associazione Quinta Parete, modera Francesco Zarzana, data in definizione.

Vi aspetto!

Dal 30 settembre 2010 a oggi abbiamo già presentato nell’ordine il libro a: Roma (3 volte), Ancona, San Benedetto del Tronto, Firenze, Milano, Cisliano (MI), Sedriano (MI), Saronno (VA), Albano Laziale (RM), Giulianova, Modena, Palermo, Catania, Tarquinia.
Per proporre nuove presentazioni:
direzione.editoriale@infinitoedizioni.it
info@infinitoedizioni.it
lu.ne@libero.it

venerdì 24 dicembre 2010

Buone feste di Fine Anno


Cari amici,
grazie per tutto il sostegno a Bosnia Express in questi mesi.
In queste poche righe voglio solo rubarvi li tempo per esprimervi riconoscenza, augurarvi serene feste di fine anno e un 2011 se non migliore, almeno meno peggiore di questo 2010, in cui tante volte sia da italiano sia da essere umano mi è sembrato di toccare il fondo e poi essere spinto ancora più in basso.
Vi aspetto fin dai primi di gennaio, in Puglia, per ricominciare l'avventura di Bosnia Express, di cui è da poco disponibile la seconda edizione aggiornata e di cui vi ricordo qui sotto le date fin qui definite per il 2011 o vicine a esserlo.
Buone feste a tutti voi e ai vostri cari.

Gennaio 2011
- venerdì 7 gennaio, TARANTO, Libreria Gilgamesh, via Oberdan 35, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- sabato 8 gennaio, MASSAFRA (TA), Teatro comunale, Piazza Garibaldi, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- mercoledì 12 gennaio, ROMA, Libreria L’Argonauta, Via Reggio Emilia, 89, ore 19,00;
- giovedì 20 gennaio, PADOVA, in definizione;
- venerdì 21 gennaio, VITTORIO VENETO, Centro Culturale Parco Fenderl, Ingresso: Via San Gottardo 91 ore 21,00. Organizza Mondo In Cammino Veneto con il con il sostegno della Consulta Dell’associazionismo Culturale Vittoriose. Modera Valentina Barbieri.
- sabato 22 gennaio, PARMA, in definizione, ore 17,00;
- sabato 29 gennaio, PISA, Sala delle Baleari, Comune di Pisa, ore 17,30;
- domenica 30 gennaio, REGGIO EMILIA, presso l’Associazione Quinta Parete, modera Francesco Zarzana, data in definizione.

Febbraio 2011:
- domenica 20 febbraio, BOLOGNA, mattino, “Verso Dove” per Adottando, evento per festeggiare i dieci anni di vita e attività di Adottando nei Balcani, con Gianluca Borghi e Gianni Sofri, data in definizione.

martedì 21 dicembre 2010

Ma la Caffeina fa davvero così male? Una storia di vizi, amore, amicizia, tradimenti…

La vita di Sara sembra scorrere tranquilla: un matrimonio felice, un lavoro appagante, una madre complice e le amiche più care con le quali scambiare confidenze davanti a fumanti tazzine di caffè. In questa apparente serenità a un tratto qualcosa va in pezzi e, mentre il germe del dubbio e del tradimento si insinua in tutti i suoi rapporti , ecco che la verità si fa strada…
Dice la protagonista del libro, a un certo punto: “Adoro la caffeina. È la droga legale per eccellenza. Mi tiene sveglia, stimola la mia voglia di fare e l’adrenalina ne viene rigorosamente corroborata. Del resto, per una che non ha vizi, cosa volete che sia bere cinque tazzine di caffè al giorno?”.
Da qui parte uno spumeggiante romanzo tutto al femminile che si beve con gusto, come una tazzina di caffè, in cui amicizia, amore e tradimento si intersecano, esattamente come nella vita.
Un’ottima opera prima, questo CAFFEINA, della quale vale la pena parlare con l’autrice, Vera di Donato.

Vera, qual è il motore che spinge a scrivere un romanzo sulle donne, sul loro mondo, sul tradimento?
L’universo femminile da sempre ha suscitato curiosità, timore, ilarità e a volte tenerezza, soprattutto da parte di quel mondo al quale risultiamo un po’ delle sconosciute. L’animo di una donna è considerato dotato di una sensibilità diversa, a tratti eccessiva. Ma mai banale. E da qui la considerazione, squisitamente maschile: “Beato chi le capisce, le donne!”.
E allora chi, meglio di una donna, potrebbe tentare di “illuminare” su questo mondo così vasto e piccante? Un mondo del tutto sconosciuto come è quello della sensibilità, dell’invidia, ma anche dell’ironia tutta appartenente al sesso debole!

Nel libro scrivi che la caffeina, anzi il caffè, è la droga legale per eccellenza. Perché?
La caffeina è il sale della vita, il peperoncino. Aggiunge quel pizzico di intimità e di brivido. È sinonimo del vivere con gusto, apprezzando i più piccoli piaceri. E se ingurgiti sette o otto caffè al giorno nessuno può fartene una colpa….

Qual è la valenza del caffè nel tuo romanzo e nella tua vita?
Il caffè dà sapore alle giornate. Vuoi mettere iniziare un duro giorno di lavoro con una tazzona di caffè nero e bollente, magari solo con una punta di zucchero…? Si dice che il vero caffè vada bevuto amaro per apprezzarne l’aroma. Io sono perfettamente d’accordo. Come Sara, la protagonista del mio libro, non amo la poltiglia dolciastra dei caffè americani e spesso mi godo un vero caffè all’italiana con le amiche. Sedute a un tavolino in un piovoso pomeriggio d’autunno, o davanti a un caffè ghiacciato nella calura estiva, davvero non si immagina quali confidenze possano venir fuori!

Che cosa vedi e trovi, in definitiva, in una tazzina di caffè fumante?
Sinceramente? Una sinfonia inesprimibile di gusti, quasi un orgasmo…

Nel libro ampio spazio è dato alla comunicazione nell’universo femminile. Come avviene questo processo e in che cosa si differenza da quello dell’universo maschile?
Le donne sono un universo da scoprire. Soprattutto per se stesse. La comunicazione al femminile avviene a vari livelli, ammesso che ci si “incontri”. Due amiche vere arrivano a un grado di empatia fuori dal comune. Non è una questione di gusti e interessi simili ma di condivisione. Questo raramente accade per i nostri compagni o amici. L’uomo, come dice Sara, in genere non ama “sporcarsi le mani”. Soprattutto, il livello di trasmissione dei suoi sentimenti avviene in modo diverso. L’uomo gioca, si diverte. Racconta i suoi flirt. Ma raramente dà accesso ai suoi pensieri reconditi. Nemmeno agli amici.

In ogni romanzo c’è una parte importante del mondo dell’autore. Nel tuo caso, dove si ferma la finzione e fino a che punto arriva la realtà?
Sicuramente la parte – per così dire – biografica del libro riguarda l’amicizia. Non c’è un ritratto smaccatamente realistico dei personaggi, ma tutti sono un caleidoscopio di suoni, colori, immagini di persone esistenti. E sono tutti meravigliosamente veri. Non so quanto chi conosco, chi mi è più o meno vicino nel mondo reale e le mie amiche in particolare, leggendo il libro, si siano ritrovate in questo o in quel soggetto. E se dovessi fare un riscontro o attribuire loro dei nomi, farei fatica anch’io. So che il momento in cui finisce la finzione è, come nel libro, quello in cui comincia davvero la vita nell’ironia e nella bellezza della sua tragicità. Non esistono amicizie ideali. Non esistono rapporti ideali. Tutti tradiscono o possono farlo. Spesso la cosa non capita solo perché non si è presentata l’occasione al momento giusto. So che sembra pessimismo, ma la realtà dei fatti mi dà ragione. Sembra retorica, ma l’essere umano è fatto per sbagliare. Solo, non tutti hanno il coraggio di guardarsi allo specchio e ammettere di averlo fatto. Quando si soffre, si pensa sempre di essere stati feriti. Ma fermiamoci un attimo a pensare: noi per prime, cos’abbiamo fatto per impedire che accadesse?

E il tradimento? Che parte ha nel romanzo? E nella tua vita?
Se rispondessi di getto, direi che il tradimento mi fa senso. A livello epidermico, la sola idea di subirlo, ma anche di commetterlo, mi crea prurito! Ragionandoci, dico che è quasi normale. Subirlo, viverlo, conoscerlo attraverso gli altri.
Ma vedo una forte differenza tra due tipi di rapporti. Tradire un amico è – per il mio modo di pensare, per il valore che attribuisco all’amicizia – umano ma più grave. Tradire un compagno – nonostante il rapporto d’amicizia che per me è alla base di una coppia – è brutto, ma solo umano. Non credo siamo fatti per essere monogami, all’interno di qualsiasi rapporto. La differenza sta nel fatto che il vivere sociale ci impone delle regole e a queste supinamente, di solito, ci adattiamo. A volte solo per convenzione, ma spesso per scelta. Fatto sta che qualcuno prima di noi le ha imposte. Per noi occidentali la monogamia è un dato di fatto, come per altri lo è la poligamia. Se riuscissimo a essere più aperti mentalmente, e non considerassimo l’altro una nostra proprietà, vivremmo molto meglio e con meno sensi di colpa quando siamo noi i primi a tradire…

lunedì 20 dicembre 2010

L’opera di Nino Cordio, quando l’occhio assiste “al comporsi della squillante bandiera della natura”


Scrive Andrea Camilleri in uno dei testi introduttivi de L’OCCHIO DI CORDIO, splendida opera a colori curata da Francesco Cordio dedicata al padre, Nino, grande pittore, scultore e incisore siciliano: “Il momento che segue immediatamente la Creazione, quando la giovane terra esplode letteralmente di lussureggiante vegetazione, in un vertiginoso assommarsi di forme e di colori, non lo si può raccontare, lo si può al massimo intuire. Lo si può testimoniare, però, trasmettendo l’istante in cui il verde esita a definirsi definitivamente come tale, in cui il viola cerca di differenziarsi dal blu o dal celeste, in cui il rosso è indeciso se dirsi rosa o marrone. E su tutto ciò, lo stupore, la gioiosa meraviglia di chi sta assistendo, col proprio occhio, al comporsi della squillante bandiera della natura. È questo il senso più nascosto e profondo dell’arte di Cordio e se non ci sono case è solo perché lui non le ha allora viste e se non ci sono figure umane è perché allora ancora non stampavano la loro orma sulla terra”.
Le sensazioni espresse nel suo scritto dal Maestro Camilleri trovano riscontro in questo ottimo libro, che raccoglie le più importanti opere del grande artista siciliano (Santa Ninfa, 1937-Roma, 2000) per la prima volta raccolte in un libro per il grande pubblico, arricchito dalle testimonianze degli amici di una vita, da Camilleri a Sciascia, da Siciliano a Giuffrè, da Guttuso a Levi.
Abbiamo parlato del libro e dell’opera di Nino Cordio con suo figlio Francesco.

Francesco, nascere figli di un grande pittore, incisore e scultore è un’esperienza rara per la maggior parte dell’umanità. Per te è stata la quotidianità. Con quali effetti e conseguenze?
Il confronto è stato sempre un po' difficile. A 13 anni ho smesso del tutto di dipingere e disegnare perché non riuscivo a sostenere una “competizione”. Dopo il liceo, per reazione credo, ho dato sfogo al mio istinto artistico con la recitazione e oggi, con serenità, sono un regista che porta dentro i colori e la magia delle opere che ha imparato a conoscere da bambino.

A dieci anni dalla prematura scomparsa di Nino Cordio, perché l’idea di pubblicare un progetto divulgativo ma al contempo elevato come “L’occhio di Cordio”?
I testi sull'opera di mio padre non erano mai stati raccolti tutti e solo oggi mi sono reso conto che mettendo insieme quelle firme si compila quasi un'antologia della letteratura italiana del Novecento.
Si parte da Carlo Levi per arrivare ad Andrea Camilleri, passando per Sciascia e Siciliano.
I letterati e i poeti erano molto legati alle sue opere e tanti sono diventati suoi amici e collezionisti.
Così è nato questo progetto di libro, che unisce e alterna con grande gusto le foto delle opere con i testi.
Il lavoro l'ho ritenuto doveroso, mi sembrava proprio necessario. Per fare il punto e riepilogare il percorso artistico di mio padre.

A quale dei contributi scritti da grandi autori inseriti nel volume ti senti più legato?
Senz'altro a quello di Andrea Camilleri del 2005, che gli chiesi io stesso in occasione di una importante e completa mostra antologica alla Galleria d'Arte Moderna di Catania. Attraverso uno dei suoi aneddoti Camilleri racconta di come a una mostra aveva avuto la sensazione che le cornici non potessero reggere l'energia esplosiva delle opere che contenevano.

E a chi, tra loro?
Il legame più forte è quello con Daniele Silvestri. È da molti anni che lavoro con lui con la telecamera in giro per il mondo. Ma il rapporto prima che di lavoro è di amicizia, profonda. Come racconta lui nella prefazione al libro, abbiamo condiviso case e viaggi, musica, cibo, impegno politico e sociale. E la sua prefazione ha colto un aspetto delle opere di mio padre che mai era stato individuato con così grande chiarezza e profondità. È riuscito a esprimere in parole “l'emozione sonora” che si prova di fronte ai quadri di mio padre: si ha l'impressione di ascoltare un suono, un rumore di fondo.

Quando si diventa adulti e si scopre di aver condiviso la propria infanzia con nomi come Sciascia, Camilleri, Giuffrè, Siciliano, come ci si sente? Non è come vivere due vite parallele o avere la sensazione di avere vissuto una sorta di fiaba?
Quando si diventa adulti e si scopre di aver frequentato da bambino degli intellettuali come quelli che citi si può solo provare il rimpianto di non aver potuto scambiare con loro qualcosa da adulto. Oggi per me sarebbe senz'altro più piacevole conversare con loro. Ma di ciascuno di loro ho dei ricordi molto belli.

Nino Cordio è anche un Premio a lui dedicato, un Museo, mostre e tante altre attività, delle quali ti fai personalmente carico. Quali sono le prossime iniziative dedicate a Nino Cordio e, invece, quali i progetti professionali di Francesco Cordio?
Ogni anno a fine luglio si assegna a Santa Ninfa, sua città natale in provincia di Trapani, il Premio Nino Cordio. Il premio viene assegnato a personalità del mondo della cultura e dello spettacolo con un forte legame con la Sicilia. Nel 2010 è stato assegnato a Nando Dalla Chiesa; l’anno prima all’attore Luca Zingaretti.
Il museo di Santa Ninfa, aperto tutto l'anno, raccoglie più di duecento opere tra incisioni, sculture, olii e affreschi. Inoltre nel museo è presente una sala per la didattica e la ricostruzione di uno degli studi di mio padre.

E tu?
Io sto lavorando alla scrittura di un paio di film che un giorno un produttore ricco deciderà di produrre... Intanto sono alle prese con il montaggio di un film sui primi quindici anni di carriera di Daniele Silvestri. Ho solo 300 ore di materiale video da rivedere e selezionare.

In una parola, per concludere, come definire “L’occhio di Cordio”?
Il ritratto di un artista raccontato da voci preziose.

mercoledì 15 dicembre 2010

Ciao,
dopo le due belle presentazioni di Catania e Palermo, eccoci pronti per due nuove occasioni d'incontro, con cui chiudere questo bell'autunno di incontri per la promozione di BOSNIA EXPRESS.
A cominciare dai due appuntamenti di Roma (17 dicembre) e Tarquinia (18 dicembre), ecco il calendario aggiornato delle presentazioni fino a fine gennaio 2011, con due nuovi ingressi in fase di definizione (Parma e Pisa).

Dicembre 2010:
- sabato 18 dicembre, TARQUINA (VT), Libreria La Vita Nova, via Giosuè Carducci 8, ore 21,00. Modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Organizza Amnesty International.

Gennaio 2011:
- venerdì 7 gennaio, TARANTO, Libreria Gilgamesh, via Oberdan 35, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- sabato 8 gennaio, MASSAFRA (TA), Teatro comunale, Piazza Garibaldi, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- mercoledì 12 gennaio, ROMA, Libreria L’Argonauta, Via Reggio Emilia, 89, ore 19,00;
- giovedì 20 gennaio, PADOVA, in definizione;
- venerdì 21 gennaio, VITTORIO VENETO, Centro Culturale Parco Fenderl, Ingresso: Via San Gottardo 91 ore 21,00. Organizza Mondo In Cammino Veneto con il con il sostegno della Consulta Dell’associazionismo Culturale Vittoriose. Modera Valentina Barbieri.
- sabato 22 gennaio, PARMA, in definizione;
- sabato 29 gennaio, PISA, in definizione;
- domenica 30 gennaio, REGGIO EMILIA, presso l’Associazione Quinta Parete, modera Francesco Zarzana, data in definizione.

Febbraio 2011:
- domenica 20 febbraio, BOLOGNA, mattino, “Verso Dove” per Adottando, evento per festeggiare i dieci anni di vita e attività di Adottando nei Balcani, con Gianluca Borghi e Gianni Sofri, data in definizione.

Dal 30 settembre 2010 a oggi abbiamo già presentato nell’ordine il libro a: Roma (2 volte), Ancona, San Benedetto del Tronto, Firenze, Milano, Cisliano (MI), Sedriano (MI), Saronno (VA), Albano Laziale (RM), Giulianova, Modena, Palermo, Catania.
Per proporre nuove presentazioni: direzione.editoriale@infinitoedizioni.it
info@infinitoedizioni.it

Grazie!

venerdì 10 dicembre 2010

Dopo la Fiera del libro di Roma, "Bosnia Express" riprende il suo viaggio

Sono stati cinque giorni intensi e ricchi di incontri, quelli della Fiera del libro di Roma (4-8 dicembre). "Bosnia Express" è stato tra i libri più venduti e domenica pomeriggio è addirittura andato esaurito (giuro: non ne avevamoportata una sola copia!). Una bellissima soddisfazione!
Intanto sabato 4 dicembre è andato in onda un mio intervento di cirsa un'ora al Gr Parlamento, ospite del bravissimo Alessandro Forlani. Appena possibile controllerò ma penso che la puntata sia già disponibile in podcast sul sito della Rai (ed esprimo qui solidarietà piena al sacrosanto sciopero odierno dei colleghi).
A breve manderemo in stampa la seconda edizione del libro, giusto il tempo di rimetterci le mani e fare alcuni aggiornamenti, che poi pubblicherò on line sul blog così da non sfavorire assolutamente nessuno.
Nel frattempo sono giunti altri inviti per nuove presentazioni, sebbene al momento io sia terribilmente in ritardo con tutto il lavoro in seguito all'impegno in fiera.
Qui di seguito indico le date definitive e quelle quasi definitive. Aggiornerò l'elenco non appena si definiranno nuove date in altre città.
A questo proposito, poiché riesco solo raramente a leggere l'e-mail indicata dietro al libro (lu.ne@libero.it) e qualche amico che voleva proporre presentazioni o commentare il libro si è un po' lamentato (non a torto), vi ricordo che per contattarmi potete anche scrivermi sul mio profilo facebook (Luca Leone): non potete sbagliare perché, nonostante il mio nome in Italia sia praticamente nome comune di cosa (siamo in migliaia a chiamarci così!), potete riconsocermi dalla copertina di "Bosnia Express", che utilizzo come foto (e così vi risparmio il mio brutto muso).
Grazie a tutti voi.
A presto

Dicembre 2010:
- domenica 12 dicembre, PALERMO, Libreria Kursaal Kalhesa, Foro Umberto I, 21, ore 18,00, a cura del Centro di Documentazione per i Diritti Umani “Peter Benenson” di Amnesty International – Circoscrizione Sicilia. Intervengono, con l’autore: Nicola Grato, Centro di documentazione "Peter Benenson", Amnesty International , Circoscrizione Sicilia; Giuseppe Provenza, componente Coordinamento Europa Amnesty International, Sezione Italiana; coordina Antonella Scandone, giornalista di Repubblica;
- lunedì 13 dicembre, CATANIA, presso i locali della Libreria Romeo Prampolini e dell'Associazione Culturale omonima, via Vittorio Emanuele II, 333, ore 17,00. Intervengono, con l’autore: Anna Maria Belfiore, Referente EDU Gr. Italia 72 Amnesty International; prof.ssa Adriana Cantaro, Convenzione per la pace – Catania;
- venerdì 17 dicembre, ROMA, Biblioteca di Villa Leopardi, via Makallé (entrata nel Parco ma accesso per lavori solo da via Nomentana e via Asmara), nell’ambito della festa bosniaca di fine anno organizzata da Infinito edizioni con la comunità bosniaca di Roma, con musica, cibo tipico, presentazioni, dibattiti, eventi. Appuntamento dalle ore 19,30; modera Enisa Bukvic, ospite Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- sabato 18 dicembre, TARQUINA (VT), Libreria La Vita Nova, via Giosuè Carducci 8, ore 21,00. Modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Organizza Amnesty International.

Gennaio 2011:
- venerdì 7 gennaio, TARANTO, Libreria Gilgamesh, via Oberdan 35, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- sabato 8 gennaio, MASSAFRA (TA), Teatro comunale, Piazza Garibaldi, ore 18,00. Organizza Amnesty International, modera Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia;
- mercoledì 12 gennaio, ROMA, Libreria L’Argonauta, Via Reggio Emilia, 89, ore 19,00;
- giovedì 20 gennaio, PADOVA, in definizione;
- venerdì 21 gennaio, VITTORIO VENETO, Centro Culturale Parco Fenderl, Ingresso: Via San Gottardo 91 ore 21,00. Organizza Mondo In Cammino Veneto con il con il sostegno della Consulta Dell’associazionismo Culturale Vittoriose. Modera Valentina Barbieri.
- sabato 29 gennaio, PISA, in definizione;
- domenica 30 gennaio, REGGIO EMILIA, presso l’Associazione Quinta Parete, modera Francesco Zarzana, data in definizione.

Febbraio 2011:
- domenica 20 febbraio, BOLOGNA, mattino, “Verso Dove” per Adottando, evento per festeggiare i dieci anni di vita e attività di Adottando nei Balcani, con Gianluca Borghi e Gianni Sofri, data in definizione.

Passaporto di servizio: storie di viaggi a Est senza corsie preferenziali

C’è un robusto filo rosso che lega le vicende dei Paesi dell’Europa orientale, balcanica e mediterranea raccontate da Paolo Bergamaschi – consigliere presso la commissione Esteri del Parlamento europeo, musicista, veterinario, viaggiatore – nel suo PASSAPORTO DI SERVIZIO (Infinito edizioni). Un filo rosso che ci permette di conoscere cibo, cultura, costumi, musica, problematiche, sogni dei cittadini di Paesi e luoghi ai confini con l’Unione europea di cui troppo spesso di parla colpevolmente poco, come Macedonia, Kosovo, Cipro Nord, Moldova, Bielorussia, Kazakistan…
Bergamaschi ci racconta qui di questo filo rosso e ci spiega perché, nonostante da anni possa richiedere un passaporto di servizio e viaggiare usando corsie preferenziali, da sempre preferisca e prediliga subire il fastidio delle file e delle dogane cui sono sottoposti tutti i comuni mortali, invece di sorpassare a destra senza mettere la freccia…

Paolo, cominciamo dal titolo di questo ottimo libro: molti lettori ignorano persino l’esistenza del cosiddetto “passaporto di servizio”. Vogliamo spiegare loro di che cosa si tratta e a che cosa serve?
Il passaporto di servizio è un documento di riconoscimento che alcuni Paesi od organismi internazionali rilasciano al personale dei ministeri per agevolare i controlli di frontiera ed evitare le trafile burocratiche del visto e le lungaggini dei controlli doganali. Non ha il valore di un passaporto diplomatico, che viene concesso solo ad ambasciatori e personale di ambasciata e non è riconosciuto da tutti i Paesi terzi. Il parlamento europeo lo rilascia anche ai parlamentari che ne fanno richiesta.

Tu lavori ormai da molti anni per le istituzioni europee e parte della tua esistenza si sviluppa in viaggio, con i mezzi più disparati e in luoghi non di rado difficili da raggiungere. Fai uso di un passaporto di servizio oppure…
Confesso di essere stato più volte tentato di richiedere al ministero degli Esteri italiano un passaporto di servizio. Le prime volte guardavo con invidia i colleghi che potevano sfoggiarne uno. Poi mi sono reso conto che non ne valeva la pena perché anche nelle lunghe file dei controlli di frontiera e nei tempi di attesa si colgono aspetti importanti che ti aiutano a conoscere il Paese che ti appresti a visitare. I miei colleghi sono spesso vittime della sindrome del “mordi e fuggi”, che consiste nello scendere dall’aereo, correre nell’hotel a cinque stelle per deporre i bagagli, partecipare alle riunioni previste e alle cene protocollari, per poi ritornare subito in aeroporto e riprendere il primo aereo disponibile in business class. Cerco, per quanto possibile, di dare alle mie missioni un tempo e uno stile diverso, che mi permettano di condividere e apprezzare le cose che sfuggono negli ambienti piatti e asettici delle istituzioni nazionali e internazionali.

Veniamo al tuo libro. Nelle cui pagine racconti le tue esperienze di lavoro e di viaggio in parecchi Stati dell’Europa orientale e di quella che oggi è l’area post-sovietica. Da cosa nasce l’idea di un libro e quali sono i messaggi alla base del tuo lavoro editoriale?
Penso di essere una persona fortunata e per certi versi privilegiata. Viaggiare è sempre stata la mia passione e viaggiare è diventato il mio lavoro, per di più in condizioni invidiabili. Ho cercato di combinare nei miei racconti di viaggio gli aspetti professionali con quelli culturali. La politica estera è materia spesso noiosa e per certi versi incomprensibile ai non addetti ai lavori. Con questo libro mi sono sforzato di rendere comprensibili a tutti le dinamiche che stanno alla base delle relazioni internazionali e in particolare le politiche dell’Unione europea. Ho pensato, poi, di porre l’attenzione sui Paesi che, pur trovandosi nel vecchio continente, non fanno ancora parte o non faranno mai parte del processo di integrazione europeo perché con loro, più che con altri, siamo chiamati a condividere il nostro futuro.

Chiariamo – forse è meglio – che il tuo non è affatto un libro noioso, di quelli che parlano di politica e si slanciano in formule alchemico-istituzionali ai più incomprensibili. È, il tuo, un libro che palpita di vita. Scrivi, ad esempio, e racconti molto bene, della nascita delle nuove dogane tra i Paesi di quella che era la Jugoslavia e del senso di frustrazione che stanno vivendo da quasi due decenni milioni di persone che, improvvisamente, da jugoslave sono diventate montenegrine, serbe, bosniache, macedoni… Ma non racconti tutto questo standotene comodamente seduto in aereo bensì viaggiando come i cittadini di quei Paesi, sui loro stessi mezzi, affrontando le stesse code, sfidando le medesime difficoltà…
Anche quella del viaggiatore può essere una scelta di vita che si trasforma in condizione esistenziale. Sono ormai quasi vent’anni che viaggio regolarmente nei Balcani. I cambiamenti e gli sconvolgimenti che sono accaduti in questa regione hanno avuto un impatto devastante che si è ripercosso anche nei Paesi dell’Europa occidentale. Futuro comune, futuro diviso o futuro condiviso sono questioni aperte di cui i cittadini europei non sempre sono protagonisti consapevoli anche se si affrontano quotidianamente.

Poi racconti anche di questioni solo apparentemente marginali, ma che in realtà non lo sono affatto. Penso ai funghi ucraini e bielorussi… La scelta tra mangiarli e non mangiarli è tutt’altro che marginale, visti gli effetti di Cernobyl…
Fa comunque parte del bagaglio del viaggiatore informarsi prima di partire e la conoscenza non può limitarsi ad aspetti istituzionali. Nei ristoranti e nei bar degli hotel a cinque stelle offrono ovunque gli stessi menù. Rifuggo la standardizzazione internazionale. Dal basso le cose hanno un aspetto diverso rispetto a quando sono viste dall’alto.

Poi, ancora, parli di cibo locale, di piatti a volte poveri, che non trovano posto sui banchetti che contano, ma il cui sapore sa forse avvicinarti ulteriormente alle persone che ti accingi a conoscere.
Non potendo spesso parlare la lingua locale sono costretto ad adottare altri modi per conoscere meglio la cultura del posto e il cibo è uno di questi. Cerco, inoltre, di evitare le cene ufficiali soffocate dal protocollo e da vicini istituzionali estranei al concetto di convivialità. La vita è altrove; si tratta di trovare le occasioni giuste per coglierla.

La questione greco-macedone è un’altra di quelle vicende di cui nessuno parla, ma che in Europa ha e avrà un peso notevole. Ce la vuoi delineare ad ampi tratti?
C’è un Paese, la Macedonia, dove i cittadini non possono chiamarsi come vogliono perché il vicino ingombrante, la Grecia, reputa che si tratti di un furto di identità. Sembrano cose di un altro mondo o di altre epoche storiche ma purtroppo sono cose che avvengono oggi in un continente che si vanta di essere la patria del diritto e delle libertà fondamentali. La Macedonia, chiamata con l’assurdo acronimo di Fyrom, continua a bussare alle porte dell’Unione europea, che si nega a causa del veto imposto da Atene. Non tutte le colpe, però, sono solo da una parte perché il governo di Skopje, a sua volta, è oggi in mano alla componente più oltranzista del Paese, che ha legato la sua sopravvivenza allo scontro nazional-identitario con la Grecia. Bruxelles assiste impotente sperando che la questione si smorzi nel tempo ma ormai sono vent’anni che dura. Negli ambienti diplomatici si dice che i negoziati sono ben avviati ma sono proprio gli ultimi metri quelli più difficili da percorrere. Ho imparato che nei Balcani anche le cose semplici si complicano. La società civile potrebbe mobilitarsi e giocare un ruolo più efficace ma anche questa è vittima del vortice nazionalista trasformato in ideologia totalizzante.

Poi – e a questo dedichi un intero capitolo – c’è l’affaire cipriota. Con il capitolo dedicato a Cipro Nord ti sposti nel Mediterraneo, lasciando per un istante la rotta orientale, ma racconti questioni da molti ignorate, nel nostro Paese. E descrivi un luogo dalle mille meraviglie turistiche, ma dall’accesso complicatissimo…
La parte settentrionale dell’isola, quella occupata dall’esercito turco nel 1974, è tagliata fuori da tutte le rotte. Formalmente fa parte dell’Unione europea ma qui il diritto comunitario è congelato perché si è insediata la Repubblica di Cipro Nord, riconosciuta solo dalla Turchia. Anche a Cipro l’Unione europea assiste impotente agli sviluppi dopo l’ingresso nelle Ue nel 2004 della Repubblica di Cipro che, di fatto, rappresenta solo la parte greco-cipriota e frappone ostacoli a coloro che vogliono allentare la pressione sulla parte nord. Il processo di pace, intanto, non avanza e la comunità turco-cipriota rimane vittima delle incomprensioni fra Bruxelles e Ankara.

Un uomo che viaggia quanto te come fa a non “abituarsi” a questa dimensione e a farsi ogni volta affascinare da quel che trova o scopre laddove si reca, tanto che si tratti di una prima volta che di un ritorno?
Più che di un atteggiamento da “prima volta tutte le volte che ritorno” è un atteggiamento da “dove ero rimasto”. La visita successiva per me è la continuazione della precedente. C’è un unico filo che lega tutti i miei viaggi e cerco di non perderlo. Negli stessi luoghi ci sono volti famigliari che mi aspettano con cose nuove da raccontare e situazioni diverse da vivere.

Poi c’è una dimensione dello scrittore e funzionario europeo Bergamaschi che probabilmente ti aiuta a non perdere la dimensione del rapporto umano, nei luoghi in cui vieni inviato in missione. Penso alla musica…
Ogni viaggio ha la sua colonna sonora. Tutta la nostra vita ha una colonna sonora. La musica richiama alla memoria certi momenti e certe situazioni che si riflettono anche nelle mie canzoni. Dovunque io vado acquisto cd di musica locale, sia essa etnica, folk, rock, rap, metal, progressive, cantautoriale, tradizionale, che poi ascolto in auto quando faccio la spola ogni mese fra Strasburgo e l’Italia. Anche questo libro ha una sua colonna sonora che andrà in onda nell’ambito della trasmissione Demo, su Radio Rai 1. Con l’aiuto di Michael Pergolani, l’antesignano dei dj italiani, curo una finestra chiamata “musica dell’altro mondo”, dove si potrà ascoltare musica della Bielorussia, dell’Ucraina, della Macedonia, del Kosovo, eccetera, musica che non ha nulla da invidiare a quella che ci viene propinata quotidianamente nei circuiti radiofonici più popolari.

Quanto continuerai ancora a viaggiare?
Di certo fin tanto che lavorerò in Commissione Esteri anche se non è mia intenzione fermarmi in seguito. Come ho detto quella del viaggiatore è ormai divenuta una condizione esistenziale.

E poi?
Perché non ritornare a fare il veterinario, la mia vera professione?